1. TOTTI CHE, IN PIENA PARTITA, DOPO ESSERSI TARANTOLATO PER IL SECONDO GOL, SI FA IL SELFIE AUTOCELEBRATIVO È L’APICE DI UN DERBY INCANDESCENTE CHE SFIORA IL MANICOMIO 2. DERBY DI FEROCE BELLEZZA. DUE TEMPI E DUE PARTITE. NEL PRIMO, LA LAZIO TIENE FELIPE ANDERSON. E’ PIÙ DI UNA DIFFERENZA. E’ UN ABISSO. ROMA LENTA, MACCHINOSA, SENZA LUCE. CON QUEL NAINGGOLAN CHE PARE INCITRULLITO DALL'ECCESSO DI ELOGI E COPERTINE 3. FRANCESCO TOTTI CHE, NEL PRIMO TEMPO, ERA SOLO IL MONUMENTO DI SE STESSO DENTRO UN ENORME MUTANDONE ANNI ’30 CHE LO VESTE COME UNA LASTRA DI GESSO, RIENTRA IN CAMPO CON UN’IDEA CRIMINALE, FARE QUELLO CHE NON È, LA PUNTA VERA. FUNZIONA

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Giancarlo Dotto per Dagospia

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Sua Immensità Francesco Totti che, in piena partita, dopo essersi appena tarantolato per il secondo gol, come le pazze di Galatina, si fa sotto la Sud il selfie autocelebrativo è l’apice di un’incandescenza che nel secondo tempo sfiora il manicomio. Derby di feroce bellezza. Due tempi e due partite. Nel primo, la Roma tiene palla, ma la Lazio tiene Felipe Anderson. E’ più di una differenza. E’ un abisso. Avere il secondo è infinitamente più letale specie se questa palla non sai a chi darla davanti. In tre partite (Inter, Sampdoria e Roma) il brasileiro ha fatto vedere cose, gol, assist e dribbling, che se li fai nel corso di un campionato, già ti danno la patente di fenomeno.

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Roma lenta, macchinosa, senza luce. Con quel Nainggolan che pare incitrullito dall’eccesso di elogi e copertine.

Totti che, nel primo tempo, era solo il monumento di se stesso dentro un enorme mutandone anni ’30 che lo veste come una lastra di gesso, rientra in campo con un’idea criminale, fare quello che non è, la punta vera. Funziona. Anche perché nella Roma spunta liberatorio il profilo lupesco di uno Strootman ritrovato, che si aggiunge a quelli di Holebas e Manolas, i migliori in giallorosso.

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Strootman subito decisivo e poi Holebas per il Totti killer. Pioli ci mette il suo con il cambio più strampalato della storia. Fuori Felipe Anderson e Roma che si toglie di dosso l’unica scimmia. Sembra vicina alla vittoria stupefacente la Roma, ma è un riflesso pazzesco di De Santis, del suo se stesso di quindici anni fa, a salvarla da una beffa atrocissima. Per qualche ora la Roma è prima in classifica a pari punti con la Juve, ebbrezza di buon auspicio.

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Memorabile all’inizio la scenografia della Sud con i ritratti romanisti della storia. Quelli della Lazio potenziano torace e muscolo cardiaco con la scritta sulla maglia “Je suis Charlie”. Concetto che il francese Rudi Garcia non ha bisogno d’incorporare.

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