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Roberto Avantaggiato per il Messaggero
Nessuna scusa ufficiale al Milan, solo un intervento a titolo personale quello fatto da Andrea Gervasoni, uno dei vice di Gianluca Rocchi (designatore di A e B), lunedì sera negli spogliatoi di San Siro.
Infatti, più che essere imbarazzati per l'errore in sé di Marco Serra - sul fallo di Bastoni a Rebic non ha concesso il vantaggio ai rossoneri, vanificando la rete di Messias -, che non dovrebbe ma può sempre capitare, i vertici arbitrali dell'Aia sono stati presi in contropiede dall'iniziativa di Gervasoni (ha sbagliato, gli è stato fatto notare) e dalle polemiche che ha generato.
Gli arbitri possono riconoscere l'errore, non chiedere scusa. Può accadere, informalmente, in campo (lo ha fatto Serra prima di cedere al pianto), ma non può farlo un dirigente. Pericoloso, oltretutto, perché potrebbe diventare un precedente. Cosa dire alla prossima società che si sente danneggiata da un errore? E a tutte quelle prima? Per dire, la faccenda delle scuse di Gervasoni a Roma non è andata giù. Club perplesso, tifosi indignati.
Del resto, è ancora vivo il ricordo di Daniele Orsato, che nell'intervallo di Juventus-Roma del 17 ottobre scorso liquidò con sarcasmo Cristante che gli chiedeva conto del perché non avesse dato il vantaggio ad Abraham, in rete dopo aver subito fallo da rigore.
Questo non significa che in via Campania non ci sia disappunto per quanto accaduto in Milan-Spezia, ma non c'è nessuna intenzione di gettare in pasto alle polemiche uno degli arbitri che Rocchi sta lanciando, nell'ambito di un profondo rinnovamento della squadra arbitrale, in serie A. Il designatore non cambierà la mission della sua gestione, che è quella di responsabilizzare i direttori di gara più giovani affidandogli anche partite di cartello o con le big impegnate.
L'ESEMPIO
Certo, questo non significa che Serra non abbia sbagliato. Se ne è accorto subito e, provato dal punto di vista psicologico, ha chiesto scusa. È tornato sotto choc negli spogliatoi, in lacrime, ed è stato consolato da una delegazione di giocatori, con a capo Ibrahimovic, quasi suo coetaneo (lo svedese è più grande di un anno). Così come era già successo in campo con Rebic che lo ha quasi abbracciato tenendogli la testa tra le mani.
Infatti, l'Aia ha apprezzato molto l'atteggiamento tenuto dai calciatori rossoneri, che si sono resi conto della frustrazione di Serra. Ed è questo episodio che può essere preso come esempio per il clima di civiltà e solidarietà nei confronti dell'arbitro. Rabbia e amaro in bocca sì, ma nessuna protesta plateale. Né da parte dei dirigenti del Milan né da parte di Stefano Pioli, che nel post gara ha cercato di comprendere seppur dispiaciuto l'errore di un arbitro giovane, partito dalla Terza Categoria piemontese e sbarcato in A nel 2018.
UN PO' DI RIPOSO
Adesso cosa accadrà? Serra oggi è confermato al Var in Sassuolo-Cagliari di Coppa Italia, era una designazione già fatta. Poi, avrà un periodo di riposo. Quanto sarà lungo lo stop per il direttore di gara torinese, Rocchi e i suoi collaboratori lo decideranno con calma, del resto la sosta di fine mese viene in soccorso.
Sicuramente il percorso riservato al direttore di gara sarà in linea con quello usato in passato con altri arbitri che hanno vissuto una giornata storta (come, ad esempio, Maresca dopo Roma-Milan del 31 ottobre): stop di un paio di settimane (in questo caso potrebbero essere tre), poi rientro graduale prima in serie B e dopo come Var o quarto uomo in A.
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