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"IL MONDO DELLO SCI DEVE INTERROGARSI, C'E' ESASPERAZIONE, SI STA ANDANDO OLTRE IL LIMITE" – DEBORAH COMPAGNONI RIFLETTE SULLA SICUREZZA SULLE PISTE DA SCI DOPO LA MORTE DI MATILDE LORENZI, LA GIOVANE PROMESSA DELLO SCI ITALIANO SCOMPARSA A 19 ANNI DOPO UNA CADUTA SULLE PISTE IN VAL SENALES: “LA POVERA MATILDE HA FATTO UN ERRORE. MA NON È CHE PER UN ERRORE DEVI RISCHIARE LA VITA” - "QUANDO SCIAVO IO, NON ERAVAMO COSÌ COSTRETTI IN UN FAZZOLETTO DI NEVE. C'ERA SPAZIO E AVEVAMO LINEE DI FUGA"

Estratto dell’articolo di Daniela Cotto per “la Stampa”

deborah compagnoni

 

«Il mondo dello sci deve interrogarsi. Troppa esasperazione, troppi incidenti, diamo un'immagine falsata». Deborah Compagnoni riflette a voce alta dopo la morte sul ghiacciaio della Val Senales di Matilde Lorenzi, 19 anni, promessa della velocità azzurra. Ospite ieri al convegno sul sistema dei controlli nelle società di montagna organizzato a Cervinia, Nostra Signora della neve, tre ori olimpici in tre edizioni differenti, unica italiana ad avere una bacheca così prestigiosa, […] si espone pur con i suoi toni sempre equilibrati, per uno sport più sicuro.

matilde lorenzi

 

Deborah, gli ex azzurri Paolo De Chiesa e Piero Gros hanno sollevato il caso della mancanza di sicurezza della pista della Val Senales, dove è morta la giovane torinese. È d'accordo con loro?

«Sì. Ho letto. L'osservazione giusta è quella sui tracciati. Ci sono tanti atleti in un rettangolo di neve. Rischiano tutti ma sicuramente di più quelli che scendono sul bordo. Mi spiego. Se cadi fuoripista puoi anche trovare delle rocce oppure un ostacolo».

 

Come è successo a Matilde?

deborah compagnoni

«Purtroppo la povera Matilde ha fatto un errore. Ma non è che per un errore devi rischiare la vita. Se quel tracciato fosse stato in mezzo alla pista con meno tracciati, lei sarebbe caduta in un punto diciamo "normale". Quando sciavo io non eravamo così costretti in un fazzoletto di neve. C'era spazio e avevamo linee di fuga. Insomma, era tutto più razionale. Invece oggi c'è troppa esasperazione».

 

matilde lorenzi

Lancia un allarme?

«Piuttosto una riflessione seria e profonda che riguarda anche le società degli impianti. Hanno costi troppi alti e, pur di lavorare, ospitano squadre italiane, straniere, sci club con ragazzini di ogni età. E questo può creare danni. Penso che ci siano tante cose da rivedere. Ormai si sta andando oltre il limite».

 

Il concetto che spiega nel suo libro.

«I bambini devono essere liberi di giocare. L'infanzia è fondamentale. Perché c'è qualcosa che ti resta dentro per sempre. L'affetto dei genitori e crescere senza stress è fondamentale. Oggi purtroppo i piccoli crescono con l'idea di essere ambiziosi, di dover essere bravi. Ci sono troppe aspettative e poco equilibrio. Lo sport di conseguenza diventa estremo». […]

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