NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Paolo Tomaselli per il Corriere della Sera
La domanda non è se la classe media può vincere il campionato in Italia, Inghilterra, Spagna o Germania.
Perché la risposta realisticamente è negativa, come quella che ha dato domenica Gian Piero Gasperini, allenatore dell' Atalanta simbolo e modello per tutta la borghesia del calcio europeo. La questione però non è meno interessante: di questo passo, a chi lo farà perdere?
Ed è un interrogativo che si può tradurre in quattro lingue diverse: l' Atalanta in A, il Leicester in Premier, il Granada nella Liga e il Borussia Monchengladbach in Bundesliga sono solo la punta di quell' iceberg che Maurizio Sarri aveva già avvistato all' orizzonte prima di perdere due punti a Lecce: «Tira un' aria nuova nel nostro campionato. Fino a qualche anno fa in serie A sul 3-0 era finita, ora vedi una mentalità da calcio inglese, squadre che vogliono giocare e ribaltano partite che sembravano segnate. Sta venendo fuori un bel segnale e spero si protragga fino alla fine».
Il segnale più vistoso è che tutti possono fare - o almeno provare a fare - punti contro tutti: lo stesso Lecce, il Parma che ha fermato l' Inter a San Siro e la Spal che ha bloccato il Napoli sono la dimostrazione più recente di questo nuovo scenario. Le ultime tre in classifica hanno conquistato fin qui 18 punti ed è la quota più alta degli ultimi nove campionati: l' anno scorso ne avevano appena 10.
Se le piccole crescono, sono quelle che vogliono sedersi al tavolo dei grandi a trascinare i contropoteri d' Europa: l' Atalanta in Champions, nonostante tre sconfitte su tre, ha dato una scossa che continua in campionato (dove ha il miglior attacco con 28 gol, più di 3 a partita di media) e che fatte le dovute proporzioni è come quella del Leicester campione nel 2016. Proprio le Foxes sono tornate a sognare in grande: dopo i 9 gol da record al Southampton di venerdì scorso la squadra del rinato Vardy (già a quota 9 reti) è terza ad appena due punti dal City e a 8 dal Liverpool.
Il Manchester United, che ha speso 90 milioni di euro per il difensore Maguire e finanziato così il rilancio del Leicester, ha ben 7 punti in meno dell' ex squadra di Ranieri, allenata ora da Brendan Rodgers. Che nel weekend ha dovuto rispondere alla stessa domanda di Gasperini sulle possibilità di scudetto e lo ha fatto in modo diverso: «Non mi pongo mai dei limiti».
Lo spirito è quello giusto perché non c' è nulla da perdere, il senso di appartenenza è forte, l' identità del gruppo e anche del gioco sono ben riconoscibili: sono questi i segni particolari anche del neopromosso Granada, che grazie al rinvio di Barça-Real si gode il primato dopo dieci giornate. Uno sfizio che è costato appena 7,5 milioni sul mercato estivo, grazie a un allenatore di 38 anni, Diego Martinez e a uno stile che ricorda quello dell' Atletico di Simeone. Ma il Granada non è solo, perché in tre punti ci sono sette squadre e anche Real Sociedad, Siviglia e Villarreal rafforzano la sensazione che l' equilibrio sia molto di moda.
Sia in Spagna che in Germania (dove ci sono due squadre in meno) il distacco tra testa e coda è ridotto a 15 punti: su tutti i campi si può lasciare qualcosa per strada, se non si gioca al massimo.
Questa è la lezione, soprattutto per chi si concentra sulla Champions: le favole come quella del Leicester sembrano irripetibili. Ma qualche incubo non si nega a nessuno.
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