COME PREVEDIBILE, IMANE KHELIF HA VINTO L'ORO ALLE OLIMPIADI DI PARIGI - LA PUGILE IPERANDROGINA HA STRACCIATO LA CINESE YANG, CAMPIONESSA MONDIALE IN CARICA, AGGIUNDICANDOSI TUTTE E TRE LE RIPRESE - KHELIF AVEVA ELIMINATO L'ITALIANA ANGELA CARINI, CHE SI E' RITIRATA DOPO 46 SECONDI PER UN CAZZOTTONE IN FACCIA - FRANCO FALCINELLI L’EX PRESIDENTE DELLA "FEDERBOXE" SI SCHIERA CONTRO IL COMITATO OLIMPICO: "ANGELA NON DOVEVA SALIRE SU QUEL RING CONTRO KHELIF, PER NOI È UN UOMO" - VIDEO

 

KHELIF INARRESTABILE, VINCE L'ORO DOPO LE POLEMICHE. BATTUTA SENZA STORIA LA CINESE YANG

 

Estratto dell'articolo di Salvatore Malfitano per www.gazzetta.it

 

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È stato l'oro della consapevolezza, per Imane Khelif, che si aggiudica tutte e tre le riprese della finale di pugilato femminile, categoria 66 kg, contro la cinese Yang, campionessa mondiale in carica. Ma nemmeno lei ha potuto nulla in un match disputato con grande attenzione dall'algerina, che non ha sbagliato praticamente nulla.

 

Yang comincia con un piglio più arrembante la prima ripresa, è molto più mobile e punta a sfiancare la rivale e riuscendo a gestire in difesa i tentativi dell'algerina sfruttando la grande mobilità del torace. Tuttavia, nella seconda parte della prima ripresa Khelif ha bucato la guardia avversaria piazzando due colpi pesantissimi che le valgono il 5-0. In avvio del secondo round, l'algerina va nuovamente a segno con un sinistro molto violento al volto. I colpi più leggeri della cinese, che manda a bersaglio un paio di ganci, non cambiano l'inerzia del match.

 

Forte già dei due verdetti a favore, Khelif disputa una terza ripresa di gestione. Tiene la guardia bassa e si sposta per tutto il quadrato, risultando di fatto anche provocatoria, va a segno con un destro e di fatto ipoteca la medaglia più preziosa, che i giudici le assegnano all'unanimità. [...]

 

FRANCO FALCINELLI E LE PRESSIONI SU CARINI: “ANGELA NON DOVEVA SALIRE SU QUEL RING CONTRO KHELIF, PER NOI È UN UOMO”

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per www.repubblica.it

 

[...] L’avversaria, presidente Falcinelli. L’avversaria era una donna: Imane Khelif.

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«Va bene. Una donna che però, come mi sembra abbiano dimostrato chiaramente le analisi effettuate dall’Iba, aveva cromosomi maschili e una condizione che non aveva nulla a che fare con lo sport femminile».

 

Perdoni, presidente: il Cio dice il contrario. E il Cio ha i documenti di identità in mano. E le analisi effettuate da una commissione, come ha riconosciuto anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, “terza e imparziale”. Khelif poteva regolarmente partecipare, tanto che oggi gareggerà per l’oro.

«Il Cio si è basato sui documenti di identità. Ma credo che in una situazione del genere non basti. E comunque mi sembra che l’Iba abbia prodotto gli esiti delle analisi che parlano molto chiaramente. Parliamo di analisi effettuate da un personale altamente qualificato che si è espresso non certo per alzare un polverone ma per tutelare la salute dell’atleta».

 

In che senso?

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«Quelle analisi non sono contro qualcuno. Ma servono a evitare un confronto tra un uomo e una donna che sarebbe stato molto pericoloso per la nostra pugile».

 

Presidente, per favore: Khelif non è un uomo.

«Le analisi dell’Iba dicono che ha una prevalenza di mascolinità».

 

Insistiamo: il Cio dice che è tutto in regola. E sulla credibilità dell’Iba c’è qualche perplessità, visti anche i toni che sono stati utilizzati in questi dieci giorni.

«Purtroppo è stato buttato tutto in chiave politica. E l’errore è stato del Cio».

 

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Del Cio?

«Certo. Io credo che dietro la decisione di escludere l’Iba dalle federazioni, e addirittura la Russia da queste Olimpiadi, ci sia una valutazione errata che nulla ha a che fare con lo sport. Una valutazione degli Stati Uniti e dei paesi occidentali tutta politica per colpire Putin. Per lo stesso motivo il Cio ha espulso l’Iba». [...]

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