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“L’OPERAZIONE HAMILTON FA PIÙ BENE AL PILOTA CHE ALLA FERRARI” – L’EX PILOTA JARNO TRULLI AL VELENO: “PUOI METTERCI I CAMPIONI CHE VUOI, MA IL RISULTATO NON CAMBIERÀ SE MACCHINA E TEAM NON RIUSCIRANNO A COMPETERE. HAI PRESO UN FUORICLASSE, CON GRANDISSIMA ESPERIENZA E UNA CERTA ETÀ. MA NON HAI GARANZIE DI VINCERE. LA MACCHINA CONTA TROPPO…”
Giuseppe Antonio Perrelli per “la Repubblica” - Estratti
Jarno Trulli, 256 gare in Formula Uno e una vittoria, a Monaco nel 2004, cosa pensa del trasferimento di Hamilton alla Ferrari dal 2025?
«Che notizia! Un sette volte campione del mondo nella scuderia più importante e prestigiosa. Ma non è che cambiano le cose, eh».
In che senso?
«Puoi metterci i campioni che vuoi, ma il risultato non cambierà se macchina e team non riusciranno a competere. Hai preso un fuoriclasse, con grandissima esperienza e una certa età. Ma non hai garanzie di vincere».
E quindi?
«Hamilton realizza un sogno, a quarant’anni: correrà per la Ferrari e quello che doveva vincere comunque l’ha già vinto. Maranello ha altre priorità: conquistare titoli.
Per me l’operazione fa più bene a Lewis che alla Ferrari».
Hamilton arriverà a quarant’anni. Fernando Alonso, che ne ha quarantadue, è reduce da un’ottima stagione con la Aston Martin.
«Lewis è integro e non ha famiglia, particolare che ti fa correre con la mente libera. Ma i ritmi della Formula Uno si fanno sentire: nel 2024 ci saranno ventiquattro gare, sempre in viaggio, sempre col jet lag. E in pista affronti avversari che hanno poco più della metà dei tuoi anni».
Ferrari e Hamilton però è un binomio fortissimo.
«Indiscutibile. Senza dimenticare che Hamilton è stato fin da ragazzo un pilota McLaren e poi, dal 2013, è il simbolo della Mercedes. Mi ricorda un po’ la storia di Schumacher, che a ventuno anni firmò un contratto con la Mercedes ma non riuscì a esordire in Formula Uno. Quando tornò alle gare, a quarantuno anni, scelse la Mercedes per chiudere il cerchio. Ma Schumacher sarà per sempre un simbolo della Ferrari. Lui è la storia di Maranello. Così come Lewis rimarrà la storia della Mercedes».
(...) Il rapporto tra macchina e pilota è così sbilanciato?
«Adesso sì. Guardate Alonso nel 2023: 6 podi nei primi 8 gp. Poi, con aggiornamenti peggiori dei rivali, nelle 14 successive solo un 2° e un 3° posto. E non è certo un pilota incostante. La macchina conta troppo. Con o senza Hamilton».
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