COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Paolo Manzo per “il Giornale”
diego armando maradona con claudia villafane e le figlie dalma e giannina
«Tutti i figli di puttana aspettando che l' autopsia di mio padre abbia (sic) droghe, marijuana e alcol. Non sono un dottore e sembrava molto gonfio. La voce robotica. Non era la sua voce. Se ne stava andando ed io ero la PAZZA FUORI DI TESTA».
Questo il tweet sgrammaticato ed illogico di Giannina Maradona, la figlia del Pibe de Oro, quando l' altroieri notte è stato diffuso in Argentina l' esito degli esami tossicologici, l' ultima parte dell' autopsia che mancava per capire come sia morto Diego.
Niente coca né altre droghe dunque e, soprattutto, zero alcol, ma un' agonia infinita, atroce, dalle sei alle otto ore, senza nessuna assistenza. Un tweet sgrammaticato perché lo spagnolo della 31enne Giannina fa a pugni con i congiuntivi ma, soprattutto, illogico perché a firmare le dimissioni di suo padre dalla clinica Olivos, lo scorso 11 novembre, era stata proprio lei con Jana, l' altra figlia italiana riconosciuta da Diego.
Inoltre Giannina e Jana, insieme a Dalma e a Diego Jr (che però causa Covid19 proprio nell' ultima settimana prima della morte di Maradona era ricoverato) dopo le dimissioni del padre si scambiavano informazioni con la psichiatra Agustina Cosachov ed il neurochirurgo Leopoldo Luque su una chat di Whatsapp.
Da quelle conversazioni uscite sui media argentini si evince che la gestione medica di Maradona è stata, come minimo, carente. Dalma aveva centrato il problema sin dal 14 novembre, nove giorni prima della morte di Maradona: «Gli manca un medico di famiglia» che «coordini» le terapie.
«Sono appena stata contattata da una persona che si occupa del ricovero domiciliare così si sfogava Dalma in chat mi ha detto che papà ha vomitato (ha mangiato gamberetti con aglio e broccoli) ma non vuole che un' ambulanza vada a vederlo.
Mi ha detto che ha parlato con Agustina (la psichiatra Cosachov, nda) e lei le ha detto che era una decisione della famiglia! Ecco perché scrivo. Penso che ci sono decisioni che noi parenti non possiamo prendere.
Per quello ci vorrebbe un medico di famiglia». Purtroppo il medico di famiglia storico che ha seguito Maradona per 33 anni, Alfredo Cahe, non solo non è stato coinvolto ma, quando si era recato alla clinica Olivos per vedere Maradona sabato 10 novembre, il giorno prima delle sue dimissioni, era stato addirittura bloccato al cancello d' entrata per non meglio specificati timori di contagio da Covid19».
Di sicuro né i figli, né Cosachov, né Luque hanno risolto il problema del «medico di famiglia» che si assumesse responsabilità che loro non volevano assumersi mentre, da ieri, i magistrati che indagano sulla morte per «omicidio colposo» hanno un elemento in più, il rapporto tossicologico e istopatologico, che mostra uno scenario clinico disastroso di Maradona.
Diego soffriva infatti di ben cinque patologie gravi: cirrosi, insufficienza renale cronica acuta, cardiomiopatia ischemica, coronaropatia aterosclerotica e malattia polmonare cronica con segni acuti compatibili con l' insufficienza cardiaca.
Per ora al centro dell' attenzione dei magistrati, che hanno istituito una «Giunta Medica» per analizzare il caso, ci sono sempre Luque e Cosachov, che con Gianinna e Jana avevano autorizzato il trasferimento di Diego nella casa dove poi è morto. E questo nonostante la Swiss Medical, l' assicurazione medica di Maradona, avesse negato «l' alta medica» (in italiano, «le dimissioni») raccomandando in caso di trasporto fuori dalla clinica di «continuare invece le cure psichiatriche, cliniche, riabilitative e tossicologiche secondo la modalità del ricovero in un centro di riabilitazione con un' équipe psichiatrica di supporto».
2 - L'AUTOPSIA CHOC DI MARADONA NIENTE CURE MA PSICOFARMACI
Emiliano Guanella per “la Stampa”
Nei suoi ultimi giorni di vita Diego Armando Maradona era imbottito di psicofarmaci, non ha fatto consumo di alcol o sostanze stupefacenti, ma non stava nemmeno ricevendo un' adeguata terapia per controllare i suoi problemi cardiaci. Questa la sintesi degli studi patologici su sangue e urina del campione argentino scomparso un mese fa a Buenos Aires.
Nessuna traccia di droga Un referto che complica, nell' ambito dell' inchiesta aperta per omicidio colposo, la posizione dei due medici che lo avevano in cura, il neurochirurgo Leopoldo Luque e la psichiatra Agustina Cosachov. L' analisi ha rivelato la presenza del cocktail di psicofarmaci che Maradona stava assumendo regolarmente.
Tra questi vi è la quetiapina, un antidepressivo, il levetatiracetam, un tranquillante che opera sul sistema nervoso, la naltrexona, usata per combattere stati di dipendenza a sostanza alcoliche. Farmaci che risultano nel registro delle ricette somministrate dalla Cosachov per curare l' alcolismo del paziente ed evitare crisi d' astinenza.
Non è stata trovata traccia, però, di un trattamento cardiaco, nonostante Maradona da anni soffrisse di scompensi e aritmie. Il cuore di Diego, che è stato analizzato dai medici forensi pesava 500 grammi, il doppio del normale per una persona della sua età, conseguenza della cardiomiopatia dilatativa, una malattia del muscolo cardiaco che si manifesta con dilatazione e disfunzione ventricolare e comporta scompensi cardiaci e un serio rischio di trombosi.
Maradona, secondo quando rivelato di chi lo ha visto negli ultimi mesi riuscendo a penetrare nel rigido cordone di sicurezza che lo accompagnava, appariva spesso stanco e assente, sedato dai farmaci e con forti sbalzi d' umore. Secondo Luque, che lo ha operato per rimuovere un edema al cervello ai primi di novembre, Maradona era un paziente difficile, che non accettava le cure.
«Io l' ho operato - ha dichiarato Luque subito dopo la morte - ma non ero il coordinatore del pool di medici».
Agli inquirenti è parso fin dall' inizio molto strano che non ci fosse un cardiologo di riferimento capace di verificare la compatibilità dei farmaci che stava prendendo con le sue condizioni. Luque e la Cosachov, a questo punto, dovranno fornire spiegazioni. A sfogarsi subito dopo la diffusione dei risultati è stata anche Gianinna Maradona. «Penso a tutti quei "figli di.." che speravano che si trovassero resti di droga o alcol. Io vedevo mio padre molto gonfio, la sua voce sembrava quella di un robot, non era la sua. Mi davano della matta».
Le figlie hanno attaccato il clan che ha accompagnato Maradona negli ultimi mesi, ad iniziare dal suo avvocato personale Matias Morla, a cui fu precluso l' accesso ai funerali. Una guerra che continuerà nelle aule dei tribunali per l' eredità del campione.
maradona casa 4maradona casa 2dalma maradona Dalma y Diego Maradona dalma maradonaDIEGO MARADONA CON CLAUDIA DALMA E GIANNINAdiego armando maradona con le figlie giannina e dalma a cannes nel 2008diego armando maradona con la madre dalma e il padre diego senior casa maradona 1DALMA MARADONAmaradona dalmacasa maradona 2maradona casacasa maradona 3casa maradonamaradona casa 9matias morla diego armando maradona 1leopoldo luque 1matias morla diego armando maradonaleopoldo luque 2maradona claudia villafanemaradona casa 11maradona casa 3maradona casa 5
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