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Tiziana Cairati per repubblica.it
Il nuovo ostacolo per l'Inter si chiama Lazio. Un match impegnativo sotto tutti i punti di vista e "tra i più difficili da inizio stagione. La Lazio è una squadra con una propria identità, da diversi anni sta lavorando con Simone Inzaghi, un bravissimo allenatore forse sottovalutato. Dovremo fare attenzione perché l'avversario è forte ed è migliorato negli anni a testimonianza del fatto che c'è un grande progetto. Dobbiamo sapere che domani sarà una gara complicata e ci vorrà la spinta di tutti".
Cosa si può fare di concreto contro il razzismo, considerato che dopo la sua ultima conferenza ci sono stati altri episodi?
"Mi sono trovato degli articoli in cui si parla del prossimo Inter-Juventus come una gara in cui verrò ricoperto di insulti. Lì rimango sbalordito perché chi scrive e parla dovrebbe avere più senso di coscienza e capire cosa provoca, che sentimento trasmette a chi legge. Io fossi il direttore del giornale li caccerei a calci in culo.
Cerchiamo di guardarci. Chi scrive o chi parla sta sempre dalla parte della ragione. E' come le sostituzioni, al 95' sono bravi tutti a farle. Chi scrive e comunica ha una responsabilità in più perché chi scrive e comunica viene riportato dai social e alimenta una spirale di odio e insoddisfazione. Perché? Perché fa più presa? A me dà veramente fastidio vedere questo o suggerire di insultare una persona durante una partita".
Che benzina darà la vittoria nel derby? Chi è più indietro può aiutare in queste gare ravvicinate?
"I ragazzi stanno lavorando per allargare la base dei titolari. Nelle partite non puoi giocare a marce basse, devi sempre spingere. Per noi sarà importante allargare quella base, al tempo stesso io lo faccio se vedo che mi danno determinate garanzie. Alcuni rischi dovrò prenderli".
Sanchez è ancora indietro fisicamente o nei ritmi di squadra?
"Il discorso vale per lui e tutti gli altri, quando sarà pronto verrà inserito. Lo stesso per Biraghi o Bastoni. Io devo fare gli interessi dell'Inter, non devo accontentare nessuno".
Godin e De Vrij hanno avuto problemi fisici, in questa fase possono sostenere tre gare in pochi giorni?
"Godin ha giocato la partita contro l'Udinese e poi ha riposato in Champions. De Vrij ha avuto un piccolo affaticamento ma per via della posizione può giocare tante partite. Sono ragazzi allenati, che stanno bene. Dovrò fare delle scelte tenendo in considerazione tutto. Alcune volte dovrò prendere dei rischi".
Chi le ricorda Lukaku tra gli attaccanti che ha allenato? Quanto merito suo c'è dei gol segnati dai centrocampisti?
"Di Lukaku si è detto tutto, mi sembra superfluo ripeterlo. Sono contento dei gol dei centrocampisti perché al di là di chi segna è importante vincere le partite e fare gol. Più frecce abbiamo al nostro arco e meglio è".
Fra tre gare c'è la Juve, temi possa essere una distrazione? Pensi che questo sia un salto di crescita da fare o è stato già fatto?
"Noi dobbiamo pensare partita dopo partita. Concentriamoci sull'oggi, che il domani è incerto. Domani sarà una partita difficile contro una squadra molto forte che ha una chiara identità. Per noi è un'altra verifica. E' inevitabile che se entriamo in campo con la testa agli elogi presi nel derby significa che non abbiamo capito niente di quello che dobbiamo fare e ci aspetta. Deve essere resettato tutto nel più breve tempo possibile e capire che ci aspetta la Lazio e dovremo dare risposte importanti".
Chi avrebbe votato ai Fifa Awards e chi votò quando era c.t.?
"Non ricordo chi votai ma era Ronaldo o Messi, se non è zuppa è pan bagnato... Come scegli non sbagli".
I prossimi giorni sono determinanti. C'è qualche giocatore da cui si aspetta determinate risposte?
"Non è che finora non siano stati giorni difficili. Ogni giorno dobbiamo sapere che ci sono difficoltà da superare e sarà così da qui alla fine del campionato e dovremo essere bravi a superarli. Non ci dovremo far prendere né dall'entusiasmo né dallo scoramento. La strada unica è la serietà del lavoro. Questo non lo dobbiamo dimenticare, se non lo faremo supereremo le difficoltà".
Barella comincia a entrare nel gioco, ti ci rivedi?
"Nicolò ha caratteristiche precise e ampi margini di crescita. Ci sono tutti gli ingredienti affinché diventi una colonna dell'Inter".
Secondo Godin ci sono affinità tra Simeone e Conte. Si ritrova nel paragone?
"Con Simeone calcisticamente eravamo simili. Anche Diego era difficile da affrontare, non mollava mai, box to box difendeva un gol e poi lo trovavi davanti. Stiamo parlando di un grandissimo tecnico".
Lei si vede qui per tanti anni come Simeone all'Atletico?
"Quando inizi un nuovo progetto la speranza è che sia lungo e duraturo. Più stai in un club e più significa che vengono assimilate le tue idee, puoi lavorare con un gruppo di persone che ti conoscono e possono solo migliorare. Per un allenatore rimanere tanti anni in un club sarebbe la cosa migliore ed è quel che auspico accada prima o poi perché il massimo che ho fatto in un club sono stati tre anni".
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