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“SE L’ITALIA È DEBOLE È COLPA DI GRAVINA, NON HA CAPITO CHE IL DECRETO CRESCITA ERA LA ROVINA DEL NOSTRO CALCIO” – LUCIANO MOGGI, RADIATO PER I FATTI DI CALCIOPOLI, ATTACCA IL PRESIDENTE DELLA FIGC “REO” DI NON AVER COMPRESO CHE IL DECRETO CRESCITA HA CAUSATO UN “GRAVE DANNO PER LA NAZIONALE, PERCHÉ I SETTORI GIOVANILI NON VENIVANO PIÙ CURATI. HA DOVUTO PENSARCI IL GOVERNO A ELIMINARLO. IL PRESIDENTE FEDERALE SI È SERVITO DELLA NAZIONALE SOLO PER FARE PASSERELLA E NON PER RISOLVERE I PROBLEMI DELLA STESSA..."
Moggi attacca Gravina e la Federazione incolpandoli di essere la causa dell’indebolimento della Nazionale. Gravina non ha capito che il decreto crescita stava danneggiando il calcio italiano.
Moggi scrive su Libero:
(…) Da quel momento la Nazionale, che qualche giorno prima era stata presentata nei titoli come una “grande Italia” diventava improvvisamente “piccola Italia”. E giù critiche alla squadra e al suo allenatore. Anche se la colpa non è imputabile a loro, bensì alla conduzione federale con a capo Gravina. Perché il Presidente non ha capito o non ha voluto capire, che il “decreto crescita” era la rovina del nostro calcio poiché permetteva alle squadre italiane di acquistare stranieri a buon prezzo per cui, in certi casi, chi ne andava a comprare uno ne prendeva magari altri due per completare la panchina.
Moggi: “Gravina si è servito della Nazionale solo per fare passerella”
Nasceva così la moda per ogni squadra di giocare in campionato con dieci giocatori stranieri in campo, se non addirittura in undici. Con grave danno per la Nazionale, perché i settori giovanili non venivano più curati come una volta e i giovani non si valorizzavano non venendo impiegati.
Mentre gli stranieri importati, sempre di seconda e anche terza scelta, rendevano il nostro torneo, dal più bello che era, appena il quarto dopo la Premier, la Liga e la Bundesliga. Di fronte a tanto la Federazione e per essa il presidente Gravina, non venivano sfiorati minimamente dall’idea di pronto intervento per limitarne l’utilizzazione a cinque in campo, considerato che non si poteva e non si può frenare la libera circolazione dei lavoratori.
Considerando infine che il Presidente Federale si è servito a tutt’oggi della Nazionale solo per fare passerella e non per risolvere i problemi della stessa che è la sola a rappresentare il calcio italiano nel mondo, ha dovuto pensarci il Governo ad eliminare il “decreto crescita” con la speranza di rivedere in futuro in campo i campioni italiani di cui il nostro calcio ha sempre fatto sfoggio.
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