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Massimiliano Gallo per ilnapolista.it
Il Napoli è vivo. Ha pareggiato 1-1 col Barcellona. Ed è difficile stabilire se il bicchiere sia mezzo vuoto o mezzo pieno. Secondo noi è mezzo pieno. Si poteva osare qualcosa in più ma col senno di poi è facile. Il Napoli ha giocato in modo intelligente, consapevole, ha acquisito certezze nel corso della partita dopo aver cominciato in modo guardingo. Il match ha confermato la bontà della decisione di esonerare Mazzarri con Calzona.
Il Napoli ha tenuto bene il campo, ha sofferto il giusto e ha chiuso in crescendo. Se avesse rischiato di più, avrebbe potuto subire più gol. Invece adesso ci sono tre settimane in vista del ritorno che non è affatto chiuso. Il Napoli potrà giocarsi le sue chance in Catalogna, ricordiamo che non si giocherà al Camp Nou che è in ristrutturazione. Meglio la squadra dopo i cambi: con Traoré e Lindstrom per Kvara e Cajuste.
Il Napoli ha giocato una partita intelligente, accorta. A nostro avviso Calzona e Sinatti hanno pensato che i calciatori non avrebbero avuto la possibilità di aggredire alti per tutta la partita. Ne è venuto fuori un match da pareggio. Da zero a zero che poi è diventato da 1-1 per due guizzi dei centravanti: Lewandowski e Osimhen. Entrambi nel secondo tempo. Al 60esimo il Barça, al 76esimo Osimhen. Molto buona la prova di Rrahmani, anche di Olivera. Sotto tono il tridente (a parte il gol del nigeriano). Kvara è uscito contrariato. Politano invece infortunato.
L’idea di cominciare piano ha sì dato coraggio ai catalani ma ha consentito di avere più benzina nel finale. Il Barcellona si è mostrato lontano parente della squadra di due anni fa. Hanno perso certezze. E hanno mostrato la propria precarietà difensiva. Xavi evidentemente ne è consapevole. A tratti, soprattutto nel finale, il Barça ha dato l’impressione di essere intimorito. Quando aggrediti, i catalani hanno dimostrato di essere potenzialmente vulnerabili. Ma il Napoli ha fatto le sue scelte. Ripetiamo: non ce la sentiamo di criticare la decisione.
Anche perché avevamo il terrore delle euromezz’ore sarrite, quelle pseudo-entusiasmanti che poi finivano semrpe con gli avversari che dilagavano. E invece qui tocca fare un’ode all’intelligenza di Calzona. Il Napoli ha cominciato aspettando i catalani che sì hanno sfiorato il gol ma non sappiamo quanto per il mancato pressing, crediamo più perché gli azzurri hanno sofferto le incursioni centrali di Gundogan calciatore che è un concentrato di tecnica e intelligenza a livelli di eccellenza. Per fortuna Yamal ha mostrato i suoi 16 anni invece che il suo talento. Sui suoi piedi sono finiti due inserimenti potenzialmente pericolosi e il pallone è finito una volta fuori e un’altra sui guantoni di Meret.Juan Jesus solo una volta si è lasciato sfuggire Lewandowski. È stato quando Meret ha compiuto una parata difficile, con i piedi, sul centravanti polacco che ha girato un cross basso di Cancelo. Gli azzurri hanno sofferto i primi 23 minuti, poi hanno preso il controllo del match.
Nella ripresa i due gol, entrambi da centravanti.
Il Barcellona ha segnato in un fazzoletto. Pedri in verticale di due metri a Lewandowski un metro dentro l’area. Qui Lewa ha dato lezione su come deve giocare centravanti: due tocchi, il primo è lo stop, secondo tocco leggero e destro rasoterra vicino al palo. Imparabile. Ha rischiato anche il raddoppio con tiro di Pedri su cui Meret ha rischiato la paperonza.
I cambi hanno dato nuova linfa alla squadra. Il Barcellona è calato. Ed è arrivato il pareggio da pivot di Osimhen. Ingenuo Martinez che ha commesso un errore da pivellino ma Osimhen è stato bravissimo a liberarsi col corpo, ha anche subito fallo, si è alzato e ha battuto Ter Stegen. È stata la risposta a Lewandowski.
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