DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
1 - CALCIO, LA STRETTA È MINI 5.000 POSTI PER DUE TURNI
Salvatore Riggio Andrea Sorrentino per “il Messaggero”
Alla fine di un'altra giornata rutilante, sotto la spinta di mediazioni che piombano da ogni dove, il bilancio della Lega di Serie A è in chiaroscuro, oppure ripropone l'annosa questione del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Il calcio ottiene una vittoria per 3-1 sulle Asl (arbitro il Tar) e confida di poter giocare le quattro partite in bilico di oggi, anche con un paio di slittamenti, ma deve stringersi a protezione del fortino assediato e si autoimpone, concedendolo alle pressioni del governo, la capienza ridottissima negli stadi per i turni del 16 e 23 gennaio, 22esima e 23esima giornata di serie A: appena cinquemila spettatori, senza apertura dei settori per gli ospiti.
Il provvedimento vale dal 15 gennaio al 5 febbraio, quindi si giocheranno ancora con capienza al 50% le gare di oggi, la Supercoppa del 12 gennaio Inter-Juventus, e tre partite di Coppa Italia tra il 12 e il 13: Atalanta-Venezia, Napoli-Fiorentina e Milan-Genoa.
LA MISURA
È la misura adottata dieci giorni fa anche dalla Ligue 1 in Francia. È il frutto di quella che in gergo viene definita moral suasion, da parte della politica nei confronti del calcio, che è stata senz' altro esercitata per invitare la serie A ad atteggiamenti di maggiore temperanza, visti i tempi. I 20 presidenti dei club votano unanimi il provvedimento, sottolineando a denti strettissimi che trattasi di gesto di buona volontà, perché sanno far di conto (quando vogliono) e sono consapevoli che la capienza ridotta a 5000 spettatori sarà un bagno di sangue per gli incassi.
In termini assoluti, il pubblico si ridurrà di oltre due terzi rispetto alla media, che finora è stata di 16.500 spettatori in tutta la serie A. Ma è chiaramente diverso l'impatto della misura su chi già adesso è su poco più di 5.000 paganti a partita (Samp, Sassuolo, Spezia ed Empoli) e su chi invece, come Roma, Milan e Inter, ne porta allo stadio oltre 40 mila in media.
Ma stringere la cinghia è necessario, poi l'augurio di tutti è che la cosa impatti solo su una partita per ciascun club in tempi in cui si naviga a vista, tutti, a ogni livello: la capienza ridotta vale per due giornate (il Milan l'unica a giocarle entrambe in casa, l'Udinese l'unica a giocarle entrambe fuori quindi è l'unica a non ricevere danni immediati), poi il 30 gennaio il campionato sarà fermo per le nazionali, e il 6 febbraio ci si augura di stare tutti meglio.
Speranze, auspici, poi si capiranno anche gli orientamenti generali dopo il vertice di mercoledì 12, Stato-Regioni e massime istituzioni dello sport: intanto la misura dei 5000 spettatori può essere considerata adeguata dal governo, che nella telefonata tra Mario Draghi e Gabriele Gravina dell'altro giorno aveva adombrato l'ipotesi di una chiusura totale.
La giornata ha fatto segnare poi la vittoria della Legacalcio, che ha visto accettati tre ricorsi presentati al Tar contro le Asl che avevano bloccato Salernitana, Udinese e Torino, i cui giocatori sono ora liberati dalla quarantena; il quarto ricorso, per la quarantena dei giocatori del Bologna, è stato invece rigettato (le Asl potranno bloccare chi non ha ancora la terza dose), ma la Lega di A ha stabilito di mandare in campo i rossoblù per Cagliari-Bologna martedì 11; invece via libera oggi per Verona-Salernitana e Udinese-Atalanta (pende il nodo dei tre nuovi contagiati), mentre Torino-Fiorentina è fissata per domani alle 17, anche se sono ore frenetiche in cui ogni slittamento è possibile.
Le cinque partite fin qui rinviate, tra il 22 dicembre e il 6 gennaio, rimangono sub iudice. Va annotato pure che Zielinski del Napoli è risultato positivo in serata. Il polacco era già nella lista in quarantena dell'Asl Napoli 2 Nord perché era stato in contatto con persone ammalate e non aveva ancora il Super Green pass, ma aveva giocato a Torino con la Juve giovedì scorso e si era allenato con i compagni.
La cosa che rimane vitale, per gli equilibri dei calendari, è che non vengano rinviate altre partite delle sei squadre impegnate nelle coppe, che avrebbero pochissimo spazio per recuperare (finora Atalanta e Inter hanno saltato un turno). Con questi provvedimenti, da molti ritenuti tardivi, il calcio di élite prova a proseguire, e spera che nel vertice di mercoledì col governo arrivi un aiuto in termini di chiarezza normativa: insomma che si inizi a disciplinare gli interventi delle Asl, almeno.
A meno che non si debba cedere qualcos' altro, come l'obbligo di radunare le squadre in bolla, in attesa del picco dei contagi. Escluso al momento, invece, che il calcio possa godere di oasi normative. Non è proprio aria da corsie preferenziali.
2 - ALT AI BIGLIETTI E CAOS ABBONATI C'È SPAZIO SOLO PER GLI SPONSOR
S.R. per “il Messaggero”
Ribadita la posizione di andare avanti ed evitare le porte chiuse con tante società a rischio default la Lega serie A ha deciso all'unanimità di imboccare la strada del compromesso e tendere la mano alle richieste del governo. La telefonata del Premier Mario Draghi al presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha spinto i club a riflettere e fare considerazioni leggermente diverse. Davanti all'ipotesi che il governo fermasse il campionato, un buon numero di club fra cui Milan, Inter e Juventus si sono presentati alla riunione con uno spirito collaborativo.
Un solo pensiero: fornire un segnale di apertura prima che fosse la politica a vietare l'accesso al pubblico negli impianti. Come? Ridurre la capienza a cinquemila spettatori nelle due giornate di campionato dei weekend 15/16 e 22/23 gennaio. Tutti d'accordo anche nel dire che dal 6 febbraio, quando riprenderà il campionato dopo la sosta del 29/30 gennaio, si tornerà alla normalità. Almeno quello è l'obiettivo perché tutto si valuterà in base ai contagi.
Così se nell'assemblea andata in scena venerdì 7 gennaio, qualche voce fuori dal coro c'era stata (vedi Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, che avrebbe fermato tutto e c'era chi nutriva sospetti sul fatto di voler recuperare i propri indisponibili), ieri i 20 club hanno considerato tutti i rischi. Da qui la scelta di dare un segnale ben preciso (sono in tanti, però, a credere che il governo chieda lo stop per motivi politico-demagogici e non scientifici).
A testimoniare «il grande senso di responsabilità delle società di calcio a fronte dello stato emergenziale legato all'aumento dei contagi da Covid nel Paese, nonostante il pieno rispetto delle vigenti procedure di sicurezza sempre adottate per il controllo degli accessi allo stadio», come si legge sul comunicato.
Detto questo, c'è da considerare che un'eventuale sospensione avrebbe potuto incidere sul format e quindi sull'equilibrio economico di tutto il sistema. Che è poi l'aspetto più preoccupante. La riduzione a cinquemila spettatori ha spinto i club a correre ai ripari (hanno obblighi contrattuali con gli sponsor). Ieri il Milan ha sospeso preventivamente le vendite per le gare con Spezia (lunedì 17 gennaio) e Juventus (domenica 23 gennaio).
la gente e tornata allo stadio foto mezzelani gmt85
I TAGLIANDI
Nelle prossime ore il club di via Aldo Rossi verificherà numeri e dettagli. Discorso simile per i bianconeri. Ieri è iniziata la vendita per il match con l'Udinese (sabato 15 gennaio), ma è stata subito bloccata e ora si dovrà controllare quanti tagliandi siano stati venduti. Come le altre società, anche l'Inter riserverà i cinquemila posti per rispettare gli obblighi contrattuali con sponsor e Corporate hospitality.
Per i biglietti già venduti i nerazzurri stanno valutando se rimborsare o concedere un voucher per una delle successive partite che torneranno a capienza più alta. Più problematica la questione legata alla Roma con il caos abbonamenti e biglietti da affrontare (gara col Cagliari domenica 16 gennaio). E non sarà semplice. Prima si sfiderà la Juventus nella partita di oggi, poi il club giallorosso dovrà adottare una strategia su come affrontare questa problematica.
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