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Gwendolyn Oxenham
VIDEO “LE PRODEZZE DI MARTA”
Quando si parla di calcio, il Brasile diventa la terra dei maghi, la nazione del “ginga”, termine portoghese che indica i giocatori in grado di unire destrezza e fantasia. All’ultimo mondiale, nonostante il brutto risultato, il “ginga” era Neymar , ma ora non è più l’unico stregone in cui il paese spera.
Nel mondiale del 2007, alla semifinale con gli USA, l’incanto è stato una 21enne di nome
Marta Vieira da Silva, mai sentita prima. Le donne nel calcio erano state vietate in Brasile, tra il 1941 e 1979, e anche dopo l’embargo la loro presenza in campo è stata ritenuta “innaturale”. Marta è stata una rivelazione, Pelé stesso l’ha definita “un Pelé in gonnella”, eletta giocatrice dell’anno per cinque anni consecutivi, dal 2006 al 2010.
Mentre Neymar incassa cifre colossali (57 milioni di euro per il trasferimento al Barcelona), Marta ha problemi ha problemi a trovare sostegno. Eppure Neymar la considera la migliore al mondo. Nel 2010 il calciatore era corteggiato dai club europei e il Santos fece di tutto per farlo restare, incluso tagliare per intero la squadra femminile. Dissolta, cancellata, pur di tenersi il suo campione. La squadra femminile costava 667.000 dollari all’anno, Neymar da solo costava 447.000 dollari al mese. Alla fine non restò comunque, e la squadra femminile è risorta ad aprile di quest’anno.
Marta aveva già fatto questa esperienza. Giocava con la “Vasco de Gama”, che fallì dopo due stagioni. Andò al “Minas Gerais”, e un anno dopo i giochi finirono. Migrò alla “Los Angeles Sol”, al “Santa Clara”, alla “Western New York Flash”, alla “Umeå” svedese, alla “Tyreso”, che poi capitolò finanziariamente. E’ una che tiene la partita sulle spalle, in campo fa cose che nemmeno gli uomini riescono a fare, ispira tantissime donne al mondo, eppure resta invisibile, fatica a trovare un club stabile per cui giocare.
guerreiras calciatrici alla riscossa
Neymar ne se dispiace. In una conferenza disse che vorrebbe essere utile in qualche modo. Come? Forse sarebbe il caso che i giocatori più famosi facessero pubblicità con le giocatrici, o posassero insieme per qualche copertina. Il marketing potrebbe aiutare a dare visibilità al calcio femminile, in modo che le sue eroine possano vivere di questo lavoro, dato che attualmente guadagnano il salario minimo e le loro partite, per quanto belle, non si vedono mai in tv.
Aline Pellegrino, ex capitano della nazionale femminile brasiliana, ha fondato il “Guerreiras Project”: le calciatrici fanno laboratori, incontri, giocano coi ragazzini, fanno vedere quanto possono essere in gamba. Non è solo una conversazione sul calcio ma sulle pari opportunità.
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