DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Stefano Barigelli per la Gazzetta dello Sport
Aveva ragione la Gazzetta. Lo dico certamente con orgoglio, ma anche con una punta di rammarico, perché la vicenda dei tamponi della Lazio è una delle pagine più opache vissute dal calcio italiano negli ultimi anni. Il balletto dei test, negativi se processati da un laboratorio fidato in Campania, invece positivi se processati da quello Uefa o dal Campus Biomedico di Roma, è inquietante.
Dopo aver tuonato che i giocatori erano tutti negativi e i tre indicati come positivi dal laboratorio romano (Immobile, Leiva e Strakosha) sarebbero scesi in campo, il medico della Lazio, Pulcini, ha deciso invece di rimandarli a casa ieri pomeriggio. Anche perché non poteva fare altrimenti. Essendo positivi a tamponi molecolari o andavano in quarantena da soli oppure ci andavano accompagnati dai carabinieri. Devono averglielo spiegato chiaramente, compresi i rischi che corre da medico sociale, perché la retromarcia è stata perfino grottesca. Invece la questione è gravissima.
Lotito si è spinto talmente oltre in questa storia, da rendere perfettamente plausibile l' ipotesi di un intervento della magistratura ordinaria per fare chiarezza sui tanti punti ancora oscuri. Sarebbe auspicabile, oltreché giusto.
Con la salute non si scherza.
Con le leggi non si scherza.
Viviamo una stagione difficile: la vivono gli italiani, la vive anche il calcio. Non c' è più spazio per furbizie, scorciatoie, trovate acrobatiche condite da battute sessiste e volgarità di ogni genere. Il danno più grosso Lotito, prima che alla Lazio e ai suoi tifosi, l' ha fatto al calcio italiano, nel suo complesso. Un danno enorme.
Cosa deve pensare l' Uefa se un club che partecipa alla Champions si rifiuta di riconoscere l' esito di un tampone e si affida invece alla verità di un laboratorio di Avellino infischiandosene di quarantene, prescrizioni, protocolli, norme?
E i cittadini in lockdown? Cosa devono pensare di un giocatore strapagato che seppure positivo anziché stare a casa si presenta al campo di allenamento? Abbiamo visto nelle ultime settimane di tutto: Immobile positivo per l' Uefa, negativo per il weekend di campionato, poi di nuovo positivo il giorno dopo, perfino per il tampone di Avellino. Infine positivo per il Campus di Roma. Eppure ancora stamattina era a Formello, anziché a casa come prescrive non solo il protocollo della federcalcio, ma la legge italiana.
L' equilibrio su cui poggia questa stagione complicata, ma per molti versi fondamentale, è fragilissimo. Il campionato deve andare avanti, perché molti club non possono permettersi altri stop. I mancati incassi da biglietteria e abbonamenti hanno procurato un danno consistente ai bilanci. l vertici di Federcalcio e Lega hanno la responsabilità di tenere in piedi il sistema punendo chi si pone al di sopra delle regole.
Raccontano che Lotito abbia una sua massima che gli piace ripetere: le leggi per gli amici si interpretano, per i nemici si applicano. Non so se sia vero che lo abbia detto, personalmente non l' ho mai sentito, diciamo però che è credibile. In ogni caso fosse capitato in passato che per Lotito le leggi siano state interpretate, penso che stavolta andrà diversamente. Deve andare diversamente. Siamo in un momento serio e abbiamo bisogno di persone serie che prendano decisioni serie.
REGIONE E ASL FERMANO IMMOBILE LEIVA E STRAKOSHA
Elisabetta Esposito per la Gazzetta dello Sport
Quella di ieri per la Lazio è stata senza dubbio una delle giornate più difficili degli ultimi anni. Prima le tre positività accertate che hanno costretto il club a rivedere i suoi piani e spedire a casa Immobile, Leiva e Strakosha. Poi un blitz delle forze dell' ordine a Formello, che di certo non aiuta la posizione dei biancocelesti. Su richiesta della Procura di Avellino, sono stati infatti sequestrati tutti i referti dei tamponi effettuati dai giocatori.
Una procedura che è stata seguita anche nella sede del laboratorio Futura Diagnostica, che pare fosse da tempo sotto osservazione dalla procura della repubblica del capoluogo irpino.
Dopo una settimana come quella appena conclusa, l' ultima cosa che serviva alla società di Lotito era una Procura che mettesse così chiaramente in discussione l' attendibilità del lavoro del laboratorio scelto dal presidente della Lazio (pure per la Salernitana).
Anche perché al centro di tutto ci sono proprio le tante negatività di Futura Diagnostica, a fronte delle positività di Synlab per conto della Uefa prima e del Campus Biomedico di Roma. Tra l' altro è previsto dalla legge che le inchieste della Procura della Repubblica possano alimentare i fascicoli della giustizia sportiva, ma siamo solo nella primissima fase e su questo si dovrà dunque attendere.
Ma torniamo alla cronaca di questo lungo sabato a Formello. Il primo ad uscire è stato Ciro Immobile, verso le tre. Un quarto d' ora dopo è toccato a Lucas Leiva e Thomas Strakosha. I tre, ormai individuabili come i calciatori trovati positivi ai tamponi molecolari di due giorni fa al Campus Biomedico di Roma, alla fine hanno dovuto salutare tutti e tornare a casa, in isolamento. Nella Lazio, ormai messa alle strette, ha dunque prevalso il buon senso.
Stavolta tutti sapevano tutto, insistere sarebbe stato davvero troppo rischioso, per quanto fino a venerdì sera il medico sociale Pulcini continuasse a ripetere che i tamponi fossero «tutti negativi». È stato proprio lui il primo a fare un passo indietro: «Sul dare il permesso di giocare a uno che è dubbio perché trovato ieri positivo dal Campus Biomedico, sia pure con un metodo loro di sicuro all' avanguardia, e poi negativo da altri, il medico si trova davanti a un bivio. Nel dubbio devo dire che non posso ignorare la positività rilevata dal Campus. Grazie a Dio sono asintomatici, metti che uno comincia a tossire...», aveva spiegato in mattinata su Radio Sei. Nel frattempo Regione e Asl piazzavano le loro mosse.
L' assessore regionale alla Salute Alessio D' Amato aveva infatti personalmente notificato al procuratore federale Chinè la positività di cinque persone all' interno della Lazio, tre giocatori e due membri dello staff, tra cui il d.s. Igli Tare (come confermato anche dal presidente Lotito). Un atto rilevante che non lasciava molto margine di manovra alla Lazio, pure perché anche la Asl Roma 1 aveva fatto partire i controlli, chiamando i cinque contagiati per tracciarne i contatti diretti in modo da contenere la diffusione del virus. Tutto come doveva essere fatto insomma.
Il club aveva però fino all' ultimo sperato che per la Asl potesse prevalere il tampone del laboratorio di Avellino, che venerdì aveva dato esito negativo, sul molecolare positivo del Campus. Tanto che Immobile, Strakosha e Leiva erano andati a Formello (configurando l' ennesimo caso di violazione del protocollo).
I giocatori hanno atteso - distanziati, assicurano dalla Lazio - una decisione finale, nella speranza che fosse tutto a posto e potessero prendere parte all' allenamento previsto per le 15.30. Sempre Pulcini aveva detto: «Attendo delle risposte dalla Asl e da altre autorità». E Inzaghi, nella conferenza stampa delle 14, ancora sperava: «Penso di avere a disposizione anche Leiva, Strakosha e Immobile, anche se sappiamo che questo è un momento di incertezza». Incertezza che si è sciolta poco dopo l' ora di pranzo e se n' è andata via sgommando con l' auto di Ciro Immobile.
I tre sono dunque positivi anche per la Lazio, che comunque non ha rilasciato nessuna comunicazione ufficiale. E oggi c' è la Juve, gara fondamentale in cui tutti e tre, a partire ovviamente dall' attaccante Scarpa d' Oro, avrebbero fatto molto comodo. Anche per questo la società ha fatto di tutto per averli in campo. Ed era importante per il club tenere il punto intrapreso da tempo: a parità di tamponi (molecolari ovviamente) vince il negativo.
In questo caso pieno di dubbi e sospetti legati alla possibile positività di giocatori regolarmente scesi in campo (soprattutto i cosidetti «debolmente positivi») e sui relativi tempi di isolamento, anche alla luce del blitz di ieri, le procure dello stato e sportiva vogliono fare chiarezza.
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