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S.Man. per “la Stampa”
Una monoposto lenta in qualifica e in gara, problemi di affidabilità, piloti che non ci capiscono nulla. La Mercedes incassa la prima sconfitta pesante dell’era dei motori turbo ibridi.
Negli ultimi due anni le era successo di non vincere, ma sempre in circostanze particolari o per errori isolati. Mai aveva perso un secondo e passa a giro, dalle prove libere alla gara.
È stato un ko inaspettato ed è inutile cercare attenuanti nelle caratteristiche del circuito: un anno fa qui a Singapore Lewis Hamilton era partito in pole position e aveva vinto con facilità, mentre oggi sgrana gli occhi perplesso. «Peccato che abbia perso potenza e mi sia dovuto ritirare - dice -. Avevo il ritmo per vincere». Non è vero: prendeva un secondo a giro da Vettel ed era quarto dietro alle Ferrari e alle Red Bull, che fino a un Gp fa non gli facevano neanche il solletico.
«Punizione» dopo Monza?
«Non credo alle cospirazioni», premette Toto Wolff a chi gli domanda se la Mercedes sia stata «punita» per aver corso a Monza con la pressione delle gomme al di sotto del minimo.
Eppure qualche dubbio il team principal tedesco ce l’ha, perché alla domanda successiva (crede che la Pirelli vi abbia dato pneumatici diversi?) risponde così: «Confesso che il dubbio mi è passato per la testa. Nel Dtm (un campionato automobilistico tedesco, ndr) è successo che la Hankook fornisse gomme più pesanti dimenticandosi di avvisare noi e la Bmw».
Il peso della pressione
Era complottista anche Hamilton dopo le qualifiche: «La macchina è la stessa, io sono lo stesso pilota, spiegatemi voi che cosa potrebbe essere successo». Lui, per esclusione, pensava alle gomme. Rosberg non si sbilancia: «Non abbiamo capito come facessero Ferrari e Red Bull ad andare tanto forte». Secondo un’altra teoria, la rivoluzione di Singapore dipende dalla pressione di gonfiaggio.
Da due settimane la Fia ha imposto un limite minimo di sicurezza su indicazione della Pirelli, limite che penalizzerebbe soprattutto la Mercedes. Durante le libere, qualche team ha provato a sgonfiare gli pneumatici al di sotto del valore minimo e ha scoperto che c’è una grande differenza di prestazione. Sabato sera, Niki Lauda ha parlato a lungo con il capo di Pirelli, Paul Hembery. Argomento non divulgato, ma è difficile che il tema fosse la passione per gli aerei o la F1 degli Anni 80.
Domenica prossima si correrà a Suzuka con questa coda di sospetti e veleni. Il circuito sarà di nuovo favorevole alla Mercedes e alla potenza del suo motore, ma di nuovo si ripresenterà l’incognita della pressione di gonfiaggio. La Mercedes spera che Singapore sia stato soltanto un fine settimana difficile. Senza pensare ai complotti, s’intende.
[s. man.]
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