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IL CALCIO EUROPEO E' NEL PALLONE
Giulia Zonca per “la Stampa”
C' è la coda all' uscita d' emergenza del calcio. Tutti i calendari stravolti dal coronavirus saranno sul tavolo di una riunione, rigorosamente in teleconferenza, martedì. Nel giorno in cui si sarebbe dovuta giocare la Champions, ma il pallone ha smesso di rotolare e ora anche la Uefa sembra pronta a fermare ogni attività per un mese.
Juventus-Lione e Manchester City-Real Madrid sono state posticipate. Causa di forza maggiore visto che due delle quattro squadre sono in quarentena. Adesso che si è preso atta il nodo è la data da destinarsi.
Lo sport non si è ancora arreso alla pandemia, per il momento prova a gestire l' emergenza con un confronto in cui si deciderà quale competizione privilegiare. Non possono più dire: tutto va avanti come da programmi.
Al tavolo le 55 federazioni, l' Eca, il sindacato calciatori ed è previsto un dibattito e un voto. Orizzonte corto, si ragiona comunque come se il virus avesse una scadenza certa, ma pure in quel caso ormai è tardi per salvare ogni partita. L' opzione più semplice, più rispettosa e più gettonata è il congelamento dell' Europeo. Spostarlo al 2021 significa salvare campionati e coppe, dare un minimo di continuità alla stagione e salvaguardare pure il torneo che sarà. Se si decide di mantenere Euro 2020 tra giugno e luglio non lo si potrà lasciare così come è, maxi e itinerante. Meno città, tanto per iniziare, e senza Roma che oggi ospiterebbe la partita inaugurale e che è vista come l' epicentro del contagio. Ma qui non si tratta di capire dove è o dove sarà arrivato il Covid-19, piuttosto di trovare una soluzione che garantisca la sicurezza. Bisognerebbe usare il condizionale per ogni cambiamento: il calcio ha dovuto riconoscere di non essere immune, però non è ancora disposto a prendere atto della fragilità del sistema.
All' Europeo tra l' altro manca ancora un pezzo, ci sono i playoff, sfide in programma a fine marzo e la Bosnia, impegnata con l' Irlanda del Nord, ha già chiesto il rinvio così come la Slovacchia che deve affrontare l' Eire.
Se non passa l' idea di rimandare l' Europeo non rimane che ridurre o sospendere quel che resta, un piano molto più complesso che deve tenere conto dell' imprevedibilità. Tra un mese non saremo purtroppo completamente oltre un' emergenza che si muove con flussi diversi in ogni paese. Tra i progetti da valutare quello di giocare partite secche in campo neutro nelle coppe e assegnare i titoli nazionali con i playoff.
Modalità tutte da testare con cambi in corsa che renderebbe per forza poco eque le assegnazioni. Usare giugno come spazio per finire campionati e competizioni darebbe un po' più di respiro, per farlo serve l' accordo con la Fifa che nell' estate del 2021 lancia il nuovo Mondiale per club e occorre poi traslocare l' Europeo femminile.
Un domino di calendari che si trascina dietro investimenti milionari, ma ora pure il calcio ha bisogno di un piano rigoroso e intelligente per essere messo in sicurezza.
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