LE GUERRE DELLO SPORT - MANUELA DI CENTA, INVISA A MALAGÒ, FAVORITA COME PRESIDENTE DI SPORT E SALUTE – LA NOMINA SPETTA AL MINISTRO DELLO SPORT ABODI (DELLA CORDATA LETTA-MALAGO’), SENTITO IL MEF, QUINDI GIORGETTI, CHE SPINGE PER L’EX FONDISTA, GIA' CONSIGLIERA DEL MINISTRO GARAVAGLIA. FINO A QUALCHE GIORNO FA SEMBRAVA SCONTATA LA NOMINA A PRESIDENTE DI SPORT E SALUTE DI GIUSEPPE DE MITA (SPONSORIZZATO DA MEGALO’). PER IL RUOLO DI AD C'E' DIEGO NEPI...

Estratto da repubblica.it

giancarlo giorgetti ed manuela di centa foto mezzelani gmt 042

Il governo accelera sulle nomine dello sport. L’obiettivo è chiudere il nuovo cda di Sport e Salute, la cassaforte dello sport controllata al 100% dal Mef che distribuisce alle federazioni i contributi pubblici per l’attività sportiva, entro il weekend.

La svolta potrebbe arrivare prestissimo per il ruolo più discusso: quello di presidente, il più delicato nello scacchiere delle nomine. Il governo, proprio per far fronte alla necessità di rispettare le quote rosa, ha pensato di indicare una donna. E dato che la nomina spetta al ministro dello sport – sentito il Mef, quindi Giorgetti – Abodi si sta orientando sul nome di Manuela Di Centa. Ex fondista, ex europarlamentare con Forza Italia, invisa al presidente del Coni Malagò, Di Centa è già una delle Legends di Sport e Salute, una sorta di ambasciatrice dei valori sportivi. Una scelta, se confermata, molto simbolica, perché nominerebbe al vertice della cassaforte dello sport una ex atleta fortemente riconoscibile, stella degli sport invernali, proprio mentre l’Italia prepara le sue olimpiadi sulla neve di Milano e Cortina.

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È stata in lizza anche Antonella Baldino, la fedelissima che di Abodi aveva raccolto l’eredità e le funzioni al Credito Sportivo, ma difficilmente avrebbe accolto un incarico così poco operativo: potrebbe avere un ruolo nel collegio dei revisori (devono essere tre, almeno una donna), restando all’Ics. Fino a qualche giorno fa, sembrava scontata la nomina a presidente di Sport e Salute di Giuseppe De Mita, ma il governo ha frenato drasticamente. Mancanza di uno dei requisiti, il motivo fondamentale. Resiste invece la posizione per il ruolo di ad di Diego Nepi Molineris, oggi dg di S&S.

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