DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Francesco Persili per Dagospia
“Nesta? Non si può, è impossibile”. Dopo aver chiuso la porta la porta all’arrivo del capitano della Lazio per tutta l’estate 2002, Berlusconi staccò, alla fine di quella sessione di mercato, un assegno di 30,5 milioni di euro per l’allora 26enne difensore romano. Nesta è stato il centrale italiano più pagato di sempre fino all’operazione da 42 milioni di euro che ha portato dalla Juve al Milan Bonucci.
“E’ il miglior difensore al mondo con Sergio Ramos”. Montella è al settimo cielo: “Per me è un sogno poterlo allenare”. Il difensore ex Juve è stato l’oggetto del desiderio di molti guru della panchina. “Uno dei miei calciatori preferiti”, ha sempre dichiarato Guardiola. Per non parlare di Conte che lo avrebbe voluto al Chelsea dopo aver ri-costruito intorno a lui, Barzagli, Chiellini e Buffon la Juve e la Nazionale eliminata agli Europei solo ai rigori dalla Germania. Unica voce fuori dal coro, Fabio Capello che prima della finale di Champions Juve-Real ha detto: “Leo è bravo con i piedi ma non il migliore a difendere”.
Ai tempi del Bari Bonucci era meno considerato del suo compagno di reparto Ranocchia, adesso è una garanzia tecnica, un faro emozionale, al punto che con 7,5 milioni di euro di ingaggio all’anno è diventato il calciatore più pagato della serie A. I grandi difensori sono sempre più rari e vengono acquistati (e retribuiti) a peso d’oro. Un segno dei tempi, e un riconoscimento per chi come Bonucci ha saputo spostare più avanti i confini del libero, cioè di quel giocatore che corregge e rende pulito il lavoro di tutti, come scrive Mario Sconcerti nel suo libro “Storia delle Idee del calcio”.
Parola alla difesa. C’è stato un tempo in cui l’Italia era una fucina di centrali. Le squadre venivano edificate a partire dal regista difensivo. Il punto di partenza fu Gaetano Scirea che per tocco e visione di gioco avrebbe potuto giocare tranquillamente a metà campo. Prima della rivoluzione sacchiana che esaltò Baresi, Costacurta e l’universale Paolo Maldini, toccò a Liedholm arretrare un centrocampista, Agostino Di Bartolomei, per avere maggiore qualità in fase di costruzione. Osvaldo Bagnoli, l’artefice negli anni ‘80 dell’impresa scudetto del Verona aveva un libero, Tricella, che sapeva impostare l’azione come un regista. Un Bonucci ante-litteram, insomma.
Negli ultimi anni è toccato ai “cagnacci” della BBC (Bonucci, Barzagli e Chiellini) riportare in auge la scuola italiana. Con tanti saluti a quelli che lamentavano la mancanza di grandi talenti difensivi. Eppure l’ultimo italiano a vincere il Pallone d’Oro è stato un difensore centrale, Fabio Cannavaro, pagato "appena" 23 milioni di euro dall'Inter nel 2002 e capace quattri anni più tardi di trascinare l’Italia sul tetto del mondo. Un trionfo nel segno dei difensori: di quel successo si ricorda, infatti, non solo lo strapotere tecnico e agonistico del capitano azzurro ma anche l’exploit di Materazzi e lo stato di grazia di Fabio Grosso.
Difensori col vizio del gol. Sergio Ramos, colonna difensiva del Real campione d’Europa, non ha fatto mistero di ambire al premio di "France Football". “Non lo vedo come una follia. Ho vinto molto nella mia carriera”. E segnato gol decisivi. “La cultura del nostro gioco è cambiata: chi potrebbe fare dei nomi di centrali a cui piace davvero difendere?”, si chiede nella sua autobiografia Sir Alex Ferguson che aveva puntato forte su un calciatore dalla spiccata personalità e molto abile nei passaggi: Gerard Piquè. Strappato al Barcellona per 180mila euro, il manager del Manchester United fu poi costretto ad arrendersi alla voglia del calciatore di tornare in Catalogna.
L’operazione portò ai Red Devils “solo” 8 milioni di euro. Chi è riuscito a realizzare con la compravendita dei difensori plusvalenze principesche è stato il Milan con Thiago Silva preso a 10 milioni e rivenduto al Psg a 45 milioni e l’ex ds della Roma Walter Sabatini che ha messo a posto i bilanci grazie alle cessioni di Marquinhos (comprato a 5,70 e rivenduto a 31 mln), Benatia (acquistato a 13 e ceduto al Bayern per 28 milioni di euro) e Romagnoli (cresciuto nel vivaio giallorosso e andato al Milan per 25 mln). Chi ha l’occhio lungo punta sui giovani. Solo 6 mesi fa l’ad bianconero Marotta si è assicurato l’erede di Bonucci, Mattia Caldara versando nelle casse dell’Atalanta 15 milioni di euro più eventuali 4 di bonus. Il Milan ha, invece, messo le mani su un altro gioiello della squadra di Gasperini, Conti, per la non modica cifra di 27 milioni di euro.
Siamo distanti, in ogni caso, dalle follie della Premier. Il City ha speso 60 milioni di euro per il laterale destro del Tottenham Kyle Walker. Un investimento monstre che rende il 27enne nazionale inglese il difensore più pagato della storia. Superato anche Stones, l’ex centrale dell’Everton che la scorsa estate finì alla corte di Guardiola per 55 milioni. E non finisce qui perché il City ha messo nel mirino il difensore del Monaco Mendy. I nuovi colpi di mercato si fanno nel pacchetto arretrato. Da De Vrij a Manolas, da Koulibaly a Papastathopulos fino a Javi Martinez, centrale del Bayern, è caccia aperta ai campioni della retroguardia. Perché gli attacchi faranno pure vendere i biglietti ma le difese continuano a far vincere i campionati.
PAPU GOMEZ CALDARALEONARDO BONUCCI AL MILANPAOLO MALDINI
marco materazziGUARDIOLA STONESALLEGRI E BONUCCIagostino di bartolomei 1BONUCCI AL MILANscireaSERGIO RAMOSpilar rubio moglie di sergio ramostricella 4FASSONE E BONUCCIsergio ramos BONUCCI E ALLEGRI
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