RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Franco Vanni e Matteo Pinci per “la Repubblica”
La Serie A al bivio affronta a uno spettro: una decrescita, non proprio felice, del sistema. Un livellamento verso il basso. Mai più Cristiano Ronaldo, e tanti saluti al ceto medio del campionato. Molti tra i presidenti si chiedono: «Perché il ministro ce l' ha con il calcio?». Il ministro è Vincenzo Spadafora, a cui il premier Conte ha affidato le redini nazionali dello sport, ma che con il più popolare (e remunerativo) di questi sembra avere un conto aperto.
Domenica sera in tv ha sollevato dubbi sulla possibilità che i calciatori possano allenarsi dal 18 maggio: andare oltre però renderebbe impossibile la ripresa del campionato per il 14 giugno, termine ultimo per salvare la stagione. Per i club, il ministro pentastellato fa melina, prende tempo per costringerli ad arrendersi, anziché fischiare sin da ora la fine. Ricordano con sospetto il "no" a Roma 2024 dall' ala più oltranzista del Movimento 5 Stelle.
Dieci club a rischio fallimento La bolla rischia di scoppiare. Il calcio è un' industria indebitata fino al collo e alcune società hanno già iniziato a spendere soldi che incasseranno solo nella prossima stagione.
Almeno 10 su 20 in A rischiano il fallimento: lo hanno messo nero su bianco in un documento che circola tra i presidenti. Se questo campionato non si giocasse, e se il prossimo dovesse essere disputato a porte chiuse fino al 31 dicembre, per la stagione 2020/21 la Lega stima perdite del 25% almeno. Il mancato incasso della campagna abbonamenti costringerà molte società a ristrutturarsi, senza quella liquidità che normalmente arriva in estate in un momento cruciale per pagare gli stipendi e garantire il mercato. Le tv, poi, hanno già chiesto uno sconto per il prossimo campionato, per rientrare dei danni subiti in questo.
vincenzo spadafora foto mezzelani gmt 15
Discount Serie A Per coprire le perdite, i club dovrebbero ridurre per un anno ancora gli stipendi dei calciatori e chiedere sconti sui giocatori presi in prestito con riscatto, la tipica operazione per allestire una rosa rimandando i pagamenti. E se il resto d' Europa ripartirà, l' Italia dovrà svendere i pezzi pregiati e trasformarsi in un discount, quello che è successo al campionato olandese: una vetrina alla mercé dei club europei. La pandemia insomma avrebbe come effetto quello di "riformattare" un sistema già in crisi e fuori controllo da tempo. Ma, temono adesso i club di Serie A favorevoli alla ripresa, questo potrebbe essere un rischio che la politica è disposta ad accettare, oppure un vero obiettivo: in tempo di crisi, ridimensionare spese e follie del calcio dei paperoni può produrre consensi nell' elettorato populista.
Ieri sera Spadafora ha respinto le accuse con una diretta Facebook: «Ridicolo parlare di complotto, il calcio va salvato: per me sarebbe più facile fermare tutto, come vuole la maggioranza delle persone».
Pro e contro Nell' ultima assemblea di Lega, Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha più o meno sentenziato: «Il Covid finirà per far sparire quelle squadre medio piccole che vivono sopra le proprie possibilità». Facendo imbestialire il presidente del Genoa Preziosi. Un fronte guidato dal presidente della Lazio Lotito e dalla Roma spinge per tornare a giocare.
La Lega di Serie A è allineata sulla posizione, come la Federcalcio. Contrario è invece il presidente del Coni Malagò, in sintonia con il ministro Spadafora. Ma anche di alcuni club della stessa Serie A: Brescia e Torino ritengono che giocare non si possa, come Sassuolo e Udinese. Il ds laziale Igli Tare ha attaccato gli attendisti: «Non mi spiego perché club come Juve e Inter non prendano posizione ».
La questione medica La frattura tra Spadafora e il calcio è profonda. D' altronde la Figc e la Lega di A hanno chiesto di sospendere almeno per un anno il divieto di pubblicità per le agenzie di scommesse per dare ossigeno al sistema. Ma quello è uno dei cavalli di battaglia dei 5 Stelle. Poi c' è il contrasto sui medici di riferimento. La Federcalcio infatti ha affidato a Paolo Zeppilli la stesura di un protocollo per permettere il ritorno agli allenamenti.
Giovanni Malagò e Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT45
Spadafora invece ha indicato come consulente Maurizio Casasco, presidente dei medici sportivi italiani. La diversa veduta tra i due si è trasformata in uno scontro quasi ideologico. Culminato con la bocciatura del protocollo della Figc. Un nuovo documento, ora, lo produrrà il Comitato tecnico scientifico incaricato dal ministro. Spadafora ha spiegato: «Il Comitato incontrerà la Federcalcio, il Coni e la federazione medici sportivi. Se si riuscirà a perfezionare questo protocollo, gli allenamenti di squadra riprenderanno il 18 maggio. Ma non vuol dire che riprenderà anche il campionato». Ieri la Uefa ieri ha sbloccato i 236,5 milioni già promessi alle federazioni europee.
La Figc potrà usare i suoi 4,3 milioni anche per aiutare i club minori. E per le piccole società Andrea Abodi, n.1 del Credito sportivo, s' è voluto augurare che «il ministro Spadafora valuti erogazioni a fondo perduto».
Ultimi Dagoreport
FLASH! - LA GIORNALISTA E CONDUTTRICE DI CANALE5 SIMONA BRANCHETTI, STIMATA PROFESSIONALMENTE DA…
DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
FLASH! - AVVISATE CASTAGNA, GIORGETTI, FAZZOLARI, MILLERI E CALTAGIRONE: UNICREDIT PASSA ALL'AZIONE …
DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E…
DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO,…