DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
1. "DHORASOO, SEI UN GRANDE CAMPIONE..." - IL LIBRO: CON IL PIEDE GIUSTO
2. DHORASOO
Stefano Montefiori per il Corriere della Sera
A i Mondiali del 2006 in Germania, quelli della testata di Zidane a Materazzi e della vittoria dell' Italia, Vikash Dhorasoo giocò in tutto 16 minuti con la maglia della Francia. Ma invece di ripetere le universali frasi fatte del calcio - tipo «sono a disposizione del mister» o «posso dare il mio contributo in panchina» -, Dhorasoo si aggirava tra spogliatoi e bordo campo con una cinepresa Super 8 per realizzare assieme al musicista Fred Poulet il documentario «Substitute», film stralunato e malinconico sullo strano destino di andare ai Mondiali e non giocarli.
Centrocampista di molto talento e poca cattiveria all' Olympique Lyonnais, al Milan e al Paris Saint-Germain, oggi Dhorasoo porta il suo sguardo disincantato sulla politica, e si candida a sindaco di Parigi nelle file della France Insoumise, il partito di Jean-Luc Mélenchon. Prima proposta, annullar e i Giochi olimpici di Parigi 2024. Non male per un ex sportivo di alto livello.
Se i comitati organizzatori locali sono pieni di campioni che usano la passata popolarità per riciclarsi come manager , Dhorasoo ha scelto la strada opposta, e denuncia la «grande truffa dell' Olimpiade, catastrofe ecologica e sociale».
Dhorasoo è nato a Le Havre da genitori originari delle isole Mauritius, suo padre lavorava nei cantieri navali.
A chi lo paragonava a Rachida Dati, l' ex ministra e candidata della destra di origine maghrebina, che sottolinea da sempre le umili origini, Dhorasoo ha risposto secco: «No, io non mi sono fatto da solo per niente. Ho beneficiato del modello sociale francese.
Mio padre ha perso il lavoro molto presto, quando ero ancora un bambino. Io vengo dal sussidio di disoccupazione, dagli aiuti dello Stato alle famiglie, dalla previdenza sociale.
Senza queste cose, io non esisto». Un attacco alla retorica del self made man, una difesa appassionata dello Stato sociale e un' espressione di gratitudine che sono piaciuti non solo agli elettori di Mélenchon.
Anche nei primi passi da politico, Dhorasoo mantiene il gusto di sorprendere che dimostrava da giocatore. A marzo si vota e di nuovo Dhorasoo ha poche chance di vincere.
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Ma la competizione ancora una volta guadagna dalla sua presenza .
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