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INCREDIBILE MA DIEGO! MARADONA A NAPOLI PER LA CITTADINANZA ONORARIA - DOPO IL BRACCIO DI FERRO CON DE MAGISTRIS, IN PIAZZA MENO DI 20 MILA PERSONE, IL PIBE: “POCHI SPETTATORI? CI SONO STATI I FATTI DI TORINO” – “DUDU’” LA CAPRIA IN LODE DI DIEGO - LE PAROLE IN LIBERTA' DI MARADONA AL RISTORANTE DOPO QUALCHE BICCHIERE DI TROPPO - VIDEO

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MARADONA DE MAGISTRISMARADONA DE MAGISTRIS

Andrea Malaguti per La Stampa

 

El Diez fa le bizze, non è una novità. O forse è il sindaco De Magistris che fa le bizze. Non è chiarissimo.

 

Ma il punto è che questa cittadinanza onoraria al Pibe de Oro, al fu D10S, al più immortale degli immortali dei piedi sinistri (perché è soprattutto quello che viene onorato, quello sì che aveva un' intelligenza superiore), al Santo di Villa Fiorito, insomma al quasi 57enne sovrappeso Diego Armando Maradona, genio sul campo, sgangherato nella vita, alle otto di sera è pura commedia dell' arte. Gliela si dà o non gliela si dà la patente da napoletano? La viene a prendere oppure no? Nessuno lo sa.

 

Il sindaco è barricato nel palazzo, El Diez è comodamente sdraiato nella sua camera d' albergo. Il sindaco aspetta. El Diez non vuole andare. Si tratta. Ma il Pibe si è indispettito. Perché gli hanno cambiato il programma.

 

Dovevano onorarlo in piazza, a partire dalle 21,30, e invece De Magistris ha deciso che in piazza non ci vuole andare. E adesso chiede che Diego lo raggiunga in Comune. Teme i fischi della folla (che è molto meno folla del previsto). Teme di essere coinvolto nelle polemiche di questa notte agrodolce, che ha lasciato indifferente quasi metà Napoli e ha fatto infuriare l' altra metà, esaltandone solo una piccola parte.

MARADONAMARADONA

 

Perché l' Uomo dei Sogni, per salire per farsi festeggiare a piazza del Plebiscito pare abbia voluto 180mila euro. «Sputo in faccia a chi lo dice», si è difeso il Pibe.

 

Confermando che le sue risposte, a volte sgradevoli, sono sempre e comunque plausibili evasioni dalla verità. Ma in questo caso, se tenesse fede alla minaccia, consumerebbe la saliva, perché a dirlo sono in moltissimi.

 

Compresa parte dei ventidue sponsor privati che hanno aperto il portafoglio. Vanno a lui i soldi o vanno al suo staff? Li prende per ricevere la cittadinanza onoraria, o per partecipare alla festa popolare organizzata da Alessandro Siani, come se fosse una Belen qualunque? Da due giorni a Napoli non si parla d' altro. Idolo o mercenario, innamorato o traditore, uomo nuovo o solito Diego-tanto-non-ti-puoi-fidare?

 

Il Sindaco - che giustamente non ha tirato fuori un euro - prende le distanze dallo spettacolare show della piazza evitando di mischiarsi con i concittadini che forse non gli vogliono più così bene. «5 luglio, non l' ha voluto la città, ma un sindaco a caccia di soldi e di pubblicità». Il primo striscione contro di lui è apparso davanti allo stadio San Paolo.

MARADONA PIAZZA DEL PLEBISCITOMARADONA PIAZZA DEL PLEBISCITO

 

È anche per questo che De Magistris manda i suoi emissari a trattare con El Diez. «Vieni in Comune, alle 8, la cittadinanza te la diamo lì». «Escluso, voglio la folla». Un braccio di ferro di ore, conclusosi con la capitolazione di Maradona.

 

Facendola cadere molto dall' alto, alle 21, vestito di nero, capello corto, orecchini di brillanti ai lobi, si presenta a Palazzo San Giacomo, bacia un bambino, saluta i vecchi amici, stringe la mano al sindaco, lo abbraccia, ma non gli parla. De Magistris dice:

 

«Celebriamo la storia». Diego, che non è mai stato alle regole dei comuni mortali, dice: «Ora sono cittadino di Napoli attraverso questo pezzo di carta, perché in Italia c' è sempre bisogno di carta, ma io sono cittadino di Napoli dal primo giorno in cui arrivai. Giro ancora il mondo, ma nessun popolo mi vuole bene come voi». La napoletanità come segno distintivo. Per questo Diego piace ai gruppi borbonici.

MARADONAMARADONA

 

Per questo De Magistris gli ha dato la cittadinanza. Anche se le cose non sono andate come sperava. Un consigliere comunale sventola la foto di Diego con Fidel Castro. Una giovane giornalista in estasi urla: evviva il Che. «È Fidel». Lei ci pensa un attimo: «Stessa cosa».

Piazza del Plebiscito si riempie con fatica. Sono attese trentamila persone, forse ce ne sono un terzo. Il bambino prodigio di Villa Fiorito, non incanta più come trent' anni fa. Arrivò nell' 84, rimase sette anni, lasciò in dono due scudetti, una Coppa Uefa e un senso identitario mai conosciuto prima.

 

MARADONAMARADONA

Ma oggi? Oggi porta polemiche ed esempi sballati senza più gol. Oggi lo esaltano per l' irreale punizione a Tacconi che piegò la Juve ma gli rinfacciano la cocaina, le follie notturne, i blandi legami con la camorra. «Lo sanno tutti che Diego non cambia». Un esempio? Martedì sera, al ristorante D' Angelo, era piuttosto felicemente sbronzo. Barcollava e giocava col coltello quando gli hanno chiesto di tagliare la torta.

 

Ha roteato la lama in aria e poi ha simulato il taglio di una tre piani panna e cioccolato che non c' era, mentre Cristina Sinagra, la mamma di Diego Junior, la donna del fu scandalo-scandaletto (uno dei tanti di quella fine anni Ottanta) lo guardava con un minimo di benevolenza visto che Diego il Grande, le aveva concesso - semel in vita - di sedersi di fianco a lui.

 

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«Oh mamma-mamma-mamma... sai perché mi batte il corazon, ho visto Maradona, ho visto Maradona, ehi mammà innamorato son».

 

È lo stesso coro che cantano adesso in piazza i diecimila innamorati della Mano de Dios, uomini, donne e ragazzini che delle polemiche e dei cattivi esempi se ne fregano. «Lo sa perché sono qui?», dice una signora ultracinquantenne vestita come una aristocratica. No, perché? «Perché Diego ci ha ridato la dignità. Veniva dal basso, come noi. E ha dimostrato al Nord che non era meglio di noi».

 

Non finisce di parlare che riceve un applauso oceanico. Si apre il dibattito. «Chi parla male di Diego non ha idea del bene che ci ha fatto». «Le sue prime parole quando alzò la Coppa del Mondo del 1986 furono: la dedico ai napoletani. Uno così lo ami e basta». Le note di Pino Daniele invadono l' aria, l' unico Genio che ha riempito per davvero piazza del Plebiscito. Due volte.

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