DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Paolo Bracalini per "il Giornale"
Come se non bastassero la guerra Conte-Grillo e il rischio di scissione, il M5s è alle prese con un altro problema non da poco. L' unico ministero che porta l' impronta M5s, quello della Transizione Ecologica, non va affatto nella direzione che si aspettavano i 5s. Tanto che i parlamentari più critici verso Roberto Cingolani, il fisico chiamato a fare il superministro verde in quota M5s (ma non è mai stato grillino), sono proprio quelli del gruppo M5s.
Il problema si intreccia alla faida in corso nel Movimento, perché l' idea del ministero della Transizione viene da Beppe Grillo e quindi il suo eventuale fallimento viene ascritto al Garante, per rinfacciargli l' errore di aver fatto entrare il M5s nel governo Draghi facendosi abbindolare dall' ecologia.
È circolata voce nelle ultime settimane di una rottura tra Cingolani e Grillo, che nell' assemblea con i deputati ha detto a proposito del ministero della Transizione Ecologica: «Se andiamo avanti così è un bagno di sangue». Un termine, «bagno di sangue», che era stato proprio Cingolani ad usare per far capire gli enormi costi, a carico dei cittadini, che una svolta green sognata dagli ecologisti stile M5s comporta («Per ridurre l' impatto ambientale bisogna fare cambiamenti radicali che hanno un prezzo, ad esempio sulla bolletta elettrica»).
I grillini hanno fatto delle brutte scoperte, non solo che Cingolani è molto attento alle ripercussioni sull' industria di tutte le ideologie ambientaliste («Io non ne posso più di sentire demonizzare l' industria», va cambiato il modello produttivo «ma dobbiamo farlo in maniera sostenibile e la sostenibilità è anche garantire il lavoro» ha detto), ma addirittura pensa all' energia nucleare, una bestemmia per verdi e grillini, come «un treno da non perdere» e la fusione nucleare come «la rinnovabile delle rinnovabili. E poi ha autorizzato le trivelle nell' Adriatico, sfottendo sarcasticamente chi si è scandalizzato (grillini inclusi):
«Non le ho autorizzate io, quelle trivelle erano già lì e le vongole erano offese già da tempo». In più Cingolani è un sostenitore degli inceneritori che «se, ben utilizzati, possono produrre energia dove non c' è altra soluzione» dice. Le risorse del Pnrr dedicate alla Transizione energetica vengono poi gestite da Cingolani e dal premier Conte, il M5s non tocca palla. Non c' è da stupirsi quindi che nelle chat grilline si sia proposta persino la sfiducia a Cingolani, il ministro degrillinizzato.
Il senatore ex M5s Elio Lannutti rinfaccia a Grillo l' errore di aver definito «Cingolani ambientalista, proprio lui che è stato ribattezzato 'er trivella della Leopolda». Ma a guidare la rivolta sono il deputato Luigi Gallo e, fuori dal Parlamento, Alessandro Di Battista, il custode di tutte le battaglie perse: «Cingolani non ha nulla a che fare con la transizione ecologica finora, speriamo si possa convertire sulla via di Damasco».
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