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FUORI IL PAPAGNO! DOTTO LA PENSA COME IL PAPA: “SE TONELLI HA INSULTATO LA MADRE, BENE HA FATTO DENIS A DARGLI UN GANCIO DESTRO IN FACCIA - LE VITE DI NOI MORTALI HANNO UN SOLO PUNTO FERMO: LA DIFESA DELLE PERSONE CHE AMIAMO”

GERMAN DENISGERMAN DENIS

Giancarlo Dotto per Dagospia

 

Per le me le cose sono semplici e le pelosissime chiacchiere stanno a zero. Se è vero che Tonelli lo ha insultato e minacciato a fine partita, benissimo ha fatto Denis a collocare nella sua biografia di piccolo, polveroso mortale un atto che gli fa onore, un gancio destro in faccia al provocatore. Se, invece, Tonelli non lo ha provocato, lo stesso Denis va chiaramente messo sotto osservazione per sindrome da delirio persecutorio.

 

GERMAN DENIS E LORENZO TONELLIGERMAN DENIS E LORENZO TONELLI

Per la stessa ragione Zinedine Zidane diventò il mio eroe l’attimo stesso in cui si acceca e si offusca, dimenticando d’essere al centro d’un evento planetario, e, strafregandosene delle conseguenze, rifila quella notte a Berlino una spettacolare testata al torace utilmente spazioso di Materazzi. Che aveva sordidamente provocato il francese con volgari allusioni, mica tanto allusive, alle sue donne di famiglia.

DENIS TONELLI 2DENIS TONELLI 2

 

Il punto è questo. Solo questo. La patetica e fallimentare ricerca di un senso che, da Platone a Vasco Rossi, agita le vite di noi polverosi e comuni mortali, ha un solo credibile punto fermo: la difesa delle persone che, fosse anche per un sacrosanto equivoco, amiamo. Il resto è nulla. Se non proteggi quello che credi amare non sei più di un lombrico.

 

LORENZO TONELLILORENZO TONELLI

Qualcuno deve spiegarmi perché il reato di parola è meno villano della reazione di mano (o di testa). Dare della “puttana” alla madre o alla sorella di un altro meno grave che ricevere in cambio una reazione alias lezione.  Per quanto ne so io, la pulsione che sta alla base della provocazione verbale è infinitamente più volgare. Quanto ne so io e perché credo di sapere? Vado a curiosare con una lanterna magica nella testa del soggetto, nelle sue stanze segrete, un attimo prima che formuli la frase, e ne annuso intensamente il tanfo. E lo schifo.

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