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“DI BERLUSCONI MI MANCANO LE SUE TELEFONATE CHE ARRIVAVANO OGNI SERA A MEZZANOTTE” – ADRIANO GALLIANI RICORDA IL CAV, A DUE ANNI DALLA SCOMPARSA, CON UN DISCORSO ALLA SCUOLA UNIVERSITARIA DEL REAL MADRID: “QUANDO MI CHIESE UN PARERE SULL’ACQUISTO O MENO DEL MILAN IO LO SCONSIGLIAI PER IL MARE DI QUATTRINI CHE AVREBBE SPESO" – "I RAPPORTI CON MELONI? BERLUSCONI ERA UOMO DI CENTRO" – "LA CESSIONE DEL MONZA? CI SONO TRATTATIVE IN CORSO MA NON C’È NULLA DI DEFINITO” – E POI ALLEGRI, ANCELOTTI, GRAVINA E LA PRINCIPALE VIRTU' DI SILVIO: "SAPEVA MOTIVARTI. ENTRAVO AD ARCORE CAMMINANDO E USCIVO VOLANDO”

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Daniele Dallera,Monica Colombo per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

silvio berlusconi adriano galliani

«Se devo indicare una cosa che mi manca di Silvio Berlusconi sono le sue telefonate che arrivavano puntuali ogni sera a mezzanotte». A due anni dalla scomparsa del tycoon che ha vissuto quattro vite («l’edilizia, la televisione, lo sport e la politica») Adriano Galliani onorerà la memoria dell’amico di una vita in un luogo speciale. «Ho parlato con Marina e ha capito: invece di partecipare alla messa di suffragio che ci sarà oggi ad Arcore a cui farà seguito un pranzo fra le persone che a Silvio hanno voluto bene, ricorderò il presidente a Madrid. Sono convinto che anche lui sarebbe stato contento della mia scelta».

 

 

 

SILVIO BERLUSCONI - GIANNI LETTA - FEDELE CONFALONIERI - MARCELLO DELL UTRI - ADRIANO GALLIANI IN TENUTA SPORTIVA

Di cosa si tratta?

«Sono stato invitato dalla Scuola Universitaria del Real Madrid, da Florentino Perez, per fare da padrino a 1.500 studenti che concludono il loro percorso di studi. In passato, per dare l’idea, questo onore era toccato a Placido Domingo e al Premio Nobel Mario Vargas Llosa. Il mio discorso motivazionale sarà incentrato su Berlusconi».

 

 

 

 

 

SILVIO BERLUSCONI ADRIANO GALLIANI ALLO STADIO DI MONZA

Racconta del loro primo incontro, 1 novembre 1979: «Ero a San Gimignano per il week-end. Il giorno precedente chiamai negli uffici dell’Elettronica Industriale, la mia azienda di allora, per sapere se c’erano novità. Mi dissero che aveva chiamato Silvio Berlusconi per sapere se fossi libero l’indomani e che ero stato invitato a cena ad Arcore.

 

 

 

Cosa accadde?

«Mi domandò subito del mio orientamento politico.  Gli risposi che mio papà da piccolo mi diceva che i comunisti mangiano i bambini e che da allora le mie idee non erano cambiate».

 

 

 

Fu subito feeling?

paolo berlusconi adriano galliani helga costa

«Parlo dell’1 novembre 1979: capii subito che ero di fronte a un uomo dai circuiti mentali straordinari, diversi dall’uomo comune».

 

 

 

Era un accentratore?

«No, tutte le decisioni venivano condivise. Non l’ho mai sentito dire “si fa così perché lo voglio io”. Poi, certo, potevamo discutere per ore sul comprare Rijkaard o Borghi. Lui ascoltava tutti ma le grandi scelte spettavano a lui».

 

Tipo?

«Quando mi chiese un parere sull’acquisto o meno del Milan io lo sconsigliai per il mare di quattrini che avrebbe speso. Ero tra i proprietari del Monza e lo sapevo bene».

 

marta fascina luigi berlusconi adriano galliani paolo berlusconi

 

 

Cosa replicò il presidente?

«Il calcio afferisce alla sfera dei sentimenti. È ciò che ho ripetuto a Brunello Cucinelli nei giorni scorsi quando mi ha domandato la differenza fra il mondo del pallone di 40 anni fa e l’attuale: ora il calcio afferisce alla sfera del business. È un’altra cosa».

 

Lei parla di Silvio Berlusconi con la stessa ammirazione di allora.

«Tutti pensano che sia piaggeria, ma io davvero sono convinto e lo ribadisco che lui avesse visioni diverse e superiori alla media comune. Sapeva motivarti come nessuno: io entravo ad Arcore camminando e uscivo volando».

 

 

 

letta confalonieri berlusconi galliani

Le manca?

 

«Tantissimo... Una volta al mese Marina invita i vecchi consiglieri e amici di papà ad Arcore, sempre faccio visita all’urna conservata nella cappella».

 

È vero che scese in politica per tutelare le proprie aziende?

«Ma no, lo fece perché altrimenti avrebbe vinto le elezioni il Pds di Achille Occhetto. Il nostro gruppo andava benissimo: c’era solo un banchiere all’epoca, non faccio nomi, che pensava che avessero valore soltanto gli immobili e non capiva quanto fosse preziosa la library di Mediaset».

 

 

 

Berlusconi che rapporti avrebbe oggi con Giorgia Meloni?

galliani e berlusconi

«Ricordiamoci sempre che Meloni è stata una sua ministra. È altrettanto vero che questo governo di centrodestra, se non ci fosse Forza Italia, creatura di Berlusconi, sarebbe di destra-destra. Berlusconi era uomo di centro».

 

 

 

Prima di Forza Italia cosa votava?

«Entrambi eravamo per la Democrazia Cristiana. In quegli anni non c’erano troppe correnti: si era per l’America oppure per la Russia».

 

Chi si aspettava litigi per l’eredità è stato deluso.

GALLIANI BARBARA BERLUSCONI

«I figli hanno accettato le disposizioni testamentarie e nessuno ha avuto nulla da eccepire, senza discussioni e gestendo Fininvest in armonia».

 

 

 

Lei non si è appassionato alla politica come al calcio?

«Il primo amore non si scorda mai».

 

 

 

Il Monza verrà venduto?

«Ci sono trattative in corso ma non c’è nulla di definito.Non solo non siamo arrivati al closing, ma neanche al signing. In ogni caso Fininvest non ci ha mai fatto mancare le risorse: ha speso 35 milioni in investimenti fra il centro sportivo e il campo che è stato votato come il più bello della serie A».

 

galliani berlusconi

 

 

Paolo Bianco sarà il nuovo allenatore?

«Gode di buone referenze, essendo stato il vice di Allegri alla Juve. Faremo una squadra per ritornare subito in A».

 

 

 

Come vede il suo amico Max al Milan?

«Confido molto in lui: avrà una stagione senza coppe. L’abbiamo visto con l’Inter di recente: la Champions porta molti soldi ma al contempo prosciuga energie».

 

 

 

Ancelotti in Brasile è la prova che lei sugli allenatori aveva buone intuizioni?

«Direi che è la certificazione di come Silvio Berlusconi ha insegnato ai suoi giocatori e tecnici a stare al mondo».

 

 

galliani berlusconi

 

Cosa pensa della crisi che si è aperta nel sistema calcio italiano?

«Gli impegni dei club certamente hanno inciso sulle prestazioni sportive. Gli azzurri erano più stanchi dei norvegesi. Detto questo, Gravina non risponde dei risultati della Nazionale ma ha la responsabilità della conduzione politica nella sua globalità».

 

 

 

Che Lega di A lascia?

«Coesa e con buoni rapporti con la federazione. Un mese fa ero nella sede di via Rosellini e dopo aver schiacciato il pulsante del quarto piano, mi sono ritrovato al secondo, quello della serie B. Ho lanciato un urlo, speriamo di restarci solo un anno».

 

 

BERLUSCONI GALLIANI

 

Ha superato gli 80 anni, come si sente?

«Faccio per ora le stesse cose di prima, certo non ho 20 anni. Dopo che Alberto Zangrillo mi ha salvato la vita sono diventato più cristiano».

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