luca e agostino di bartolomei

“CI SONO STATI ANNI DI OBLIO. DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI SI FACEVA FATICA A PARLARE” – IL FIGLIO LUCA RACCONTA IL SILENZIO CHE PER ANNI HA AVVOLTO LA FIGURA DEL CAPITANO DELLA ROMA DEL SECONDO SCUDETTO (E DELLA FINALE DI COPPA CAMPIONI) MORTO SUICIDA NEL 1994 - "NON NE FACCIO UNA COLPA A NESSUNO PERCHÉ PARLARE DEL MALESSERE NON È SEMPLICE" - I "TANTI PROBLEMI PSICOLOGICI" CHE INSEGUONO I CAMPIONI - LA MAGLIETTA DI DE GREGORI, LA CANZONE DI VENDITTI, IL MURALE DI LAIKA E GLI SPETTACOLI PER “AGO” - VIDEO

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Luca Di Bartolomei per leggo.it

 

liedholm luca e agostino di bartolomei

Mi capita con regolarità, praticamente non c’è settimana che non succeda, di ricevere via chat da amici e conoscenti di Facebook alcune foto di Agostino in giro perla città. Oggi al Tufello, la settimana prima a Testaccio, nel poster di Laika, o quella successiva dietro al Dribbling a Tor Marancia. Non sarà un caso se queste poi sono anche le strade dove Agostino girava fin da ragazzino. Le case, i campetti di questa città. Ma non si ferma qui, arriva nelle periferie più lontane.

 

In questi anni sono stato abituato a saperlo sulle magliette di Francesco (De Gregori) e Antonello (Venditti) in giro per concerti o negli spettacoli di Ariele nei teatri di quartiere. Insomma Agostino non smette di girare per Roma, instancabile sulle gambe di giovani e meno giovani. E anche fra i laziali, mi sento di dire, è guardato con affetto e dolcezza.

agostino di bartolomei

 

 

A qualcuno può sembrare scontato, ma così non è. C’è stato un tempo diverso: di quel calciatore di poche parole, dall’aria imbronciata e malinconica, che poi era morto suicida, per diversi anni non si voleva o si faceva fatica a parlare.

 

Non ne faccio una colpa a nessuno di quegli anni di silenzio e di oblio. Perché parlare del malessere non è semplice. Eppure, come dimostrano i tanti problemi psicologici che inseguono i campioni, non solo nel momento del tramonto sportivo, talvolta persino nel pieno di un successo così difficile da gestire, parlarne  e ricordare è doveroso.

agostino di bartolomei spettacolo teatrale

 

Per questo - oggi che Ago corre sui muri e sulle magliette, fino alle agendine con gli sticker “ovunque proteggi” - mi sento di ricordare che sottrarsi all’amore non è mai la scelta giusta. Negli anni più difficili credevo che il dovere del ricordo appartenesse solo alla famiglia, a chi gli stava più vicino. Oggi invece mi viene da dire a tutti voi, che con questo sentimento lo avete liberato e fatto correre in giro per Roma, un infinito grazie.

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