DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Massimo Calandri per “la Repubblica”
L’eccezione c’è già stata, nove anni fa: quello strano capitombolo al quinto giro, il tredicesimo posto finale e Nicky Hayden – a proposito: il gringo di Owensboro il prossimo anno correrà in Superbike – che si porta a casa un mondiale con soli due gran premi vinti. L’eccezione, appunto. La regola è che Valentino quando comanda non sbaglia mai, nessuno come lui sa gestire vantaggi ed equilibri a 300 all’ora.
Nel 2006 buttò via il sesto titolo consecutivo, oggi sarebbero già dieci però adesso è tempo di mettersi la stella. «Anche perché quella giornata non la dimentico, anche se non saprò mai cosa mi è successo. Mi è rimasta dentro, non se ne è mai andata. Tra un mese vorrei tornare laggiù, a Valencia, prendermi la rivincita che mi spetta ». Diciotto punti di vantaggio su Lorenzo, 3 gare al termine.
Nel circo della Motogp, che l’altra notte ha fatto i bagagli e dalle colline a nord di Tokio si è già trasferito sull’isola a sud di Melbourne, giurano che il pesarese sa bene come amministrare il ‘tesoretto’. Ma il circuito di Phillip Island è qualcosa che fa perdere la testa al Dottore.
«Lui qui vince. Potete scommetterci ». Parola di Carlo Pernat, che tanti anni fa fu il suo primo manager, e quanto ad esperienza nel paddock non lo batte nessuno. «In Australia è come se fosse in un mondo tutto suo. L’isola di Peter Pan. Farà di tutto per finire davanti, fregandosene di calcoli e statistiche ». Su questa pista ha già vinto sei volte, l’ultima nella stagione passata. «E’ come se gli appartenesse. Una specie di Ranch di Tavullia. E se davvero vince qui, il cerchio si chiude». Veramente, Lorenzo sostiene che si prenderà i prossimi tre gran premi.
«Jorge gli voglio bene, ma è uno scriteriato. Soffre terribilmente Rossi, anche se non lo ammetterà mai. A Motegi le previsioni meteo erano chiare: tutti sapevano che ad un certo punto avrebbe smesso di piovere, ma lui è come impazzito ». Partito d’impeto, ha spinto troppo nei primi giri. Distruggendo le gomme.
VALENTINO ROSSI LORENZO MARQUEZ
«Ma volete sapere perché lo ha fatto? Aveva paura di trovarsi a duellare con Valentino. Lorenzo sa bene che nell’uno-contro- uno è più debole di Vale, e allora ha perso la testa. E’ scappato. Quando parla di sfortuna, non fa che confermare quello che sanno tutti: ha un complesso di inferiorità nei confronti del suo compagno di squadra». Valentino invece è imbattibile nel gestire qualsiasi tipo di situazione. E pure il vantaggio in classifica.
«Sì. Ma la sua forza è soprattutto in gara. E’ allora che sa perfettamente quel che è giusto fare. Come in Sudafrica nel 2003, quando aveva lasciato la Honda e con un ‘cancello’ come quella Yamaha che gli avevano dato, riuscì a beffare Biaggi per due decimi di secondo. Lui ha come un computer, una sorta di Macintosh al posto del cervello: entra in azione negli ultimi cinque giri. E il Mac gli dice se vale la pena di rischiare o di accontentarsi. Alla fine ha sempre ragione».
Anche Lin Jarvis, direttore generale Yamaha che dovrebbe essere super partes, ha ammesso che il vantaggio in classifica – e psicologico, con quella tribù di amici che lo sostiene sempre a differenza di Jorge, solitario e finale – mette Valentino su due gradini più in alto. Pernat conferma.
«Volete una percentuale? Dico settanta Rossi e trenta Lorenzo, ma con lo spagnolo sono generoso perché è un vero fuoriclasse. Valentino diventerà un ‘ragioniere’, d’accordo. Ma solo dopo aver vinto qui, a Phillip Island».
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