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Fabio Bianchi per la Gazzetta dello Sport
Travolti da un destino che comincia a diventare il solito nel rosso mare di Anfield. Il Manchester affonda sotto le ondate del Liverpool, anzi sarebbe meglio dire Guardiola affonda davanti all' incubo Klopp, che si avvale del contributo del solito super Salah che in questa periodo pare Re Mida: anche le palle sporche le trasforma in oro.
Ma che si è fatto male a inizio secondo round ed è dovuto uscire. Il suo, appunto, l' aveva già fatto: gol e assist per un 3-0 tondo tondo, e soprattutto giusto, che sarà molto difficile ribaltare per il City. In Champions è il Liverpool il re inglese. Imbattuto in 11 sfide, è la squadra che ha segnato più di tutte in questa competizione: 31. Ha superato il suo miglior score e adesso ha il primato inglese a un passo, detenuto dal Manchester United che nel 2002-2003 segnò 32 reti. Liverpool grandi numeri, che diverte, che esalta i suoi meravigliosi tifosi ma che ha imparato ad attaccare con giudizio, senza scoprirsi troppo.
LA CHIAVE Guardiola, ora è ufficiale, ha un complesso chiamato Klopp. Il tedesco è il collega che lo ha battuto più volte: 7 (di cui una ai rigori), 3 volte col Liverpool. Contro di lui, dopo essersi arreso per l' unica volta in Premier rischia di farsi buttare fuori dalla Champions. Un incubo. Il guaio è che stavolta Pep ha subito una vera lezione, e non succede spesso.
Il Manchester ha cercato di prendere in mano la partita col possesso palla, come da copione. E come da copione il Liverpool aspettava la ripartenza giusta. Guardiola alla vigilia aveva detto di avere in mente una mossa e la mossa è stata lasciare in panchina Sterling per Gundogan, arretrare De Bruyne e mettere al centro dell' attacco il falso nove David Silva, con Gabriel Jesus a destra e Sanè a sinistra.
Non ha funzionato. Al primo contropiede ispirato dall' ottimo Alexander-Arnold, altro giovane lanciato da Klopp, Salah in doppio scambio con Firmino (e la gentile concessione di Walker) ha colpito. Il City al posto di reagire si è sfaldato mentre il Liverpool non solo piazzava ripartenze micidiali, ma giocava anche meglio nel giro palla. La chiave del primo round è stata il pressing asfissiante e la precisione delle azioni in velocità, a differenza di una manovra lenta e imbolsita, quasi irriconoscibile, degli uomini di Pep, al quale faceva eccezione Sanè.
E' stato velocissimo Chamberlain a tirare una sassata a fil di palo e poi è stato ancora una volta velocissimo Salah a disegnare un assist per la zucca di Sanè dopo che era stato respinto il suo tiro. Di certo al Liverpool era andato tutto bene, ma il Manchester ha denunciato tutta la sua impotenza soprattutto nel secondo round, quando è arrivato quasi al 75% del possesso palla senza combinare nulla. Difesa del Liverpool impeccabile, con un Van Dijk più gladiatore che mai. Ma troppi giocatori chiave in giornata nera (Gabriel Jesus, De Bruyne, David Silva), come la difesa e il tecnico. Pep non si è inventato nulla: ha inserito Sterling per Gundogan rimangiandosi l' idea e finendo con un 4-2-4 infruttuoso. E stop. Alla fine 0 tiri in porta per il City: incredibile.
MATURITA' Klopp alla vigilia aveva elogiato il suo rivale complessato dicendo che i giocatori delle sue squadre sanno come muoversi e sono sempre al posto giusto. Stavolta sono stati quelli del Liverpool a essere sempre nel posto giusto. E a dare un prova di solidità e maturità. Dopo il folgorante primo tempo, hanno lasciato il pallino al Liverpool concedendo davvero il minimo sindacale: tutti pronti a raddoppiare e arrivare primi sul pallone. Nel ritorno Mancherà Henderson, pedina importante per tamponare. Per Salah i reds sono ottimisti: i suoi sprint si vedranno anche a Manchester.
2. JURGEN STRAVINCE
Stefano Boldrini per la Gazzetta dello Sport
L' anti-Guardiola ora ha un nome: si chiama Jürgen Klopp, è nato a Stoccarda e, in omaggio alla sua città, il successo del Liverpool sul City è paragonabile ad una corsa di una Porsche contro un' utilitaria: non c' è stata gara. Sette successi (di cui uno ai rigori) su quello che viene definito urbi et orbi il miglior allenatore del mondo: nessuno come Jürgen , e non può essere casuale. Dopo il 4-3 del 14 gennaio in Premier, il tris di ieri: vendicato, con gli interessi, lo 0-5 incassato il 9 settembre 2017. Klopp ha trionfato sul terreno preferito di Guardiola: il gioco d' attacco. La filosofia non basta, serve anche l' anima o l' energia. È il calcio della cavalcata delle valchirie, che esalta e trascina: perfetto per un popolo, come quello dei Reds, che ti carica con «You' ll never walk alone».
PROTESTA Klopp potrebbe sorridere al mondo, ma non è soddisfatto: «Abbiamo vinto 3-0, ma siamo solo a metà percorso.
Henderson salterà il ritorno per squalifica e Salah ha un problema all' inguine: la situazione dovrà essere valutata con attenzione. Nella ripresa ci siamo difesi troppo, peccato. All' ora di pranzo di sabato torneremo in campo contro l' Everton e questo non va bene: il calendario della Premier va studiato meglio».
PEP NON MOLLA Guardiola incassa il colpo, ma rialza subito la testa. Il derby con lo United di sabato, che potrebbe consegnare il titolo al City, diventa quasi un evento secondario: «Nessuno crede che ce la faremo, ma ci rimetteremo al lavoro per ribaltare la situazione.
Siamo partiti bene, con personalità, ma loro hanno trovato il gol. Abbiamo ricominciato a giocare e ci hanno segnato ancora. Nella ripresa abbiamo dominato. Non ho rimpianti, abbiamo dato tutto. Ora penseremo al derby e poi al ritorno con il Liverpool». Correttezza in campo, teppismo fuori: il bus del City prima del match è stato assalito dai tifosi dei Reds. Nessun ferito, ma danni seri al veicolo: la banda di Guardiola è tornata a casa a bordo di un altro mezzo.
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