Giancarlo Dotto per Dagospia

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Il piedone di Vidal trova di rigore (molto, ma molto dubbio) l’angolo inaccessibile che significa semifinale quasi certa per la Juventus. L’avesse mancato, l’avrebbero di certo accoppato il cileno per via dell’enorme gol che s’era divorato dieci minuti prima, alla fine del primo tempo. L’1 a 0 è lusso puro. Tra otto giorni a Monaco sarà spassoso per Tevez e Morata infilare di contropiede i francesi. Che possono comunque congratularsi. Quanto hanno fatto fin qui eccede di molto comunque il loro livello. Se pensi che il loro miglior difensore, tale Raggi, è uno scarto del calcio italiano.

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Arrivi alla partita col mappazzone in corpo per  via che ti sei dovuto sorbire in ordine sparso le querule ovvietà di Pallone Sgonfio Paolo Rossi (il fuoriclasse dell’ovvio) e la chioccia petulanza di Pallone Gonfiato Massimo Mauro (il watusso dell’autostima).

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Dici Montecarlo e pensi a paradisi fiscali, gemelli predestinati, bionde maldestinate, e trovi invece tale Leonardo Jardim, un Mourinho meno carismatico ma più mastino, che ha trasformato una squadra, da sempre una futile carovana di gitanti allegri. Sembrava la più morbida delle rivali, il Monaco. Per venti minuti sono streghe per Buffon e compagni.

Loro sono più tonici e ripartono come frecce. Ma sprecano, peccato mortale se il poco che ti capita è tutto quello che ti può capitare. Poi è solo Juventus. Non una grande Juventus e nemmeno un grande Pirlo, al rientro, ma quanto basta. Tevez e Vidal si pappano un gol della madonna ma nessuno impreca più di tanto. Si capisce che il Monaco è alle corde.

A vantaggio acquisito ti aspetteresti una qualunque reazione di Berbatov (riemerso dalla panca) e compagni, ma non c’è nulla da mungere nella botte dei francesi. La Juventus finisce sulle gambe. Non sembra arrivare nella forma migliore quando tutto si gioca. Il campionato, quello almeno, è in tasca. Anche se…

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Sabato arriva la stellare Lazio di Felipe Anderson allo “Juventum Stadium”. Un’eventuale sconfitta, dopo il Parma, scoperchierebbe la botola dell’incubo.

Pareggio bianco nel derby a Madrid. La bestia Simeone, quanto mai nera per Ancelotti, può gioire a metà. L’aver messo la museruola a Ronaldo e compari è un gran bel successo.

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