DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Estratto dell'articolo di Andrea Di Carlo per “la Repubblica”
La fiera dell'assurdo e dell'autodistruzione, la notte da sogno che diventa un incubo e rischia di chiudere ogni tipo di ambizione europea. La Roma di Josè Mourinho offre (si fa per dire) ai suoi tifosi una prestazione che si fa fatica a interpretare: quasi perfetta per 70 minuti, quando con qualità, attenzione tattica e caparbietà doma una pallida Juventus e si porta addirittura sul 3-1.
(...) Prima Kulusevski, poi De Sciglio: in sette minuti la Roma incassa tre gol, da 3-1 a 3-4. Ancora più surreale raccontare come un'altra partita stia in realtà aspettando gli uomini di Mourinho nel finale: il braccio di de Ligt ( ammonito ed espulso) regala alla Roma la possibilità di svegliarsi dall'incubo. Un possibile gol riporterebbe la squadra giallorossa in gara, potenziale 4- 4 e otto minuti più recupero da giocare con un uomo in più.
Pellegrini arriva sul dischetto sentendo tutto il peso del momento, rincorsa incerta e Szczesny para. La notte si tinge di (bianco) nero, l'incredulità prende possesso dell'Olimpico e le facce dei calciatori raccontano lo shock di quanto accaduto.
"Un collasso psicologico, il 3- 2 ci ha ammazzato. Mi fa male l'anima perché non sono abituato a questo profilo di squadre ma sono qui per dar modo ai ragazzi di migliorare. Voglio però che la squadra mi segua per andare oltre i loro limiti, non che siano loro a portare me al loro livello" il commento di Mourinho. Un dolore all'anima percepito dai tifosi sugli spalti e dallo spogliatoio, che adesso dovrà trovare il modo di ripartire. E non sarà facile perchè serate come queste rischiano di azzerare un coinvolgimento emotivo che la Roma aveva mostrato per più di un'ora di gioco. Non è bastato Maitland- Niles, forse non basterà nemmeno Sergio Oliveira. Ma Josè Mourinho dovrà trovare il modo di riportare la sua Roma in vita, stasera sul campo erano rimaste solo le ceneri.
ROMA, È CACCIA AL COLPEVOLE
Gianluca Lengua per ilmessaggero.it
L'incredibile rimonta della Juve e la conseguente cocente sconfitta della Roma per 4 a 3 ha diviso ulteriormente una piazza delusa e affranta per l’andamento della squadra. Anche quando il paradiso è un passo, c’è qualcosa di storto dietro l’angolo che insidia i giallorossi e li rimanda all’inferno: una volta gli arbitri, un’altra le assenze, poi il Covid, l’avversario nettamente più forte e così via. Insomma, nessuno ha la ricetta per comprendere cosa stia accadendo alla Roma e questo inevitabilmente spacca l’ambiente tra gli “ultras di Mourinho” e i “Mourinho vattene”.
Il protagonista è sempre lo Special One, accentratore e parafulmine della società: «Io ho sempre sostenuto Mourinho, ma oggi rimpiango Fonseca. Sembriamo una squadra di dilettanti che dopo sei mesi gioca ancora uguale e non ha cambiato nulla. L’unica cosa diversa è che prima avevamo un signore in panchina, invece ora abbiamo uno che parla sempre di arbitri e fa giocare chi gli sta simpatico e non chi merita», «Adesso voglio vedere chi ha il coraggio di criticare Mou. La Roma non ha giocatori in grado di giocare in Serie A».
Sono solo due delle migliaia di commenti apparsi sui social, ma che fotografano perfettamente la diatriba in corso fra i tifosi. In pochi fanno appello al presidente Dan Friedkin che continua a restare in silenzio lasciando la parola al general manager Tiago Pinto. Un imprenditore che ha investito nella Roma, ma che non sta raccogliendo i frutti sperati: «Temo che presto se ne andrà», ha scritto un tifoso tra un commento e un altro. Anche le radio sono sul piede di guerra: i conduttori appaiono disorientati e fanno fatica a trovare un capro espiatorio di quello che sta accadendo.
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Anche nelle emittenti locali c’è chi sottolinea che Mourinho sia nel punto più basso della sua carriera e chi, invece, punta il dito verso calciatori di scarsa esperienza incapaci di fare gruppo. Come detto, un tutti contro tutti che ha portato allo smarrimento totale di una tifoseria che, in gran parte, resta aggrappata all’idea di Mourinho Special One, ma che lentamente si sta arrendendo all’evidenza di un Mourinho Normal One.
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