RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Dalla rubrica delle lettere del “Corriere della Sera”
Caro Aldo, nel talkshow politico del primo canale tedesco Ard «Maischberger», la giornalista Sandra Maischberger (equivalente di Lilli Gruber) ha chiesto a Messner della situazione politica italiana, dicendogli «Lei è anche un italiano e le devo chiedere...»; al che Messner ha risposto: «La devo correggere, io non sono italiano, sono un cittadino italiano. Io sono sudtirolese, europeo e cittadino del mondo. Non sono nazionalista». (...)
Risposta di Aldo Cazzullo
Caro Lucio, Reinhold Messner compie oggi ottant’anni. Non l’ho mai conosciuto, sogno di intervistarlo prima o poi, magari per i suoi novant’anni, oppure cento. Lo ammiro moltissimo: è forse il più grande alpinista di tutti i tempi. Ha la residenza in Italia, paga le tasse allo Stato italiano, contribuisce con il suo talento e il suo lavoro a tenere aperti ospedali, asili, ricoveri per anziani, strutture per persone non autosufficienti, caserme di poliziotti, carabinieri, finanzieri, missioni di pace in cui soldati italiani rischiano la vita come in Libano.
Purtroppo non tutti i cittadini italiani possono dire lo stesso, anzi a volte più sono ricchi e meno tasse pagano, oppure non pagano neppure un euro, e diventano eroi popolari.
reinhold messner e diane schumacher 5
Insomma, Messner fa il suo dovere di italiano, e questo mi basta. Non possiamo costringerlo a sentirsi italiano.
A me non è mai parso anti-italiano: parla bene la nostra lingua, con l’accento della sua terra come fanno anche i piemontesi e i napoletani, i siciliani e i veneti. È vero che la sua posizione è diversa da quella di Gustav Thöni.
R einhold Messner non ama l’espressione Alto Adige, cui preferisce quella di Sud Tirolo; Thöni dice che per lui sono la stessa cosa, così come lui si sente sia Gustav, sia Gustavo.
Ovviamente preferisco la posizione di Thöni; ma non mi sento di biasimare quella di Messner.
Non prendiamoci in giro: Alto Adige è un nome inventato da noi italiani; Tirolo è il nome storico della regione. Nell’inno della Germania, Paese amico, si cita — sia pure in un verso che non viene più cantato — l’Adige come frontiera meridionale del mondo tedesco: «Von der Etsch bis an den Belt», dall’Adige al Baltico. Insomma, se sul confine orientale ci manca un pezzo d’Italia, le coste dell’Istria, sul confine nord-orientale ci siamo presi un pezzo di Austria, per poter arrivare allo spartiacque e garantire la difesa dei nostri confini.
È vero che gli italiani di lingua tedesca hanno avuto nel dopoguerra molti soldi pubblici da spendere; ma hanno fatto della loro terra un giardino fiorito. Purtroppo di altre terre, che di soldi pubblici ne hanno trattenuti e ricevuti molti di più, non possiamo dire altrettanto.
MESSNER
Estratti dell’articolo di Alfio Sciacca per corriere.it
Primo uomo a toccare tutte le 14 vette sopra gli Ottomila metri senza ossigeno, non è stato solo uno dei più grandi alpinisti al mondo, ma anche scrittore e persino impegnato in politica. Ce ne sarebbe di che parlare dopo una vita ricca di successi, ma anche di cattiverie, amarezze e delusioni.
L’ultima, confessata la scorsa estate, sul rapporto con i figli. «Uno dei miei errori più grandi è stato lasciar loro la maggior parte del mio patrimonio prima della mia morte — disse —. Non capiscono che è tutto un dono e non apprezzano il valore della mia generosità».
Ma Messner non ama fare bilanci. «Quella di martedì sarà una giornata come le altre — risponde al Corriere —. Io non faccio bilanci e non guardo mai indietro. Preferisco andare soltanto avanti». Nel dicembre scorso aveva allarmato un suo post. «Sono arrivato alla fine.
Me ne vado con la coscienza pulita, sapendo di essere stato una brava persona, di essere stato un padre amorevole, un buon amico e un buon fratello — scrisse — . Ora è il momento di vivere i miei ultimi sogni e di amare le persone che significano molto per me, ma la cosa più importante è la gratitudine».
Uno sfogo che, in realtà, non nascondeva nulla di irreparabile. E anche alla vigilia degli 80 anni parla in modo pacificato della morte. «Ormai sono d’accordo con la vita e con la morte — scandisce—. Mi alzo ogni mattina e vivo. Lo farò intensamente finché avrò le forze. Quando la morte mi incontrerà sono d’accordo sin da ora. Io sto bene con tutte due le possibilità: vivere o morire, che sono due cose dipendenti l’una dall’altra. Nel momento in cui nasci hai anche la possibilità di morire».
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