1. ASPETTANDO ROMA E JUVE, SONO PAZZO DI FELIPE ANDERSON. EROTISMO FATTO CALCIO. È OGGI PIÙ FORTE DI NEYMAR. PIÙ TESTA E PIÙ TALENTO. HA DEMOLITO DA SOLO IL SASSUOLO 2. L’ALTRO PEZZO DA NOVANTA SI CHIAMA SALAH. UN GRAZIOSO REGALO DI MOURINHO. SOLITO NAPOLI A TORINO. CHE S’AFFLOSCIA OGNI VOLTA SUL BELLO

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Giancarlo Dotto per Dagospia

Aspettando Roma e Juventus, sono pazzo di Felipe Anderson. Per quanto allergico a certi colori e a certi pennuti, non me lo perdo mai il brasileiro, a costo della varicella. M’incateno alla sedia. Ogni volta che tocca palla sento brividi mozartiani. Erotismo fatto calcio. Per me, già oggi, è più forte di Neymar. Più testa e più talento. Più completo.

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Del fuoriclasse assoluto, penso a Gianni Rivera, Franz Beckenbauer, Michael Jordan, Roger Federer, ha la freddezza assassina dello spartito, il tempo musicale dell’incedere, sa innato quando accelerare e quando sospendere. Insomma, un genio. Oggi ha demolito da solo il Sassuolo. Bipede perfetto. Destro e sinistro.

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E siccome Klose non la buttava dentro, ne ha fatto una questione personale, fino a quando il crucco si è rassegnato a fare centro. Se aggiungiamo il moro Keita carpito al Barcellona, altro talentone, bisogna dire che la Lazio dei vituperati Lotito e Tare si ritrova in casa le due più eccitanti suggestioni del nostro calcio poverello.

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L’altro pezzo da novanta è arrivato a gennaio e si chiama Salah. Un grazioso regalo di Mourinho. Diciamolo, un’autentica cazzata. Intascando l’egiziano e trenta milioni per Cuadrado al Chelsea, la Fiorentina ha chiuso l’affare calcistico più sensazionale dell’ultimo decennio. Complimenti assoluti.

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Montella si esalta e mostra quanto è bravo anche nel rimescolare i suoi e presentare una Viola sempre degnissima. Brutta pagina per Mourinho, ma anche per la Roma che aveva Salah in pugno e l’ha cestinato, considerandolo una seconda scelta. Roba da scudisciarsi le parti basse. Dopo aver giustiziato il Tottenham, l’ex Chelsea ha ingrigito a San Siro il ciuffo di Mancini.

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Solito Napoli a Torino. Che s’affloscia ogni volta sul bello, quando si tratta d’imprimere la svolta verso una grandezza sempre più presunta. Squadra, quella di Benitez, sempre in mezzo al guado, un po’ come il suo allenatore. Incapace d’immaginarsi diversa da quello che è. Per me, questo Napoli deve pensare (e spaventarsi) più a quanto sta dietro, Lazio e Fiorentina, che davanti.

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Zero punti a Torino e un movente in più per Totti e compagni all’Olimpico. Reduce dall’impresa di Bilbao, la taurina orchestra di Ventura ne colleziona un’altra in sequenza, l’ennesima, confermando d’avere molto calcio e molta salute in canna.

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Sipario sempre più chiuso sul Milan di Inzaghi. Salvate il soldato Pippo. Inadeguato in panca e ancora di più quando si racconta che ha visto in crescita la sua brancaleonesca banda messa all’angolo dal Chievo.

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Insomma, persa anche la decenza. Galliani si è incatenato alla scrivania, aspettando una ricca liquidazione che non arriva, ma Berlusconi che fa? Se l’Inter si conferma una ragazza interrotta, qua e là interessante, il Milan è davvero una specie di malinconico ospizio. Senza De Jong, sarebbe tornato umiliato anche da Verona.