DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Luca Pisapia per “Il Fatto Quotidiano”
La Fifa ha confezionato il perfetto paradosso di Protagora, quello per cui qualunque sia l’esito della sentenza l’imputato ne esce vincitore. Il rapporto della commissione giudicante del Comitato Etico della Fifa, firmato dal presidente Hans-Joachim Eckert, in 42 pagine sostiene che non c’è stata “nessuna irregolarità nel processo di assegnazione dei Mondiali di calcio del 2018 alla Russia e del 2022 al Qatar”. C’era da aspettarselo, dato che controllore e controllato fanno parte della stessa Fifa, una multinazionale i cui ricavi superano 1,5 miliardi l’anno.
IL COMITATO Etico ha infatti prodotto ieri il suo personale riassunto dell’inchiesta interna affidata tre anni fa all’avvocato newyorchese Michael Garcia, che a luglio ha depositato oltre 200 mila pagine di documenti e allegati che provavano corruzione, tangenti, fondi neri e pagamenti occulti a famigliari dei membri dell’organizzazione. Personale riassunto perché l’inchiesta di Garcia non sarà mai resa pubblica “per motivi legali”, e la stessa Fifa ha confermato che, semmai in futuro sulla base di questa inchiesta saranno presi provvedimenti disciplinari, nemmeno questi saranno resi pubblici.
Personale riassunto anche perché tali conclusioni sono in netto contrasto con quello che ha trovato Garcia in questi tre anni, e infatti lo stesso Garcia dopo aver letto il rapporto della commissione ha dichiarato senza mezzi termini: “Questo riassunto dell’inchiesta da me condotta è sicuramente incompleto, e contiene diverse interpretazioni errate sia a livello dei fatti sia delle conclusioni”.
Quello che ha concesso la Fifa nelle sue 42 pagine per giustificare il terremoto successivo alla sera del 2 dicembre 2010 – quando contro ogni pronostico l’organizzazione della Coppa del mondo del 2018 e 2022 fu assegnata rispettivamente a Russia e Qatar – è che sì ci sono stati diversi episodi di corruzione intorno alla faccenda, ma tutti messi in atto per interessi personali, alla ricerca di una candidatura o di una rielezione, e che nessuno di questi episodi abbia mai sfiorato la votazione in sé.
Eppure, a luglio il Sunday Times, pochi giorni dopo che l’inchiesta di Garcia fu depositata, aveva scritto di “essere in possesso di centinaia di milioni di documenti segreti, tra email, lettere e trasferimenti bancari”. Documenti che dimostravano che l’ex vicepresidente della Fifa (ex delegato Fifa per il Qatar e ed ex boss della federazione asiatica) Mohamed Bin Hammam avesse pagato mazzette per oltre 5 milioni di dollari, soprattutto a votanti africani, per fare vincere il Qatar nell’assemblea del 2010.
LO STESSO Bin Hammam che nel 2011 è stato a costretto a dimettersi da ogni incarico alla Fifa, senza alcuna condanna, così come il suo omologo Jack Warner, anche lui tirato in ballo dal Sunday Times. Warner, potentissimo boss del calcio centro e nord americano, da sempre un bacino di voti di inestimabile valore, è un caso emblematico su cui pendono diverse inchieste: dalla costruzione di alberghi, campi di calcio e infrastrutture che poi ospitano remunerative competizioni sotto l’egida Fifa, alla gestione della vendita dei biglietti per i mondiali di calcio, fino a un’indagine del Fbi proprio sulla corruzione nel voto che ha assegnato il Mondiale al Qatar.
Lo stadio con aria condizionata viene dichiarato irrealizzabile
Ma Warner è anche il delegato Fifa che promise, in cambio di remunerative sovvenzioni al calcio caraibico (ovvero a lui) di far convergere i voti delle federazioni centro e nord americane sull’Inghilterra, salvo poi all’ultimo passare al miglior offerente: il Qatar. E proprio il rapporto del Comitato Etico della Fifa diffuso ieri, nell’assolvere le federazioni di Russia e Qatar, ammonisce invece per i suoi rapporti con Warner quella inglese, la grande sconfitta e quindi più battagliera nella lotta al Qatar, che si ritrova oggi cornuta e mazziata.
Il Khalifa International Stadium di Doha
Da questo processo, o meglio da questo riassunto dell’inchiesta contestato in primis da quello stesso Garcia che le indagini ha condotto, esce ovviamente pulito e profumato anche Sepp Blatter: il padre padrone della Fifa che all’alba degli ottant’anni prepara la rielezione al quinto mandato consecutivo. D’altronde il paradosso di Protagora era chiaro fin dall’inizio, qualunque fosse stata la sentenza lui ne sarebbe uscito innocente.
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