DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Daniele Sparisci per il “Corriere della Sera”
La terza bandiera sventola a Maranello, l'hanno voluta a tutti costi questa vittoria di Carlos Sainz. Anche pagando un prezzo molto alto, il «sacrificio» di Charles Leclerc, che ha lasciato scontenta metà della squadra. Il monegasco ancora prima di guidare in Inghilterra aveva detto: «Spero in un fine settimana liscio, non me ne capita uno da Miami». La tappa britannica invece ha allungato la lista di grane, ultimamente tutto gli è girato a sfavore. Il ragazzo prodigio, allevato dall'Academy, sul quale la Ferrari diceva di puntare per riaprire un ciclo vincente. Ma vale ancora? La fiducia nella squadra rischia di incrinarsi dopo episodi così, i rapporti fra Leclerc e Binotto sono freddi ormai da un po'.
Differenze di carattere e di visione, attriti sulla gestione. La discussione di domenica fra i due è la punta dell'iceberg di un periodo teso. Ma Leclerc ha un contratto fino al 2024, e anche se volesse guardarsi intorno ogni sedile è occupato: la Red Bull ruota intorno a Max, la Mercedes ha scelto George Russell come erede di Lewis Hamilton.
Charles ha perso una marea di punti, non per colpa sua: per l'affidadiblità (Barcellona e Baku), ma fanno più male quelli buttati via dal muretto a Montecarlo e Silverstone. Dopo essere sbottato, Leclerc ha partecipato alla foto-vittoria, e si è congratulato con Sainz.
Dietro ai presunti favoritismi nei confronti dello spagnolo in realtà c'è una spiegazione: la paura di sbagliare ancora, di non concretizzare il risultato, con l'amministratore delegato Benedetto Vigna, presente nei box e sempre più attivo anche nella parte sportiva. Tre mesi senza un successo dopo le tante pole avevano fatto aumentare la pressione oltre i livelli di guardia, si è puntato alla vittoria di tappa e non al Mondiale.
Rischi zero, tattica prudente per evitare un altro pasticcio in stile Monaco. Binotto ieri è tornato a difendere le scelte: «Capisco la delusione di Charles, è eccezionale, ma in quel momento abbiamo pensato a ottenere il miglior risultato per la squadra». Migliore anche per Christian Horner, capo Red Bull: «Perez ha allungato su Charles, e Max ha perso soltanto 6 punti. Ottimo, in una domenica storta. Le cosa più inattesa è che la Ferrari non abbia fatto il doppio pit-stop o che non abbia fermato Charles. Con la velocità che avevano sarebbero tornati in testa anche se Hamilton fosse rimasto fuori».
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