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Emanuele Bonini per “la Stampa”
I britannici perdono il cubo di Rubik. Quando una lettera fa la differenza e una sentenza riscrive la storia giuridica e commerciale di un prodotto di successo. Secondo la Corte di giustizia europea il famoso puzzle tridimensionale multicolore non può avere il marchio comunitario. Questo vuol dire che non sarà più protetto dalle imitazioni e tutti potranno riprodurlo, purché con altro nome e funzioni simili.
La storia
La Seven Towns, società britannica che gestisce i diritti di proprietà intellettuale relativi al «cubo di Rubik», ha chiesto e ottenuto nel 1999 che l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo) registrasse quale marchio comunitario tridimensionale, la forma del suo giocattolo rompicapo. Nel 2006, la Simba Toys, produttore tedesco di giocattoli, ha chiesto che fosse dichiarata la nullità del marchio tridimensionale.
Affermava che esso comportava una soluzione tecnica consistente nella sua capacità di rotazione, soluzione che poteva essere tutelata solo a titolo di brevetto e non in quanto marchio. Ottenuta una risposta negativa, la Simba s’è rivolta al Tribunale presentando un ricorso per l’annullamento della decisione dell’Euipo. Anche il Tribunale ha detto «no».
Il colpo di scena (annunciato)
Già a maggio scorso l’avvocato generale Maciej Szpunar aveva ritenuto che fosse il caso di cambiare orientamento. Si consideravano le decisioni adottate fino a quel momento viziate da errori di valutazioni. Un giudizio non vincolanti, come sempre. Fa fede la sentenza della Corte riunita, non il parere dell’avvocato generale come singolo. Però nella maggior parte dei casi però la Corte tende a confermarlo, e così è stato.
Contrariamente a quanto affermato dal Tribunale, la Corte constata che, il Tribunale avrebbe dovuto prendere in considerazione anche elementi non visibili nella rappresentazione grafica di tale forma, quali la capacità di rotazione degli elementi individuali di un puzzle tridimensionale del tipo «cubo di Rubik».
In tale contesto, il Tribunale avrebbe dovuto definire la funzione tecnica del prodotto interessato e tenerne conto nel suo esame. Risultato: la Corte annulla la sentenza del Tribunale e la decisione dell’Euipo che confermano la registrazione della forma controversa come marchio dell’Unione. Di conseguenza l’Euipo dovrà adottare una nuova decisione tenendo conto di quanto dichiarato dalla Corte nella sentenza emessa oggi.
Liberalizzazione del cubo
La sentenza di oggi vuol dire via libera alla produzione dei puzzle tridimensionale. Il marchio Ue protegge il prodotto, soprattutto dalle imitazioni. E quindi dalla concorrenza. Con la decisione di oggi chiunque può costruire e commercializzare il Cubo di Rubik, purché gli attribuisca un altro nome e funzioni simili
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