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Francesco Persili per âDagospia'
V per vendetta. V per vittoria. V come vaffanculo. Il portiere avversario si era rifiutato di stringergli la mano e Robin volle a tutti costi ripagare quell'offesa con un gol. Così dopo averlo trafitto lo cercò con lo sguardo e gli mostrò le dita a V (l'equivalente in Inghilterra del nostro dito medio).
Quel gesto è finito in bella mostra anche sul disco dei gallesi Super Furry Animals, âThe man dont'give a fuck'. Ecco, lo vedete quel tipo sulla copertina coi capelli lunghi e i basettoni che sembra una rockstar anni Settanta? à Robin Friday, il calciatore più cattivo di sempre, almeno a dar retta alla top 50 dei bad boy del pallone stilata da France Football.
Sul podio anche l'inglese Neil âRazor' Ruddock che nel '96 con un tackle spaccò le gambe ad Andy Cole del Man Utd e il âbulldog' danese Tofting, il mito della Gialappa's Band, che in campo picchiava come un fabbro e fuori preferiva spiegarsi con le mani e le capocciate più che con le parole. Primo degli italiani in questo Fight club pallonaro, Balotelli, ribattezzato dal giornale del Pallone d'Oro, âSupermariuolò', che si piazza al decimo posto, dietro ad Edmundo ma davanti ad altri eroi maledetti: Chinaglia, Eric Cantona, Di Canio, Asprilla, Maradona e Romario.
Tutti, in ogni caso, molto distanti dalla lucida follia del George Best dei poveri, l'irraggiungibile Friday, uno che non si è fatto mancare nulla: ha segnato anche da ubriaco, e poi ha baciato un poliziotto in bocca a bordo campo, ha ballato nudo in un pub e dopo una doppietta ha strizzato le palle a âSir' Bobby Moore, il capitano dell'Inghilterra che ha alzato la Coppa del Mondo nel 1966. Ma come si può fermare uno così? L'ex bassista degli Oasis, Paul McGuigan, ha raccontato con Paul Hewitt la sua storia in un libro: âIl più grande calciatore che non avete mai visto'.
Se solo avesse tenuto a bada il carattere, lo avremmo visto diventare un campione. Forse. La classe, il controllo di palla, il feeling col gol: Friday aveva tutto per riuscire ma è rimasto quel ragazzaccio di Acton che nemmeno nei romanzi di Dickens. Risse, spinelli, Lsd, mattane. Ha rubato ed è finito in galera, è arrivato alle porte del calcio che conta e poi, dopo quasi 4 stagioni al Reading e una fugace apparizione al Cardiff, è tornato a 25 anni a fare l'operaio lasciando una scia di rimpianti e ricordini ovunque.
Negli spogliatoi dove ha scambiato la borsa di un avversario per un water, e poi in campo, con una collezione di meraviglie. Come quella volta, spalle alle porta, un palleggio e, oplà , una rovesciata da 30 metri, col pallone che va a morire all'incrocio dei pali. Ohh di stupore, anche l'arbitro incredulo: âil gol più bello che abbia mai visto', e una replica, come sempre, da fuoriclasse: âEhi, dovresti venire a vedermi più spesso'.
Friday ha alternato colpi da Maradona e âmandrakate' che nemmeno Gigi Proietti in Febbre da Cavallo. Saliva sul treno senza biglietto e si fingeva controllore per farsi dare il biglietto dagli ignari viaggiatori. Poi scendeva e se ne continuava a fregare di tutto. Delle donne che aveva sposato, delle disposizioni degli allenatori, dei buoni consigli. Si autocondanna nella ridotta del calciatore bizzarro, fuori dagli schemi.
Spreca, dissipa, deraglia. Anticonformista d'ordinanza, la sua coazione a trasgredire diventa camicia di forza del suo estro. Riesce ad essere âplayer of the Millenium' (per i tifosi del Reading) senza mai giocare in Prima Divisione, senza mai giocare in Nazionale, senza mai vincere un trofeo. Nella sua vita, che finisce a 38 anni dopo una overdose di eroina, ha mischiato droghe e gol, sesso e alcol, provocazioni sfacciate ed esibizioni trascurabili del suo talento. Ha mischiato tutto ma si è goduto solo brevi attimi di felicità .
Come quando arrivava allo stadio ubriaco, all'ottantesimo minuto, giusto in tempo per segnare il gol della vittoria. E, poi, oplà , di nuovo verso un altro pub. Tanto lì un posto e una birra pagata ce li continuerà ad avere sempre. âLa gente pensa che sono pazzo, bizzarro, lunatico, sono solo un vincente'. Tutti i calciatori felici si assomigliano, ogni calciatore infelice è infelice, e vincente, a modo suo. Alla tua, Robin, cin cin.
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