La figlia in arrivo, costanza caracciolo, ‘la bobo summer cup’, i gol sbagliati: vieri a tutto campo

12 ago 2018 13:42

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1. BOBO VIERI: ''DOLORI OVUNQUE, UN UOMO FELICE''

Mirko Graziano per “Fuorigioco”- La Gazzetta dello Sport"

(…) A 45 anni che uomo è Bobo Vieri?

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Uno con mille dolori fisici, ovunque (ride,ndr). Scherzi a parte, sono un uomo felice, ho trovato una compagna meravigliosa, che è Costanza Caracciolo. Aspettiamo una bimba a fine novembre

Avete deciso il nome?

Ancora no, non è facile…Se era un maschio lo chiamavo Bobo-gol! Ora vediamo, intanto siamo molto felice

Beh, fa effetto vedere il “bomber” così sereno in campo sentimentale. Deve essere proprio speciale Costanza…

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Sono almeno dieci che la conosco…Lei faceva la velina, l’ho studiata a lungo. La sua genunità, i modi sempre carini e un’educazione unica la rendono irresistibile. Sorride sempre, e sto bene con lei. Ora diventeremo papà e mamma. Non vedo l’ora.

Sarà un papà geloso? Magari prima o poi si presenta alla porta un clone di Bobo vecchia maniera..

L’altro giorno ho detto a Costanza: “Guarda, solo quando avrà 45 anni farò andare nostra figlia al cinema con un uomo”. Ah, naturalmente allo spettacolo del pomeriggio”

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Beh, intanto bimbi e ragazzini impazziscono per la “Bobo Summer Cup”. E’ venuto pure Ronaldo, quello vero dicono in molti…

Ronie ha mille impegni in giro per il mondo. Eppure è riuscito a venire nella tappa di Civitanova. E’ un vero amico, ha una grande sensibilità. A Ragusa c’erano pure Recoba e Crespo. Non vedevo il Chino da 10 anni. Credeva che mi sposassi…Però lui è partito dall’Uruguay con la moglie Lorena per stare con me un paio di giorni. Dall’Uruguay. E Crespo uguale, è venuto con le tre bimbe anche se la moglie era fuori per lavoro. E poi c’è Pucci. L’ho creato io Pucci! E’ praticamente mio fratello

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Ma oltre al divertimento l’evento sposa un lodevole progetto di charity con la Heal Onlus. Questa associazione, in collaborazione con l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, sostiene un progetto di ricerca per il profilo di metilazione dei tumori cerebrali, i tumori solidi più frequenti tra i bambini.

Quanto è successo a Giacomo, figlio di Bernardo Corradi e Elena Santarelli, mi ha colpito nel cuore, mi ha fatto stare davvero male. Ho voluto dare una mano, per loro ci sarò anche in futuro. E’ appagante avere la possibilità di dare una mano e di regalare sorrisi anche a chi ha davvero pochi motivi per sorridere

2. BOBO VIERI: OGNI VOLTA CHE SBAGLIAVO UN GOL, DIVENTAVO PAZZO – IL LIBRO DI ALESSANDRO ALCIATO

Francesco Persili per Dagospia

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“Mi dicevano: ‘Sei un raccomandato, sei scarso, giochi a calcio perché giocava tuo padre”. Seduto sulla terrazza del Fantini Club di Cervia-Milano Marittima, Bobo Vieri racconta il suo battesimo di fuoco nel mondo del calcio e la dura lotta per vincere malignità e diffidenze. Calcio sulla spiaggia, beneficenza e chiacchiere in libertà sotto il gazebo.

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E’ l’atto conclusivo della “Bobo Summer Cup”. Per entrare si paga un biglietto, l’incasso (già superiore a 40mila euro) va a sostenere la ricerca contro i tumori infantili del cervello. In attesa del torneo di footvolley (e di Eto’o), tra una battuta del comico Pucci e il tormentone della “Bobo dance” che impazza tra i pischelli, si parla del libro “Demoni” del giornalista di Sky, Alessandro Alciato. 13 storie, 13 discese negli inferi di calciatori e allenatori che hanno battuto i propri fantasmi. Mihajlovic e la guerra dei Balcani. Buffon e la depressione. Balotelli e il razzismo. Verratti e il terremoto de L’Aquila. Il promettente calciatore del Senegal, Mamadou Coulibaly, ex Pescara oggi all’Udinese,e quel viaggio in barcone per raggiungere l’Europa.

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E il grande incubo di Vieri? “Ogni volta che sbagliavo un gol, diventavo pazzo. Non andavo più a saltare sui cross, giravo al largo dell’area di rigore”. Bobone si sofferma sul ‘miedo escenico’, il timore del grande palcoscenico, che attanaglia molti calciatori (“Sapete cosa vuol dire sbagliare un passaggio a San Siro e essere fischiati da 80mila persone? Da quel momento una squadra gioca in dieci…”).

Il bomber imbianca il pelo, si prepara a diventare papà, coltiva ambizioni da deejay ma non dimentica gli sgambetti e tutti quelli “che hanno provato a buttarlo giù”. Dall’Australia a Prato e da lì al Torino, più gli dicevano che era una pippa, più lui raddoppiava la carica di ‘veleno’ negli allenamenti.

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“Una delle mie grandi paure è stata quella della fatica fisica”, spiega Lele Adani. “Mi ricordo il primo ritiro con la Lazio di Zeman. I gradoni, le ripetute, il ‘wash-out’, la terribile dieta a base di verdure e patate. La sera telefonavo a casa e dicevo: “Se questa è la serie A, non sono in grado di giocarci”. Poi cresci, superi gli ostacoli, impari a gestire le pressioni e comprendi quanto sia difficile fare il calciatore e restare ai vertici per tantissimi anni. Uno su mille ce la fa…”. Tra le storie del libro di Alciato l'ex difensore, oggi commentatore tv, si sofferma su quella di Cassano e su quell’sms mandato alla moglie quando il cuore si era messo a fare i capricci: "Mi sa che sta arrivando il momento mio". La scelta di dedicare quei momenti terribili alla donna che si ama rivelano "l'umanità" di Fantantonio. “Nel calcio molte volte sei abbandonato a te stesso, si prendono tante palate sul muso - scandisce Adani - ma l’amore resta la chiave per trovare il percorso di crescita più corretto”.

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