DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Francesco Manassero per la Stampa - Estratti
Contestato dai tifosi e messo in discussione dallo spogliatoio. E con una panchina che scricchiola. «Juric contro tutti» potrebbe essere il titolo di un film, ma lo stadio Olimpico non è Cinecittà e la sfida di domani sera a Roma contro il Torino è la realtà con la quale dovrà confrontarsi l’allenatore croato, obbligato a vincere per salvare (forse) la pelle.
Si lamentava della piazza granata per il poco amore che, a suo dire, sentiva dai tifosi, nonostante per oltre due anni sia stato un grande punto di riferimento e abbia goduto di un credito che ha avuto solo Mihajlovic.
Ma a Roma gli sta andando decisamente male. È finito nel bel mezzo di una bufera che sta provocando una delle crisi più profonde del club giallorosso, il modo peggiore per rilanciarsi dopo aver rifiutato il prolungamento di contratto con il club di Cairo.
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Il 5-1 di Firenze però ha segnato una frattura difficilmente sanabile con lo spogliatoio, anche perché di mezzo ci sono tanti giocatori che sembrano non seguirlo più, a partire da due che contano molto come Mancini e Cristante. Al Franchi gli hanno girato le spalle rifiutandosi di tornare in campo per il secondo tempo, dopo la clamorosa lite avvenuta nell’intervallo con il difensore, colpevole di avergli detto qualcosa di ben poco gratificante, al quale avrebbe tirato una bottiglietta d’acqua.
Si è rivisto lo Juric pepato dei tempi granata, anche se a Roma si era presentato con una veste diversa e un linguaggio asettico, ripulito dagli eccessi. Ma è durata poco. Alla fine ha tirato fuori il suo carattere senza filtri, anche quando ha affermato che «alla Roma manca una mentalità vincente». Adesso ha l’arduo compito di provare a calmare un ambiente esplosivo. E dovrà riuscirci da solo, abbandonato da tutti e pure dalla famiglia Friedkin, che non ha mai interrotto la ricerca di nuove soluzioni per la panchina.
Oggi, però, c’è ancora Juric al comando dopo due successi e altrettante sconfitte in cinque partite. E proprio quel passato di cui lui alla fine si è liberato con un certo fastidio, domani potrebbe dargli il colpo di grazia.
Saranno 90’ da prendere o lasciare, anche se un eventuale successo della Roma paradossalmente potrebbe non bastargli per salvare il posto. Per il Torino è un’occasione da non lasciarsi scappare, se sarà bravo a sfruttare un ambiente infuocato e polemico. Intanto la Curva Sud per protesta è pronta anche a disertare lo stadio, stavolta per tutta la partita.
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