DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Furia José Mourinho nei confronti dell'arbitro Massa. Al 50' del secondo tempo Immobile, già ammonito, scalcia da terra Llorente e poi si lascia andare a qualche frase di troppo nei confronti del direttore di gara. Massa lascia correre, fischia il fallo ma non estrae il cartellino e a quel punto Mourinho si imbestialisce: "Non ha avuto le palle", grida rivolto all'arbitro. Con tanto di gesto chiarissimo delle mani. E lo ripete tre volte, casomai non fosse chiaro il concetto. Massa, anche in questo caso, non interviene.
LAZIO ROMA 0-0
Finisce senza vincitori né vinti il derby numero 181 della capitale. Nella 12.ma giornata di Serie A Lazio e Roma pareggiano infatti 0-0 senza farsi male al termine di una gara ruvida ed equilibrata. All'Olimpico nel primo tempo tanta pressione e poca precisione: da una parte Provedel salva su Karsdorp, dall'altra invece un destro di Luis Alberto si stampa sul palo e Rui Patricio respinge un'incornata di Romagnoli. Nella ripresa il tema tattico del match non cambia e senza grandi occasioni le squadre si annullano dividendosi la posta in palio.
LA PARTITA
Senza Zaccagni, per il derby in attacco Sarri si affida all'esperienza di Immobile e Pedro e alle giocate di Felipe Anderson. In mediana spazio al recuperato Luis Alberto con Cataldi e Guendouzi a completare il reparto per dare fisicità e gamba. Dopo la debacle di Praga, Mourinho invece davanti punta tutto sul tandem Dybala-Lukaku e sceglie un centrocampo da "battaglia" con Cristante, Paredes e Bove in cabina di regia e Karsdorp e Spinazzola sugli esterni. Moduli alla mano, 4-3-3 contro 3-5-2 per un derby che si infiamma subito sugli spalti, ma che in campo invece ci impiega un po' ad accendersi sul piano tecnico. Da una parte Immobile cade in area dopo un contatto con Mancini, ma Massa lascia correre. Dall'altra un colpo di testa di Lukaku finisce invece sopra la traversa. In pressione sui portatori, la Roma prova a costruire manovrando in ampiezza e appoggiandosi alle punte in verticale.
Più disordinata, la Lazio invece scherma Dybala, cerca il fraseggio per vie centrali con Luis Alberto e si affida alle incursioni palla al piede di Guendouzi e agli inserimenti di Lazzari e Felipe Anderson. Imbeccato da Spinazzola, Karsdorp ha due occasioni buone per colpire, ma Provedel e la mira scarsa dell'olandese tengono tutto in equilibrio. Guizzi a cui gli uomini di Sarri replicano centrando un palo con una magia di Luis Alberto dal limite e impegnando Rui Patricio con un'incornata di Romagnoli sugli sviluppi di un calcio piazzato. Botta e risposta che nel finale del primo tempo insieme a un destro alto di Luis Alberto e qualche colpo proibito accendono gli animi in campo e sulle panchine, ma che non bastano a dare una spallata al match.
La ripresa inizia senza cambi e con lo stesso tema tattico un po' disordinato, frammentato e impreciso della prima frazione. Llorente mura un destro di Guendouzi, poi un colpo di testa di Dybala finisce alto. Episodi che insieme a tanti scontri fisici tengono alta la tensione e trasformano la gara in un continuo batti e ribatti. Lukaku e Paredes ci provano dal limite, ma la difesa biancoceleste serra le linee e respinge. Dalle parti di Rui Patricio invece Guendouzi pesca bene Immobie in area, ma Ciro non riesce a saltare Mancini. A caccia di forze fresche e dinamismo, Sarri sostituisce Pedro e Cataldi con Isaksen e Vecino. Ma è la Roma ad aggredire con più incisività e a spingere con più uomini. Dopo una buona giocata di Dybala, Lazzari chiude su Bove, poi Vecino impegna Rui Patricio da lontano e Vecino è costretto a lasciare il posto a Rovella per un problema muscolare. Cambio che insieme agli ingressi di Hysaj e Kamada danno più gamba e geometria alla Lazio e a cui Mourinho risponde gettando nella mischia Sanches, Azmoun e Celik al posto di Bove, Dybala e Karsdorp. Mosse che insieme ad alcuni ultimi ritocchi servono solo per far girare le lancette dell'orologio e arrivare al triplice fischio. Lazio e Roma si annullano e avanzano piano in classifica.
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