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Emanuele Gamba per “la Repubblica”
Non sono state le ciabatte a pranzo, non il gesto dell’ombrello e nemmeno quel ciondolare all’esordio contro la Romania. Non sono questi i giorni in cui la Francia si sta disamorando di Paul Pogba, perché non ne è mai stata veramente innamorata.
Ha avuto, è vero, una folgorante infatuazione due anni fa, quando scoprì questo ragazzo ancora poco noto a livello mondiale (e ancora meno a casa sua, visto che espatriò da Le Havre che aveva appena sedici anni) e che in Brasile contribuì da protagonista al recupero della dignità perduta da parte della nazionale francese, ma poi si aspettava che il ragazzo diventasse uomo un po’ più in fretta. Da allora, dicono, non è più migliorato e fa sempre gli stessi sbagli. È un’attesa irrisolta.
Lui dice di mirare alla leggenda, ambisce a scalzare Maradona e Pelè, nella Juve si è preso il 10 di Platini ma a Parigi si chiedono: sì, ma quando? È una questione di obiettivi dichiarati: se vuoi diventare Maradona devi cominciare a staccarti dalla media. Invece quelli che decidono le gare sono Payet e Griezmann. E prima era Benzema. Pogba è spesso ottimo, ma non stratosferico come ambirebbe a essere. E qui, che di arroganza se ne intendono, hanno individuato il tipo.
Prima dell’Europeo, due sondaggi, uno dell’Équipe e l’altro dell’Observatoire Pmu, hanno misurato quali fossero i giocatori più amati del pubblico francese. Lloris (23%) è risultato il primo davanti a Griezmann (20%) e Valbuena (12%), con Pogba solamente quarto (7%) alla pari con Matuidi e Benzema, mentre nell’indice di gradimento si è imposto Griezmann (59%) davanti a Lloris, con Matuidi e Pogba terzi.
Gli stessi sondaggi su Pelè e Maradona quali risultati avrebbero portato? In compenso, però, lo juventino è ormai una star del marketing, le sue campagne pubblicitarie spopolano su riviste e manifesti e l’agenzia londinese Sport-Pro l’ha collocato al secondo posto tra gli atleti più appetibili dagli sponsor nel prossimo quinquennio, dopo la stella dell’Nba Stephan Curry. «Sono molto ricco, ma non abbastanza», dice lui nella sua ossessione di superare qualsiasi limite.
Ma ai francesi, e soprattutto a Deschamps, basterebbe che sfruttasse fino in fondo le sue potenzialità. Il ct condivide gli stessi grattacapi di Allegri: Pogba è uno dei pochi che l’abbia mandato fuori dai gangheri e abbia rimproverato ufficialmente. E anche la Juve ha tante perplessità, ma non può dirlo perché sarebbe sciocco svalutare la propria merce.
Pogba è nel mirino del Real, si ragiona su un prezzo di 120 milioni, anche se ieri Marca ha scritto che la Juve ne chiede 160 e che Raiola ne vorrebbe 20 per la commissione. Ma questi giorni sbagliati svalutano il giocatore agli occhi di Florentino, che non lesinerebbe per comprare chiunque purché sia il migliore.
Ma siccome già il presidente madridista non ama i calciatori con un look bizzarro e la tendenza al protagonismo, l’opera di convincimento di Zizou rischia di perdere appigli. Frattanto, dall’America un intenditore come Pirlo dice: «Sono tanti soldi, non so se li vale». Su Pelè e Maradona, certi dubbi non li avrebbe.
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RAIOLA E POGBA
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