DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Andrea Ramazzotti per gazzetta.it
Leo Messi ha rianimato l'Argentina e l'ha messa sulla strada degli ottavi di finale. La qualificazione al prossimo turno la Seleccion la dovrà conquistare contro la Polonia mercoledì, ma il 2-0 rifilato al Messico ha scacciato i fantasmi che volteggiavano sopra la testa degli uomini di Scaloni dopo il ko con l'Arabia Saudita. Merito come detto del fuoriclasse del Psg che ha tirato fuori... dalla palude dello 0-0 i suoi compagni. L'Argentina è lui, il sette volte Pallone d'Oro, che ha servito a Enzo Fernandez anche il pallone del 2-0. Più di così...
BRUTTA ARGENTINA
Le prodezze della Pulce hanno fatto dimenticare una prima frazione molto deludente per l'Albiceleste. Scaloni, per una partita (quasi) da dentro o fuori, ha cambiato cinque giocatori (tre quarti della difesa e due terzi mediana) rispetto allo sfortunato esordio, ma non ha toccato il tridente offensivo composto da Di Maria, Lautaro e Messi. La Pulce fin dall’inizio ha avuto gli occhi di tutti puntati addosso, soprattutto quelli dei messicani che si sono schierati con un accorto 5-3-2 per non concedere spazi tra le linee. Il numero 10 è arretrato per trovare spazi e palloni giocabili, ma ha avuto scarso aiuto da parte dei due compagni di reparto. Guardado davanti alla difesa ha respinto diversi pericoli e sporcato parecchie traiettorie e, finché il centrocampista del Betis è rimasto in campo (al 42’ è uscito per infortunio), Ochoa ha dovuto compiere una sola parata, su una punizione battuta da Messi al 34’.
Anche per il collega Martinez un solo intervento, su calcio piazzato di Vega. Nel complesso una prima frazione molto tattica, con parecchi falli e poche emozioni. Più per “colpa” dell’Argentina che, a dispetto di un marcato possesso (67%), non ha mai alzato il ritmo e ha fatto poco per segnare. I tifosi della Seleccion, delusi al rientro negli spogliatoi dei loro beniamini, non avevano certo immaginato una prova del genere, piena di paura e non di coraggio. La mossa di Scaloni di dare più garra alla sua mediana con Mac Allister al posto di Paredes e Rodriguez per il Papu Gomez non ha dato risultati concreti: la sua squadra è risultata lenta nella costruzione e incapace di mettere alle corde un avversario tecnicamente inferiore, ma con più ferocia.
LIONEL MESSI - ALLENAMENTO IN QATAR
LEO DECIDE — A inizio ripresa Messi con un lampo dei suoi si è conquistato una punizione da buona posizione, ma l’ha calciata male. Lautaro invece è rimasto fuori dal match, poco servito e mai pericoloso. Scaloni lo ha sostituito con Julian Alvarez, di fatto bocciando il Toro nerazzurro. Il ct ha tolto anche Rodriguez per Fernandez e Montiel (ammonito) per buttare nella mischia Molina. Più che le sue mosse, però, ha “pesato” la classe di Leo che ha ricevuto al limite da Di Maria e ha battuto con un sinistro precisissimo Ochoa. Un gol pesantissimo, alla Messi, il suo ottavo nella fase finale di un Mondiale. Eguagliato Maradona, come gol e presenze in Coppa del Mondo, proprio il giorno dopo il secondo anniversario della scomparsa del Pibe de Oro. Il Messico a questo punto non aveva più niente da difendere e con Antuna e Jimenez ha provato ad alzare il baricentro anche perché l’Argentina era passata al 5-3-2, con Palacios in mezzo, per coprire gli spazi e ripartire. La formazione del Tata Martino però ha fatto poco o niente per trovare il pareggio ed è stata punita dal 2-0 di Enzo Fernandez, un innesto chiave per una ripresa nella quale l’Albiceleste ha meritato i tre punti e si è rimessa in corsa per la qualificazione agli ottavi.
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