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“BUFFON PRESIDENTE DELLA FIGC, PERCHE’ NO?” – CAPELLO LANCIA SUPERGIGI: "GLI CONSIGLIO DI SMETTERE. PER LA PRESIDENZA DELLA FEDERCALCIO È IMPORTANTE AVERE ANCHE UNA PREPARAZIONE MANAGERIALE..." (UNO DEI POCHI EX CALCIATORI AD AVERLA E' PROPRIO "DON FABIO") – POI PARLA DI DONNARUMMA: "E’ ANDATO IN CONFUSIONE MA SI STA RIPRENDENDO"

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Italo Cucci per Il Giorno – La Nazione – Il Resto del Carlino-www.ilquotidiano.net

 

Fabio Capello è a Marbella («Tanto sole, venti gradi!»), casa e lavoro, perché sulla Costa del Sol sono in ritiro venti club europei e cinque cinesi, compreso il suo, lo Jangsu Suning di Nanchino del signor Zhang, quello dell' Inter. Nello Jangsu gioca anche Ramires, il centrocampista brasiliano che piace a Spalletti, ma il patron vuole tenerselo e a Fabio non dispiace. Si vedrà.

 

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Capello vuol essere il primo a festeggiare i quarant' anni di Gigi Buffon, se non altro perché è stato il primo ad apprezzarne le qualità quando il 19 novembre 1995 se l' è trovato davanti, esordiente, nella partita Parma-Milan. Fabio guidava i rossoneri irresistibili - forti fra l' altro di George Weah e Roberto Baggio - alla conquista del suo quarto scudetto chez Berlusconi. Ma a Parma dovette accontentarsi di uno zero a zero deciso dal diciassettenne portiere schierato da Nevio Scala in sostituzione del titolare Luca Bucci, infortunato, preferendolo al "vice" Alessandro Nista.

 

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«I quarant' anni di Gigi mi ricordano i quarant' anni di Zoff che Dino celebrò diventando campione del mondo nell' 82. Storie di grandi, grandissimi. Per me occupano entrambi un posto fra i cinque più grandi portieri di sempre: il russo Lev Yashin, l' inglese Gordon Banks, il tedesco Sepp Maier e appunto Dino e Gigi. Per capirci, giocatori di grandezza assoluta come Pelè, Maradona, Crujiff, Platini, Messi e Cristiano Ronaldo».

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E Di Stefano, eroe della mia giovinezza...

 

«E delle grandi sfide fra la Spagna e l' Urss di Yashin».

Decise da Francisco Franco e Leonida Breznev. Che tempi, Fabio, che calciatori! Che storie! Tu Gigi te lo sei ritrovato negli anni della Juve...

«Un grande in una grande squadra, subito confermato dalla vittoria mondiale del 2006».

 

A un campione come Gigi cosa consiglieresti: proseguire o ritirarsi?

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«Gli direi di lasciare perché ad ogni anno che passa si riducono i riflessi, l' integrità fisica, la forza, la lucidità. Mi fa venire in mente il chilometro lanciato: scendere lungo un pendio nevoso impiegando tutte le forze per raggiungere la massima velocità nell' ultimo tratto... come la parabola di una vita».

 

Si parla tanto, in questi giorni, di affidare la presidenza della Figc a un calciatore: non credi che nel caso meriterebbe la poltrona un grande campione come Gigi che ha già un ruolo quasi istituzionale?

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«Se se la sentisse, perché no? Ma è importante avere anche una preparazione manageriale, per non recitare un ruolo simbolico. A proposito, mi dicevi che sarebbe ora di pagarlo, un presidente manager e sono d' accordo. Sono pagati anche gli arbitri».

 

Buffon sembra già aver lasciato il posto a Szczesny: come lo vedi?

«Non lo conosco bene. L' ho visto nella Roma, uno di quelli portati da Walter Sabatini».

Come Alisson: l' hai visto l' altra sera che parate? Ma alla fine ha beccato il gol...

«Mica colpa sua».

Il campionato sta ritrovando grandi portieri soprattutto stranieri.

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«È vero, rispetto agli altri campionati abbiamo i migliori. Aggiungerei il portiere dell' Atletico di Madrid, Oblak, quello che ha vinto il trofeo Zamora. Ma fammi dire una cosa: adesso tutti cercano portieri che giochino coi piedi, io sono rimasto a quelli che sanno parare con le mani!».

E in Nazionale, dopo Buffon, vedi bene Donnarumma?

«È un ottimo portiere. È andato in confusione con tutto quello che hanno combinato intorno a lui ma si sta già riprendendo».

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