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ORA ANCHE SALVINI CHIEDE SCUSA A GATTUSO – LA RIVINCITA DEL TECNICO, TORNATO IDOLO DI SAN SIRO – LA SCONFITTA NEL DERBY D’ANDATA HA FATTO VACILLARE LA SUA PANCHINA, UN GIRONE DOPO HA CONVINTO TUTTI: PERFINO IL MINISTRO SALVINI. LUI AMMETTE DI ESSERE CAMBIATO: “HO IMPARATO AD ASCOLTARE CHI LAVORA CON ME. L'AUMENTO? GUADAGNO PURE TROPPO” – E IN RETE SPOPOLA LA CANZONE TORMENTONE “SCUSA GATTUSO” - VIDEO

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Carlos Passerini per il Corriere della Sera

 

 Scusa Gattuso. Adesso c' è pure una canzone, opera di un certo Dj Gattüso, la «u» con la dieresi: da un paio di giorni sta sfondando su Internet e, fidatevi, diventerà un tormentone social. La musica impegnata sarà anche un' altra cosa, e va bene, ma in fondo il testo dice la sacrosanta verità: su Rino in molti si sono sbagliati. Quelli che un paio di mesi fa gli davano del povero analfabeta della panchina sono probabilmente gli stessi che oggi gli assegnerebbero il Nobel, e qui siamo all' eccesso contrario, perché lui è il primo a conoscere i propri limiti di gioventù (41 anni, in A solo De Zerbi è più giovane, 39) ed è sincero quando un giorno sì e l' altro pure ribadisce di avere «molta pastasciutta da mangiare» (visto però quanto è dimagrito?).

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La sua rivincita è però indiscutibile, come lo sono la sua crescita (tecnica, caratteriale, gestionale) e i suoi meriti sulla sbalorditiva metamorfosi del Milan nell' anno nuovo: 4° posto occupato stabilmente da 6 partite, 7 vittorie nelle ultime 10, una fase difensiva passata dalla versione scolapasta dell' avvio (10 gare con almeno una rete a carico) a quella acciaio inox attuale (solo 4 nelle ultime 11), tre match a fila segnandone tre, roba che non succedeva dal dicembre 2012.

 

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Sogna in grande, il Milan: nell' ordine un piazzamento Champions che porterebbe 50 fondamentali milioni e una Coppa Italia che restituirebbe lustro a una bacheca che ultimamente ha preso più polvere che trofei. Per entrambi gli obiettivi siamo ai giorni cruciali: martedì la semifinale di andata all' Olimpico contro la Lazio, a seguire due settimane di fuoco durante le quali si dovrà piazzare l' accelerata fra Sassuolo e Chievo prima del derby crocevia con l' Inter del 17.

 

«Metterei una firma grande come una casa per chiudere con l' Inter terzo e il Milan quarto» assicurava Gennarino venerdì notte dopo l' ordalìa con l' Empoli, ma ci permettiamo di credergli fino a un certo punto. La capocciata di Icardi al 92' della partita d' andata aprì una crisi nerissima che gli costò critiche feroci e giorni tremendi. Rischiò il posto, in quei tempi che oggi paiono il Medioevo. Nemmeno un girone dopo ha convinto tutti: datori di lavoro, dirigenti, pubblico, perfino il ministro Salvini. Elliott adesso punta su di lui anche per il futuro: se fino a due mesi fa il contratto con scadenza giugno 2021 a 2 milioni netti annui sembrava un problema, ora è addirittura una garanzia.

montella gattuso

 

La ribellione del Diavolo ha spazzato via dubbi, inquietudini e anche le molte ipotesi sui successori: si era parlato a lungo di Conte, adesso invece l' idea della proprietà è andare avanti con Gennaro, che sulla cosa ci scherza anche: «L' aumento? Guadagno pure troppo». È cambiato tutto ma è cambiato anche lui. La prova sta tutta in una sua ammissione dopo il blitz di Bergamo: «Ho imparato ad ascoltare chi lavora con me, chi mi sta vicino».

 

Chi non doveva convincersi delle sue qualità erano i giocatori, che sono sempre stati dalla sua parte, anche nelle fasi critiche, perché da lui si sono sempre sentiti tutelati, anche quando erano indifendibili, come Calhanoglu. E poi la gestione dello scalpitante Cutrone, o quella spinosissima di Higuain, l' inserimento di Paquetá e Piatek: le prove dell' efficacia del suo lavoro sullo spogliatoio, tecnico e psicologico, sono parecchie.

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«Io per i miei mi butto nel fuoco» è un ritornello diffuso fra gli allenatori, spesso una frase di plastica, uno slogan vuoto di significato. Non nel suo caso. Anzi: una critica che gli si può muovere è che a volte Rino addirittura eccede, nel prendersi le responsabilità.

San Siro e la sua gente ora gli dedicano cori e applausi, come avveniva quando di mestiere faceva il mediano in un Milan che adesso sembra ancora lontano, ma un po' meno, grazie a lui.

 

gennaro gattuso prende per il collo l'allenatore del tottenham joe jordangattuso mattarella gattuso