DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratti da gazzetta.it
Un fiume in piena. Aurelio De Laurentiis è il solito vulcano sul palco del Business of Football Summit in corso a Londra. Racconta del calcio che vede, quello che ha perso l’interesse dei giovanissimi, quello prigioniero delle istituzioni, quello che “è malato soprattutto perché è malata la sua economia”.
“Il calcio è un’industria schiava di alcune istituzioni che dovendosi mettere il vestito del comando ne hanno limitato lo sviluppo - attacca il patron del Napoli nel summit organizzato dal Financial Times -. Il calcio così si è ritrovato ad essere sempre più indebitato e schiavo della pirateria che non ha mai saputo dominare. È malato soprattutto perché è malata la sua economia (...)
De Laurentiis ha la sua ricetta per aiutare il calcio: “Deve essere gratis per tutti - dice -. Se vuoi recuperare pubblico devi andare in diretta tv gratis. E tu come imprenditore devi essere quello che sa raccogliere una pubblicità gigantesca. E conta anche come fai vedere il calcio. Non solo negli stadi, che in Italia sono fatiscenti e non confortevoli per il pubblico.
Parlo anche della tv: non è possibile che in Formula 1 le immagini mi facciano quasi credere di essere al posto del pilota e nel calcio non sia così. Io vorrei scegliere i miei registri, e dico sempre che l’esempio di come trasmettere una partita è la finale del Mondiale tra Argentina e Francia. Ma il calcio si è invecchiato anche come gioco: bisognerebbe sedersi ad un tavolo e riflettere, ma il nostro è un grande circo in cui non ti puoi fermare a pensare e quindi non puoi ribellarti”.
De Laurentiis mette nel mirino due categorie della famiglia del calcio: agenti e arbitri. “Sono un cancro del calcio” dice dei rappresentanti dei giocatori. “La classe arbitrale dovrebbe dipendere dai club, con cui dovrebbe dialogare perché non sia una casta ma dei collaboratori - dice dei fischietti -. E non esiste che un arbitro espella un allenatore. Il calcio sembra una barzelletta per questo”.
Il presidente del Napoli parla anche della Superlega, ricordando anche che dieci anni fa aveva proposto una sorta di campionato europeo per club complementare o diverso dalla Champions, “a cui partecipino squadre in base ai risultati nei propri campionati. Sarò favorevole alla Superlega solo se sarà in grado di essere democratica, solo se ci si entrerà per merito e non per pedigree. Loro hanno promesso di essere operativi dal 2025. Chi vivrà vedrà”.
Il finale del suo intervento, il presidente lo dedica al suo Napoli, club che sottolinea ha chiuso il bilancio con 83 milioni di utili. “Noi al Mondiale per club? Mi spiace per la Juve, che è stata punita dalla Uefa ed estromessa dalle coppe: se dovessimo battere il Barcellona e poi fare una vittoria o un pareggio, di diritto dovremmo andarci noi. Ma penso che il Napoli dovrebbe andarci comunque, perché se la Juve è fuori dalle coppe europee non dovrebbe essere ammessa al Mondiale per club”.
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