
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
LO STATO DELL'ARTO - DOPO LA MANONA DI KOONS A PARIGI, IL POLLICIONE ANTI-BREXIT DI LONDRA, ECCO IL BRACCIO DI HANK WILLIS THOMAS SUL PONTE DI BROOKLYN - L'OPERA DIVIDE NEW YORK. QUELLI DI MANHATTAN TROVANO IL GESTO PROVOCATORIO. C'È PERSINO QUALCUNO CHE INTERPRETA IL LAVORO COME UN CRIPTATO MESSAGGIO ISLAMICO. E TANTI CI TROVANO L' IDEA LATENTE DELLA SUPREMAZIA NERA...
Giulia Zonca per “la Stampa”
Un dito puntato verso l' alto compare davanti al ponte di Brooklyn, New York, e ovviamente nessuno guarda il cielo e tutti si scannano sul significato dell' indice gigante.
La scultura evoca la statua della libertà: è un braccio alto sette metri pensato da Hank Willis Thomas, artista che ha osservato per anni il fisico dei cestisti afroamericani e ci ha costruito sopra una carriera.
Il braccio in questione è atletico, muscoloso, perfetto: potrebbe tendere verso il meglio, guardare l' orizzonte, celebrare, come sempre, il sogno a stelle e strisce, ma siamo nel 2019 e qualsiasi novità divide, pure un pezzo di arte pubblica che si chiama «Unity». Quelli di Manhattan trovano il gesto provocatorio, come se Brooklyn si considerasse un distretto più importante e a Brooklyn lo considerano socialmente discutibile perché potrebbe celebrare il quartiere diventato ricco, dinamico, con proprietà che hanno triplicato il valore.
Un complotto contro la vera natura della zona, fatta di multiculturalismo e diversità. C' è persino qualcuno che interpreta il lavoro come un criptato messaggio islamico. E tanti ci trovano l' idea latente della supremazia nera. Pensare che l' enorme braccio doveva portare un nome ben più controverso: «We' re No. #1». E il primato non stava per un numero civico sopra un altro, una razza, o un popolo definiti migliori in base a chissà quale classifica, era un inno all' uomo, capace di qualsiasi cosa. Pure di cambiare Paese e ricominciare, di superare brutali crisi economiche, di reinventarsi. Ma no, neanche ridurre il battesimo a un concetto più semplice ha placato animi predisposti alla faida.
Non è certo il primo arto gigante in circolazione: Parigi ha la manona di Koons che regge 11 tulipani, appena sfregiata, Londra ha il pollicione fuori misura piazzato a Trafalgar Square e diventato subito simbolo della comunità anti Brexit. Anche le statue prendono una parte, almeno nella testa di chi guarda senza più riuscire ad andare oltre il dito. Forse «Unity» è un totem.
KOONS PARIGI
KOONS PARIGI 3
KOONS PARIGI 1
Hank Willis Thomas unity
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI…
DAGOREPORT – RAI, CHE MANICOMIO! L’AD ROSSI CHE CERCA UN COMPROMESSO COL SUO NEMICO, IL LEGHISTA…
FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI…
FLASH – DOMANI SI SVOLGERÀ IL VERO CONCLAVE: IL VOTO DELL’ASSEMBLEA DI GENERALI CHE DOVRÀ DECIDERE…
DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL…