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A.S. per “la Repubblica”
Era già pazza per definizione. Ma da quando è diventata un mostro a tre, quattro, cinque o chissà quante altre teste, provenienti ognuna da un angolo diverso del mondo, l’Inter è diventata una creatura inafferrabile e preoccupante, ormai sulla via dell’insensatezza. Prendete la giornata di ieri. Accade al mattino quel che si era appreso già lunedì sera, cioè l’inevitabile esonero di Frank De Boer.
L’olandese saluta, fa sapere che avrebbe voluto «più tempo» per lavorare, ma in definitiva va bene così, ciao Frank, (non) è stato bello, avanti il prossimo che abbiamo fretta. Nell’immediato il prossimo è Stefano Vecchi, tecnico della Primavera, che dirige il suo primo allenamento alla Pinetina, oggi partirà con la squadra per Southampton e domani vivrà l’emozione dell’esordio in Europa League: in bocca al lupo di cuore, perché due settimane fa i Saints strapazzarono l’Inter, perdendo solo per caso. Vecchi si allungherà fino a Inter-Crotone per poi lasciare spazio al primo allenatore, scelto nei giorni scorsi dal ds Piero Ausilio e quasi designato, Stefano Pioli. Che sbarca a Milano direttamente da New York, dove era in vacanza, e va a colloquio con Ausilio.
Finita qui? Macché. Ci sono molte teste pensanti all’Inter, e molti interessi che le volteggiano intorno, quindi non a tutti la scelta di Pioli va bene. Si apprende infatti che il braccio operativo di Suning, Jun Ren, insieme a Steven Zhang, il 25enne figlio del proprietario del gruppo, arriveranno venerdì a Milano per decidere il nome del nuovo tecnico, e per incontrarne più d’uno, in un giro di colloqui che coinvolgerà anche Pioli, ma al momento non è detto che sarà il prescelto.
I due dirigenti cinesi non hanno ovviamente idea di come scegliere un bravo allenatore in Europa, non è il loro mestiere. Però intanto si apprende che il gruppo Suning ha contattato nei giorni scorsi Fabio Cannavaro, che ha vinto la serie B cinese col Tianjin Quanjan subentrando e risalendo da un -11 dalla prima in classifica: il bello è che Cannavaro ha declinato la proposta.
fozza inda suning zhang jindong 3
Purtroppo però il consigliere di Suning in Europa è il manager Kia Joorabchian, il pericolosissimo uomo di fiducia di Erick Thohir, già autore di tre capolavori in estate: l’ingaggio di Frank De Boer, l’acquisto di Joao Mario per 45 milioni e quello di Gabigol per 30. Costui ha da piazzare i suoi uomini dentro l’Inter per ovvi motivi di (suo) bilancio, infatti ecco la rosa dei papabili, che da venerdì verranno valutati: l’olandese Guus Hiddink, i portoghesi André Villas Boas e Vitor Pereira, e addirittura lo spagnolo Marcelino.
Tutti legati in qualche modo a Kia e tutti con le stesse caratteristiche di Frank De Boer: stranieri e senza esperienza di Italia, Hiddink l’unico con un profilo adeguato ma alieno alla nostra realtà. Tutta gente che non potrebbe allenare questa Inter, e di sicuro non da novembre e dopo due allenatori esonerati. È chiaro che ormai, per questo enorme pasticcio provocato dalle teste pensanti che gestiscono l’Inter dall’Asia, ci vuole un aggiustatore italiano alla Pioli. Eppure l’attesa continua. E l’Inter sprofonda nel ridicolo, per colpa degli avvoltoi che ha sulla testa.
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