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Estratto dell’articolo di Jacopo D'orsi per “la Stampa”
Evidentemente questo è un circuito maledetto per la Ferrari. Nessuna vittoria in 15 edizioni, con la beffa del possibile Mondiale di Fernando Alonso buttato via nel 2010. E adesso che dopo 12 anni di attesa – nel 2012 fu protagonista sempre lo spagnolo, ma a Interlagos - ci si gioca un titolo all'ultima gara (il costruttori), ecco che l'affidabilità volta le spalle: Charles Leclerc dovrà scontare 10 posizioni di penalità in griglia per l'utilizzo di un terzo pacco batterie (ne sono consentiti due a stagione). Frédéric Vasseur – il team principal ci perdoni l'ironia – però ha sempre le batterie cariche, qualunque cosa accada. Qualità che nel paddock gli viene riconosciuta da tutti.
Vasseur, comunque vada a finire, quanto è importante essere arrivati ad Abu Dhabi ancora in corsa per il titolo?
«È bello per tutto il team, siamo migliorati ovunque e questo è il risultato. L'obiettivo però è un altro, vincere».
[…] Come ha preparato la squadra?
«Ho detto di godersi il momento, non accade tutti gli anni ed è anche una responsabilità».
Il presidente John Elkann le ha detto qualcosa in particolare?
«In bocca al lupo… (ride). Credo che in Ferrari tutti abbiano lo stesso feeling: ci godiamo le cinque vittorie, il fatto di essere tornati. Anche se vogliamo di più, io per primo. Vogliamo essere campioni. Siamo sulla buona strada, facciamo progressi un passo alla volta, non so se quest'anno sarà sufficiente ma è la migliore preparazione per il futuro».
Che voto dà alla stagione?
«È stata buona, più del finale conta la qualità del lavoro. Ci sono stati alti e bassi, in Canada abbiamo perso punti e poi sofferto per una serie di gare, potevamo fare meglio ma vale per tutti. Se devo indicare un solo aspetto, è la preparazione del giro veloce. Ma la perfezione, il 10, non esiste, nemmeno se vinci sempre».
Dunque un 8-8 e mezzo?
«Non sono un professore. Ma il 2024 è stato molto migliore del 2023 e spero che il trend continui l'anno prossimo».
Dopo due anni, sente che questa è finalmente la sua Ferrari?
«È la Ferrari di tutti. E poi quando inizi a pensare di essere al top sei morto. Una delle migliori qualità del team è che tutti hanno lo stesso spirito nel cercare di migliorarsi, da team principal è una soddisfazione».
Anche Leclerc è cresciuto molto: è pronto per il Mondiale?
«Per me sì, adesso è anche più maturo e continuo. Le vittorie di Montecarlo, Monza e Austin dimostrano che sa reggere la pressione, non è fragile in quelle situazioni».
Si aspettava che, a parte qualche dispetto, sarebbe andato sempre d'accordo con Sainz?
«Carlos ha fatto una grande stagione, ho preferito chiarire subito il suo futuro e lui ha reagito benissimo. Quel che ha fatto in Australia, passando dall'ospedale alla vittoria dopo l'appendicite, per me resta sensazionale. Il venerdì faticava a entrare in macchina per il dolore e la domenica era sul gradino più alto del podio».
frederic vasseur lewis hamilton
[…] Tra Hamilton e Leclerc le cose andranno nello stesso modo?
«Ho buone sensazioni. Si rispettano, collaboreranno. Charles è al corrente del progetto fin dall'inizio, lo sottoscrive, sa che è un'opportunità anche per lui».
Scommetterebbe su Hamilton campione del mondo 2025?
«Scommetterei sulla Ferrari».
Qualcuno, ad esempio l'ex team principal Mattia Binotto ora alla Sauber futura Audi, ha detto che non avrebbe ingaggiato Lewis.
«E io non sono sicuro che Hamilton sarebbe andato alla Sauber... (ride). Sono felice che in tanti abbiano il tempo di commentare le nostre scelte, io sono concentrato sul nostro lavoro, del resto quando ero in Sauber non parlavo di Ferrari».
Sempre convinto della scelta?
«Assolutamente sì».
[…] Quanto è valida la monoposto 2025, progetto «677»?
«Sulla carta è molto buona ma in Formula 1 tutto è relativo, se fai bene non vuol dire essere davanti agli altri. Sappiamo di avere rivali fortissimi come Red Bull e McLaren, ogni mattina lavoriamo sui dati della sera precedente, vogliamo estrarre il massimo fin dall'inizio visto che abbastanza presto bisognerà concentrarsi sul 2026 e le nuove regole».
[…] Guardandosi indietro, cosa la rende più orgoglioso?
«Al di là delle vittorie, la cosa più importante è saper lavorare come un team. Saper reagire è una qualità speciale per il futuro e abbiamo dimostrato di averla. Il trend è positivo, abbiamo tutti la sensazione di costruire qualcosa».
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