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Roberto Condio per la Stampa
L' ultima volta che ha cambiato squadra, non era nemmeno CR7. Dal Manchester United al Real Madrid: 6 luglio 2009 e in 80 mila ad aspettarlo al «Bernabeu». Cristiano Ronaldo entra con la maglia numero 9 e dice: «Giocare qui era il mio sogno di bimbo». Aveva 24 anni e «solo» una Champions e un Pallone d' oro in bacheca.
Ne ha 5 più 5, adesso che di anni ne ha 33, è un' azienda da oltre 300 milioni e l' ha trasferita a Torino. Firmando per la Juve, che con lui alza l' asticella.
L' ha preso per vincere la Champions, è chiaro. I tifosi che alle 10 di mattina lo hanno salutato prima delle visite mediche glielo hanno urlato, esaltati. Lui ha risposto sfoggiando sorrisi e buonumore, sparando un «Giuve, Giuve» rivedibile e poi, in 24' di conferenza stampa senza cuffiette del traduttore in testa, spiegando perché «sono diverso da tutti gli altri» e dicendo le cose che ogni juventino voleva sentirgli dire. Tipo: «Vivo di sfide e non vedo l' ora di cominciare, questo è un passo avanti nella mia carriera».
Sprizza entusiasmo, vuole vincere ancora e continuare a migliorarsi. Visto che con Manchester e Real ha alzato la Champions alla quinta stagione, la Juve spera che questa volta si sblocchi prima
SOCIETA' AL TOP
Da la Stampa
Tanto per cominciare, non castigherà più la Juve: 10 gol nei 7 scontri giocati per il Real. Il più bello può aver contribuito all' affare del secolo: «Splendidi, quegli applausi dopo il mio gol in rovesciata allo Stadium. Un momento speciale, motivazioni in più per iniziare bene questa nuova avventura. Venire qui è stata una decisione facile: per me la Juve è una delle squadre migliori del mondo. Con un grande presidente, un grande allenatore, calciatori abituati a vincere».
E l' accoglienza? «Ottima. Io cercherò di ringraziare sul campo tifosi e società per l' eccellente opportunità che mi è stata data. Non dirò mai che questo per me è stato passo indietro, anzi. Vedo una squadra in condizione di trionfare ancora dopo 7 campionati vinti.
Io sono qui per portarla a un livello ancora più alto. Voglio segnare la storia del club come nel Manchester e nel Real.
Sto benissimo, sono pronto e non vedo l' ora di cominciare la mia prima Serie A».
GIOCARE IN QATAR O IN CINA NON FA PER ME
Da la Stampa
Il Real e la Liga sono il passato: «È stata una storia brillante, ma ora è terminata. Sono molto felice di aver scelto la Juve e la Serie A. Cerco sempre sfide stimolanti e questa lo sarà. Molti giocatori alla mia età vanno a giocare in Paesi come Qatar o Cina. Rispetto tutti, ma io sono diverso».
Poi, certo, in blanco ha segnato 451 gol in 438 partite... «So che qui si gioca un calcio tattico e che sarà dura, ma io voglio sperimentare novità. Nella mia carriera non ho mai avuto nulla di facile, non mi piacciono le vittorie comode. Sono fiducioso, elettrizzato. È un po' come ripartire». Con Ancelotti come rivale. «Mi fa piacere, lui è sempre nel mio cuore. Mi ha aiutato molto con il suo lavoro al Real». Ora deve sfruttarlo in Italia: «Non devo più dimostrare nulla perché i miei numeri parlano da soli. Ma l' obiettivo è far vedere anche al tifoso italiano che sono un top player. Servirà anche un po' di fortuna, ma uno se la deve andare a cercare...».
L'ETA' NON CONTA
Da la Stampa
A Kiev, dopo la sua quinta Champions, CR7 buttò lì: «È stato bello aver giocato nel Real».
«Ma allora non avevo ancora deciso dove andare. Sapevo solo che a Madrid era finita», assicura adesso. Poi, è arrivato Agnelli.
«Lo ringrazio per avere pensato a me e avermi permesso di giocare in un club di questa grandezza. Sì, l' ho sentita la richiesta dei tifosi e so che la Champions qui manca dal 1996. Tutti, però, vogliono vincere questo trofeo e la Juve negli ultimi anni ci è arrivata molto vicina. Io spero di poterla aiutare a fare l' ultimo passo: sono in forma, di testa e di fisico, e in più questo trasferimento mi rende particolarmente orgoglioso». Però, ha 33 anni...
«L' età non conta e io me ne sento 23 (ride). L' importante è che la squadra stia tranquilla, lasci andare le cose in maniera naturale. Lavoreremo duro, lotteremo per tutti i trofei. La Champions è molto difficile da vincere e le finali sono sempre un' incognita, ma io so che è nelle nostre possibilità».
A TORINO SARA' UN PERIODO MOLTO BELLO
Da la Stampa
Lo ripete spesso: «Mi sento molto giovane». E precisa: «Faccio fatica a pensare più in là del presente. Mi godo il calcio, mi faccio prendere dalle sfide. Ho una carriera da sogno. Mai avrei sperato di vincere tanto».
Dopo Sporting, Manchester e Real, ora c' è la Juve: «Voglio trionfare anche qui e sono convinto che le cose andranno bene come nelle altre tappe. Sia chiaro: qui non sono venuto in vacanza ma per sorprendere tutti, una volta di più...». Con un altro Pallone d' oro? «Non mi toglie il sonno. Ne sognavo uno, all' inizio. Mai due o tre, figuratevi cinque! E poi, chissà? Magari la Juve mi aiuterà a vincere il sesto». Cos' altro? «Voglio continuare a essere un esempio.
Specie per i giovani. Negli allenamenti, nell' idea di non concepire rivalità con un singolo giocatore». Anche con Messi?
«Sì: io gioco per battere la squadra rivale. A Torino sarò il Cristiano di sempre. Ne sono certo: sarà un periodo molto bello della mia carriera».
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