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UNA JUVE DA PIANGERE - CHRISTIAN ROCCA: "ERA TORNATA LA JUVENTUS DI ALLEGRI, BASSA E COMPATTA IN DIFESA E FEROCE NELLE RIPARTENZE, COME NELLE NOTTI MAGICHE DI CHAMPIONS. IL SECONDO TEMPO È STATA UN’ALTRA PARTITA, NON È QUASI MAI PIÙ USCITA DALLA SUA METÀ CAMPO. ALLA FINE È ANDATO PIÙ VICINO IL MILAN ALLA VITTORIA. BILANCIO DA TREGENDA, DUNQUE. DUE PUNTI IN QUATTRO PARTITE, TRE VOLTE RECUPERATI..."
Christian Rocca per www.lastampa.it
Era tornata la Juventus, la Juventus di Allegri, bassa e compatta in difesa e feroce nelle ripartenze, come nelle notti magiche di Champions, con Dybala e Morata come Tevez e Morata nell’anno di Berlino.
Pronti via, uno a zero, con palla recuperata al limite dell’area e scambio tra Dybala e Morata per il vantaggio juventino. Primo tempo tutto così, con la migliore Juventus del biennio, con il Milan sterile e i bianconeri più volte vicini al raddoppio che non è mai arrivato e che si è sempre più allontanato col passare del tempo e la crescente stanchezza delle due punte.
Ottimo Alex Sandro, ad arare come ai bei tempi la fascia sinistra e bene anche Bentancur a recuperare palloni e Locatelli a ripulirli.
Il secondo tempo è stata un’altra partita, come ormai accade a ogni gara quest’anno. La Juventus non è quasi mai più uscita dalla sua metà campo, se non in modo estemporaneo. Quando c’è riuscita è arrivata a un passo dal mettere un giocatore a tu per tu con il portiere rossonero, ma è sempre mancato l’ultimo passaggio (in particolare di Bentancur).
Allegri ha cominciato a imbufalirsi in panchina, ma ha aspettato troppo a cambiare i giocatori più stanchi. Il primo, Morata, è stato sostituito da Kean, impalpabile. Il secondo, Dybala, non l’ha tolto e per fare posto a Chiesa che scalpitava e che avrebbe potuto essere letale in contropiede ha richiamato in panchina Cuadrado.
La squadra ha continuato a perdere lucidità e fiducia e a un certo punto, mentre dalle manovre in panchina sembrava stesse per entrare De Ligt, dal calcio d’angolo è arrivato l’inatteso pareggio del Milan, con Rebic di testa.
Uscito Dybala, è entrato Kulusevski disorientato dalle urla in livornese di Allegri che gli chiedeva di stare largo mentre lui si accentrava. Alla fine è andato più vicino il Milan alla vittoria che la Juventus, evitata grazie alla grande parata di Szczesny nel finale.
Bilancio da tregenda, dunque. Due punti in quattro partite, tre volte recuperati, otto punti dietro le milanesi e ancora molti dei problemi irrisolti: la mancanza di un goleador, la poca qualità a centrocampo e lo stato di forma di Dybala.
moise kean contro il milan 2
massimiliano allegri 3
massimiliano allegri 2
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