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HASTA ‘LA PULCE’ SIEMPRE - “CHE” MESSI, COMANDANTE DEGLI INSORTI DEL CAMP NOU. PER I GIORNALI SPAGNOLI È ORMAI LUI IL VERO DIRETTORE FINANZIARIO DEL BARCELLONA. DIETRO AI DISSAPORI CON IL PRESIDENTE BARTOMEU, NON CI SONO SOLO LE DIVERGENZE SUL CONTRATTO IN SCADENZA NEL 2021, C' È IL DISEGNO POLITICO DI PRENDERSI IL BARCELLONA, CON L' AIUTO DEGLI EX COMPAGNI XAVI E PUYOL...
Guido De Carolis per il “Corriere della Sera”
Da primadonna a sindacalista o, se preferite, da leader silenzioso a comandante in capo e in campo. La metamorfosi di Leo Messi è totale, soprattutto è ora di pubblico dominio. Il più grande giocatore al mondo non è mai stato troppo ciarliero, lo è diventato nell' ultimo periodo. Ha sempre deciso le sorti del Barcellona e dell' Argentina, bastava, anzi basta ancora, una sua parola per finire sulla lista dei trasferimenti. Una sorte toccata anche a Zlatan Ibrahimovic, non uno come gli altri insomma. Però il numero 10 argentino ha sempre agito senza troppa pubblicità.
«Così vuole Messi», era una dicitura tra le più abusate per giustificare un cambio d' allenatore al Barcellona, un acquisto o una cessione, la non convocazione di un giocatore in Nazionale. Nemici tanti, amici sceltissimi, vita sociale ridotta, ampio pubblico (224 milioni) sui social, ma in verità fuori dal campo non ha mai avuto l' appeal di Cristiano Ronaldo, vero imperatore universale delle public relations.
Tutto è cambiato negli ultimi mesi e soprattutto con la battaglia sugli stipendi. Messi ha trattato in prima persona con il presidente Josep Maria Bartomeu, con cui non corre buon sangue. Ha spuntato un taglio del 70% degli ingaggi dello spogliatoio, intimorito non poco dalla Pulce. Ha fatto di più però, criticando la dirigenza a suo dire troppo chiacchierona e sempre pronta a sputar giudizi sui giocatori.
Due mesi fa aveva rimesso a posto il direttore sportivo Abidal, l' ex terzino salvato anni fa da un trapianto di fegato, che in un' intervista aveva osato troppo parlando del recente esonero di Valverde: «Molti giocatori non erano soddisfatti». Messi non gradì: «Non mi piace chi parla in giro di faccende di spogliatoio». Abidal ha rischiato il licenziamento e, probabilmente, andrà via a fine anno insieme a tutta la dirigenza e a Bartomeu che non può essere rieletto per un terzo mandato dagli oltre duecentomila soci blaugrana.
Il quotidiano francese L' Équipe ha sintetizzato in modo magistrale il nuovo Messi, ritraendolo in copertina con il basco e i tratti di Che Guevara. Da comandato a comandante, definito «capo degli insorti del Camp Nou». Per i giornali spagnoli è oramai lui il vero direttore finanziario del Barcellona. L' uomo della rivoluzione.
In campo è da sempre un primo ministro, la reincarnazione di Maradona, fuori non è mai stato riconosciuto come un leader di spiccata personalità. Sta proprio qui il mutamento, Messi è diventato un capo politico. Dietro ai dissapori con il presidente Bartomeu, non ci sono solo le divergenze sul contratto in scadenza nel 2021, con tanto di clausola che gli permette di liberarsi a costo zero alla fine di ogni stagione.
C' è l' idea, il disegno politico, di prendersi il Barcellona, con l' aiuto degli ex compagni Xavi e Puyol che appoggiano il candidato forte Victor Font per poi, a loro volta, diventare futuro allenatore e direttore sportivo del club.
Benedetti dal Che Messi, vero e unico comandante.
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