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Davide Pisoni per “il Giornale”
Un numero dell' Inter impone una riflessione più della sconfitta nel derby contro il Milan: otto. I gol subiti. In quattro partite. Media spaccata di due a gara. Non è da Antonio Conte che ha sempre fondato la forza delle sue squadre sulla difesa. A questo punto la domanda sorge spontanea: e se non fosse il tecnico pagato dodici milioni a migliorare i nerazzurri, ma l' Inter a snaturare l' allenatore? Per una risposta definitiva bisogna aspettare ancora. Conte è in cerca di una nuova idea di gioco.
Un terzino adattato a centrale nella linea a tre ha proprio questa spiegazione per dare maggior supporto alla manovra quando si attacca. Ecco spiegata la scelta di Kolarov, dopo che si sono cercati a lungo Emerson Palmieri e Marcos Alonso. Un' Inter più offensiva, più europea dopo che nella passata Champions League, il limite evidenziato era proprio quello di una squadra limitata dalla linea a tre.
I gol subiti sono frutto di un equilibrio precario, tutto da trovare perché alla fine sulla corsia di sinistra è «tornato» Perisic, un' ala pura, e dall' altra parte Hakimi ruba l' occhio in attacco, meno quando c' è da difendere. I soli dieci giorni di ritiro non hanno permesso di rodare i meccanismi, le pause per le nazionali hanno complicato ulteriormente il lavoro di Conte, che se però avesse abbozzato ogni tanto la difesa a quattro nella passata stagione, con il Milan sarebbe tornata utile. Ma su questo il tecnico resta integralista.
L' emergenza tra Covid (negativizzato anche Nainggolan dopo Bastoni), squalifiche e infortuni non deve essere un alibi. Di questo va dato atto a Conte di non essersi aggrappato alle giustificazioni, meno del fatto che dopo la sconfitta a proposito dei difensori centrali ha risposto: «Se si poteva trattenere Godin? Qualsiasi cosa accaduta sul mercato è stata una situazione valutata con il club. Non sono valutazioni che spettano a me».
Che sia un accenno, non nei toni ma nel concetto, di quanto sentito la passata stagione, la chiamata in causa di responsabilità altrui nelle difficoltà, è evidente.
Il sabato del derby perso dall' Inter, ha però una spiegazione che si allarga alle quattro italiane impegnate in Champions. Tre sconfitte (oltre ai nerazzurri, anche Lazio e Atalanta) e un pareggio (la Juventus), per un ribaltamento di ruoli e valori che ha una spiegazione anche nel calendario che ora impone tre gare di coppa in tre settimane di fila, oltre al campionato.
Un tour de force da «preparare» con la pausa delle nazionali di mezzo e di conseguenza gestendo le energie oltre al Covid. Il Napoli che ha strapazzato l' Atalanta, invece, si è preparato con un mini ritiro forzato dal Covid (ma di innegabile vantaggio) con i nazionali a Castelvolturno mentre Gasperini e gli altri li avevano in giro per il mondo.
Non è la spiegazione del successo strameritato della squadra di Gattuso, ma una considerazione dalla quale non si può prescindere.
Conte ha mandato un messaggio: «Momento difficile per tutti i settori sociali, bisogna essere uniti. Senza polemiche su vantaggi e svantaggi». Si deve arrivare in fondo al campionato, ma senza scorciatoie. Senza snaturarsi. Anche se per ora Conte ha perso la sua difesa.
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