DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Le parole di Dino Baggio riguardanti il doping hanno fatto scalpore e stanno facendo il giro del mondo. L'associazione di queste sostanze alla morte di Gianluca Vialli ha amplificato un tema che resta sempre molto scottante. Dubbi e incertezze che hanno trovato sponda nei racconti di altri calciatori di quei tempi, dal romeno Florin Raducioiu, che in quegli anni ha giocato in Italia con diversi club, a Massimo Brambati, ex difensore di Bari e Torino.
A Fanpage.it è stato un altro calciatore del passato come Alberto Di Chiara, che dal 1980 al 1997 ha giocato con Roma, Lecce, Fiorentina e Parma. Proprio in Emilia, negli anni d'oro del club gialloblu, ha condiviso lo spogliatoio con Dino Baggio. Ecco cosa ha detto: "Faccio un inciso. Al di là dell’amicizia di Dino Baggio, non so quale fosse la sua preoccupazione, ma non mi pare ci sia una correlazione tra il doping e la morte di Vialli perché non c’è un riscontro scientifico. Dire queste cose per supposizione sembra come lanciare un amo a chi piace parlare di questa cosa...Personalmente ho iniziato a giocare nel 1980 e ho finito nel 1997.
C'erano dei prodotti non dopanti, era quello che ci dicevano, e di certo non potevamo sottoporli ad analisi. Non ho mai avuto riscontri negativi. Purtroppo poi nella vita può succedere di tutto, ma mi pare che le morti legate ai calciatori possano essere dovute alla fatalità. Questo è un argomento sul quale si può dibattere quanto si vuole, ma la polemica è nata sulla morte di Vialli e la correzione al doping, non so su quali basi. Forse perché 30-40 anni fa c’erano delle bibite con dei colori strani. Forse era Enervit, non so, ci dicevano così.
Magari sono stato anche fortunato, ma se ci sono delle prove tiriamole fuori. A Parma ho giocato e non ho mai avuto sospetti o sensazioni, mai visto qualcuno iniettarsi cose di nascosto. Non mi è mai capitato e non credo che sia mai successo. Se poi Dino Baggio ha avuto questa esperienza e ha visto queste cose, rispetto pienamente le sue riflessione, ma abbinarle alla morte di Vialli mi pare fuori luogo. Vialli è stato ricordato in ogni angolo del mondo proprio per come ha affrontato la malattia e ora dicono che la sua morte può essere stata causata dal doping. Su quali basi, mi chiedo".
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