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IL RAGIONIER ROSSI - VALENTINO HA UN TESORETTO DI 18 PUNTI DA AMMINISTRARE, IL SUO PRIMO MANAGER CARLO PERNAT: ''LORENZO SCRITERIATO, VALENTINO NON SBAGLIA MAI. HA UN “MAC” AL POSTO DEL CERVELLO..."

Massimo Calandri per “la Repubblica”

 

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L’eccezione c’è già stata, nove anni fa: quello strano capitombolo al quinto giro, il tredicesimo posto finale e Nicky Hayden – a proposito: il gringo di Owensboro il prossimo anno correrà in Superbike – che si porta a casa un mondiale con soli due gran premi vinti. L’eccezione, appunto. La regola è che Valentino quando comanda non sbaglia mai, nessuno come lui sa gestire vantaggi ed equilibri a 300 all’ora.

 

Carlo Pernat
Carlo Pernat

Nel 2006 buttò via il sesto titolo consecutivo, oggi sarebbero già dieci però adesso è tempo di mettersi la stella. «Anche perché quella giornata non la dimentico, anche se non saprò mai cosa mi è successo. Mi è rimasta dentro, non se ne è mai andata. Tra un mese vorrei tornare laggiù, a Valencia, prendermi la rivincita che mi spetta ». Diciotto punti di vantaggio su Lorenzo, 3 gare al termine.

 

Nel circo della Motogp, che l’altra notte ha fatto i bagagli e dalle colline a nord di Tokio si è già trasferito sull’isola a sud di Melbourne, giurano che il pesarese sa bene come amministrare il ‘tesoretto’. Ma il circuito di Phillip Island è qualcosa che fa perdere la testa al Dottore.

 

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«Lui qui vince. Potete scommetterci ». Parola di Carlo Pernat, che tanti anni fa fu il suo primo manager, e quanto ad esperienza nel paddock non lo batte nessuno. «In Australia è come se fosse in un mondo tutto suo. L’isola di Peter Pan. Farà di tutto per finire davanti, fregandosene di calcoli e statistiche ». Su questa pista ha già vinto sei volte, l’ultima nella stagione passata. «E’ come se gli appartenesse. Una specie di Ranch di Tavullia. E se davvero vince qui, il cerchio si chiude». Veramente, Lorenzo sostiene che si prenderà i prossimi tre gran premi.

 

«Jorge gli voglio bene, ma è uno scriteriato. Soffre terribilmente Rossi, anche se non lo ammetterà mai. A Motegi le previsioni meteo erano chiare: tutti sapevano che ad un certo punto avrebbe smesso di piovere, ma lui è come impazzito ». Partito d’impeto, ha spinto troppo nei primi giri. Distruggendo le gomme.

VALENTINO ROSSI LORENZO MARQUEZVALENTINO ROSSI LORENZO MARQUEZ

 

«Ma volete sapere perché lo ha fatto? Aveva paura di trovarsi a duellare con Valentino. Lorenzo sa bene che nell’uno-contro- uno è più debole di Vale, e allora ha perso la testa. E’ scappato. Quando parla di sfortuna, non fa che confermare quello che sanno tutti: ha un complesso di inferiorità nei confronti del suo compagno di squadra». Valentino invece è imbattibile nel gestire qualsiasi tipo di situazione. E pure il vantaggio in classifica.

 

«Sì. Ma la sua forza è soprattutto in gara. E’ allora che sa perfettamente quel che è giusto fare. Come in Sudafrica nel 2003, quando aveva lasciato la Honda e con un ‘cancello’ come quella Yamaha che gli avevano dato, riuscì a beffare Biaggi per due decimi di secondo. Lui ha come un computer, una sorta di Macintosh al posto del cervello: entra in azione negli ultimi cinque giri. E il Mac gli dice se vale la pena di rischiare o di accontentarsi. Alla fine ha sempre ragione».

 

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Anche Lin Jarvis, direttore generale Yamaha che dovrebbe essere super partes, ha ammesso che il vantaggio in classifica – e psicologico, con quella tribù di amici che lo sostiene sempre a differenza di Jorge, solitario e finale – mette Valentino su due gradini più in alto. Pernat conferma.

 

«Volete una percentuale? Dico settanta Rossi e trenta Lorenzo, ma con lo spagnolo sono generoso perché è un vero fuoriclasse. Valentino diventerà un ‘ragioniere’, d’accordo. Ma solo dopo aver vinto qui, a Phillip Island».

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